Le vittime del bombardamento di Tripoli e di Bengasi
aspettano ancora giustizia

Dichiarazione della Fondazione Internazionale Nino Pasti

Domani 15 aprile 2001 è il quindicesimo anniversario del bombardamento USA di Tripoli e Bengasi. Un'azione terroristica pura e semplice, condotta contro obiettivi civili con tutto l'apparato militare della superpotenza americana aiutata dalla Gran Bretagna.

A tutt'oggi nessuno ha pagato per questo crimine, ma esso rimane nella memoria dei popoli insieme all'esigenza della giustizia. Purtroppo viviamo in tempi bui: il diritto internazionale viene quotidianamente stravolto dagli USA e dai loro alleati, i quali, mentre calpestano tutte le regole di convivenza dei popoli e degli stati, non cessano di proclamarsi custodi della democrazia e dei diritti umani.

Qualche esempio: la NATO ha aggredito la Jugoslavia violando tutte le norme possibili del diritto internazionale e commettendo crimini infami contro la pace e contro l'umanità. Gli aerei americani e inglesi continuano a portare morte e distruzione in Iraq sulle "zone di non volo" da essi stessi proclamate. Gli israeliani, colpevoli di azioni di "pulizia etnica" contro i palestinesi, commettono quotidiane atrocità e rappresaglie contro la popolazione civile di un territorio occupato con la guerra. Gli USA mantengono un blocco economico contro Cuba nonostante la ripetuta e quasi unanime condanna dell'Assemblea dell'ONU. La NATO si dichiara pronta a intervenire in qualsiasi parte del mondo con le sue truppe a difesa degli "interessi" degli stati membri. Il ministro della difesa USA dichiara che il suo paese si deve preparare a vincere una guerra nucleare contro la Cina e intanto sviluppa nuove armi in violazione dei trattati esistenti. Gli oltraggi contro il diritto stabilito e la sovranità e indipendenza degli stati non potrebbero essere più smaccati ed espliciti. L'ONU stessa si è fatta non di rado strumento di questo stravolgimento del diritto come avviene nel caso degli embarghi assassini contro l'Iraq e come è avvenuto in tutta la vicenda delle sanzioni contro la Libia e delle accuse strumentali alla Libia per l'attentato contro l'aereo Pan-Am precipitato a Lockerbie.

Sulla Libia viene fatta pesare ancora la minaccia delle sanzioni illegali che tanto danno hanno fatto negli ultimi dieci anni. In questa vicenda l'ONU ha toccato uno dei punti più bassi dela sua storia, facendosi vilmente strumento della prepotenza angloamericana. Alla fine la Libia ne esce a testa alta. Il processo contro due suoi cittadini celebrato in Olanda ha in realtà dimostrato la loro innocenza. Tutti gli osservatori imparziali devono ammettere che la condanna di uno dei due imputati è dovuta soltanto ed esclusivamente alle pressioni politiche di USA e Gran Bretagna che rischiavano di veder crollare miseramente dieci anni di complotti contro la Giamahiria. Purtroppo anche la corte che ha emesso la sua sentenza a Camp Zeist non sfugge a quell'ormai generale stravolgimento del diritto di cui le potenze occidentali si fanno ovunque zelanti promotrici.

Soltanto un grande movimento mondiale contro l'arroganza di quelli che si credono i padroni del mondo potrà rovesciare la situazione, ripristinare il diritto e bandire la guerra. Siamo certi che questo movimento sta incominciando a nascere e a prendere forma. Esso saprà ricordare nel modo dovuto anche le vittime innocenti del bombardamento di Tripoli e Bengasi e chiedere giustizia anche per loro.

Roma, 14 aprile 2001

Fondazione Nino Pasti

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