APPELLO PER UNA GRANDE MANIFESTAZIONE
CONTRO LA GUERRA IL 24 MARZO
Da più parti in queste settimane, in Italia e anche all'estero, si avanzano proposte affinchè il 24 marzo, anniversario dell'inizio dei bomabardamenti NATO che hanno devastato la Jugoslavia, sia una giornata di manifestazioni e di lotta per chiedere conto ai governi della NATO della loro criminale aggressione ed esigere la cessazione della guerra che sta continuando in altre forme e anzi il pagamento alla Jugoslavia di riparazioni per le distruzioni inflitte.
I firmatari di questo appello ritengono importante che si arrivi a una manifestazione il più ampia e unitaria possibile, nelle forme che si riterranno più utili.
Per quanto riguarda gli obiettivi e le parole d'ordine della o delle manifestazioni, riteniamo che si debbano sottolineare gli elementi seguenti:
- 1. L'aggressione alla Jugoslavia è stato un atto preordinato e pianificato, le cui motivazioni vanno ricercate nei piani palesi e segreti di allargamento dell'area di dominio della NATO e nella volontà della più forte alleanza militare di tutti i tempi di mostrare al mondo chi è il padrone che nessuno deve sognarsi di poter contraddire e che non si lascia limitare in nessun modo dalle organizzazioni internazionali e dal rispetto delle regole del diritto. Lo dimostra chiaramente, tra l'altro, la vicenda di Rambouillet, presentata sulla stampa come "trattativa di pace" mentre era in realtà un ultimatum che nessun paese indipendente avrebbe mai potuto accettare.
- 2. Migliaia di incursioni aeree (di cui 1378 italiane!, per non parlare del ruolo assolutamente determinante dell'Italia per quanto riguarda le basi) hanno deliberatamente distrutto l'economia della Jugoslavia, colpendo fabbriche, scuole, ospedali, ponti, strade, treni e sedi televisive e causando migliaia di morti e decine di migliaia di feriti. Le popolazioni civili sono state colpite con effetti anche di lungo e lunghissimo periodo (già ora sono in vertiginoso aumento i casi di tumore e di leucemia!) dovuti ai bombardamenti degli impianti chimici e petroliferi e all'utilizzo di proiettili radioattivi. Altro che danni collaterali! Altro che causa umanitaria!
- 3. Tutto l'immenso apparato propagandistico messo in piedi per preparare, giustificare e far digerire la guerra dalle opinioni pubbliche dei paesi NATO (quelle degli altri paesi del mondo non contano!) fa ormai acqua da tutte le parti. Molte menzogne sono state chiaramente smascherate. A distanza di un anno nessuna delle "fosse comuni" di cui doveva essere pieno il Kosovo è stata ritrovata. E' emerso invece chiaramente il carattere criminale dell'UCK che, con la complicità evidente delle imponenti forze militari NATO della KFOR, ha terrorizzato la popolazione non albanese della regione (e gli stessi elementi di etnia albanese non allineati con le posizioni oltranziste) per costringerla deliberatamente alla fuga in massa (pulizia etnica!) e assassinato impunemente sotto gli occhi complici della KFOR molte centinaia di persone. E' emerso chiaramente il contesto mafioso, di corruzione e di criminalità che fa capo all'UCK, ma anche quello in cui si è svolta la celebratissima Missione Arcobaleno, il cui vero scopo non era certo quello di aiutare le popolazioni, ma era quello di far passare le operazioni di guerra per operazioni umanitarie.
Alla luce di questi fatti riteniamo necessario costruire un'ampia mobilitazione per esigere che:
- 1. I responsabili di queste azioni criminali debbano rendere conto del loro operato.
- 2. Sia posto fine immediatamente all'embargo contro la Jugoslavia con cui di fatto si continua l'opera dei bombardamenti.
- 3. Cessino gli incitamenti a ulteriori divisioni e alla guerra civile e le scandalose ingerenze negli affari interni jugoslavi. Cessi ogni ulteriore minaccia nei confronti della Jugoslavia.
- 4. Siano pagati risarcimenti alla Jugoslavia per le distruzione inflitte.
- 5. Sia posta fine immediatamente alla vera e propria pulizia etnica operata nel Kosovo dall'UCK col beneplacito della NATO, e a ogni forma di persecuzione delle minoranze; le bande assassine che esercitano il potere di fatto sotto l'ombrello NATO siano disarmate e messe in condizione di non nuocere.
- 6. Siano revocate tutte le misure unilaterali prese dal "governatore" NATO del Kosovo e dalle forze militari di occupazione per staccare di fatto il Kosovo dalla Jugoslavia e distribuire risorse agli occupanti e sia garantito il ritorno delle forze di sicurezza jugoslave (previsto anche negli accordi di giugno).
- 7. Le forze NATO e USA, a cominciare da quelle italiane, siano ritirate completamente e permanentemente dai Balcani e siano smantellate le basi militari che vi hanno stabilito.
- 8. Si ponga con chiarezza l'esigenza di fermare l'allargamento della NATO verso est, foriero di nuove guerre, e sia posto invece all'ordine del giorno lo scioglimento della NATO.
Fondazione Internazionale Nino Pasti