Il grande disordine e la prospettiva

Mao sosteneva che quando il disordine sotto il cielo è grande la situazione è eccellente.

In Italia il disordine è quanto mai grande, sia a destra che a sinistra, ma la situazione si può definire eccellente? Da un certo punto di vista dobbiamo registrare il fatto che dopo la notte berlusconiana la situazione si è messa in movimento. Siamo alla vigilia della crisi di un governo che invece di farsi regime implode al suo interno facendo uscire allo scoperto il peggio maturato nelle sue viscere. La crisi è figlia delle contraddizioni prodotte dal berlusconismo, ma anche merito di quelle forze, di fatto extra-istituzionali, che hanno condotto una implacabile battaglia di verità per mettere a nudo il marciume di quello che viene comunemente definito basso impero e tutto questo mentre quella che viene definita opposizione di sinistra, o meglio di centro sinistra, si trastullava in diatribe interne.

Che cosa può nascere dal grande disordine presente sotto il cielo? Certamente in giro c'è soddisfazione per il fatto che il signore di Arcore stia per arrivare al capolinea e noi non nascondiamo che questa euforia da 25 luglio ci coinvolge. Ma quello che ci preoccupa è la prospettiva. Che cosa può nascere dalle ceneri di questo governo?

Le ipotesi che si possono fare sono queste: o le forze centriste riescono a ricompattarsi in un progetto di gestione ‘pulita’ della situazione odierna,magari con una logica di cogestione del sistema che coinvolga le ‘forze sociali’, oppure si apre una fase di instabilità che ci potrebbe portare lontano.

Di fronte a queste prospettive, i compagni e le compagne si pongono il problema di quale posizione assumere. Il consiglio che possiamo dare è di non ricadere nelle due opzioni che vengono scodellate per il dopo Berlusconi. Votare il meno peggio, magari imbellito da Vendola e dai rottamatori, cioè il PD, oppure riesumare elettoralmente la sinistra governista PRC-PdCI.

Elettoralmente il PD è in caduta libera, mentre l’area’comunista’ è in parcheggio in attesa di scambiare il pacchetto dei voti per qualche seggio parlamentare.

Per capire che la strada da imboccare è altra e che l’alternativa non si fonda su strategie elettoralistiche, si può prendere in esame i risultati delle elezioni amministrative in Grecia. Gli sbandieratori del comunismo ‘italiano’ ci dicono, con enorme soddisfazione, che il partito comunista greco, il KKE, ha ottenuto un grande risultato arrivando ad una percentuale dell’11%, senza dire però che l’astensione è stata del 40% e il voto nullo del 10%. Totale hanno votato il 44% dei greci. E in termini di voti e non di percentuali, quanto è avanzato il KKE? Eppure l’opposizione comunista e il sindacato PAME hanno condotto lotte di piazza a ripetizione contro lo tsunami della politica lacrime e sangue del governo a guida socialista. Qual è lo scenario elettorale che si prepara in Italia nei prossimi mesi e quale sarà la situazione oggettiva fuori dal teatrino mediatico? Riportare il ragionamento su questo, fuori dagli schemi che vengono abitualmente usati, per cercare un’alternativa vera diventa una necessità onde evitare che la logica di nicchia e l’opportunismo prevalgano. Non siamo affatto ottimisti, ma almeno la chiarezza delle posizioni ci dovrebbe consentire di non essere travolti dalla situazione.

Erregi

9 novembre 2010


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