Risoluzione del Comitato promotore dela conferenza di Chianciano

Si è svolta a Roma come previsto, sabato 10 settembre, la riunione internazionale del comitato promotore della Conferenza di Chianciano CON LA RESISTENZA IRACHENA, PER UNA PACE GIUSTA (erano presenti delegati dalla Spagna, dalla Turchia, dall'Austria e dalla Germania).

Ecco il testo della Dichiarazione finale approvata all'unanimità.

Nonostante le proteste di un amplissimo schieramento di personalità, movimenti e partiti politici democratici e antimilitaristi e malgrado lo sciopero della fame ancora in corso, il governo Berlusconi-Fini-Pisanu, pur di tener fede al suo patto di sudditanza con l'Amministrazione Bush (simboleggatio dalla Lettera dei 44 parlamentari USA), persiste nel negare i visti ai sei esponenti dell'opposizione irachena.

Abbiamo denunciato questa protervia non solo come un oltraggio al popolo iracheno che resiste e all'opinione pubblica mondiale, ma come un gravissimo attacco alla democrazia e alla Costituzione italiana.

La chiusura delle frontiere ai sei iracheni, malgrado impedisca lo svolgimento della prevista Conferenza di Chianciano Con la Resistenza irachena, per una pace giusta, non ci spingerà a fare alcun passo indietro: continueremo a batterci affinchè la conferenza possa svolgersi in Italia nel prossimo periodo con i sei alti esponenti iracheni presenti.

Proprio per questo convochiamo a Roma, per domenica 2 ottobre, un grande incontro internazionale aperto a tutte le forze democratiche disposte a battersi per la fine dell'occupazione imperialistica dell’Iraq, per il principio (sancito dalla stessa Carta delle Nazioni Unite) per cui resistere agli aggressori in difesa della sovranità nazionale è legittimo, ed infine per il riconoscimento della Resistenza come autentico rappresentante del popolo iracheno.

Intanto lo sciopero della fame continua, visto che il Ministro degli esteri italiano non dà una risposta certa nemmeno sulla richiesta di visto per Haj Ali, il torturato di Abu Ghraib, da noi avanzata in vista di una campagna di massa europea per denunciare i crimini di guerra compiuti dagli occupanti ai danni non solo dei partigiani, ma anche di comuni e inermi cittadini.

Il rispetto e il consenso ottenuti dalla nostra battaglia ci consentono di andare avanti nella consapevolezza che la pace in Iraq non è dietro l'angolo, che la lotta per obbligare gli aggressori al ritiro è una lotta prolungata e difficile, che si lega anche a quella in corso in Occidente contro la caccia alle streghe antiterrorista e per fermare la razzistica criminalizzazione delle comunità islamiche.

Quali che potranno essere le prossime tappe, siamo tuttavia certi che il popolo iracheno, grazie alla sua indomita Resistenza, guadagnerà il proprio diritto alla autodeterminazione, fondamento senza il quale le altre libertà sono solo illusorie.

Questa Resistenza merita la piuù ampia e organizzata solidarietà internazionale, per rafforzare la quale noi promuoviamo l’Incontro internazionale del prossimo 2 ottobre, nella speranza che essa contribuisca all'unione di tutti coloro che in questi anni si sono battuti contro la guerra infinita a fianco dei popoli oppressi.

Roma, 10 settembre 2005


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