Essere comunisti

Questo foglio di corrispondenza comunista esce di nuovo dopo cinque anni dall'inizio della prima serie. Cinque anni densi di avvenimenti e di verifiche politiche che oggi trovano, per noi, il punto di sintesi in questa nuova serie di cui ci interessa ridefinire la funzione.

Cinque ani fa, come forse qualcuno ricorderà, il nostro foglio di corrispondenza comunista, che chiamammo Fax, aveva come scopo quello di aprire un dialogo con quei compagni che non avevano fatto la scelta di entrare in Rifondazione Comunista e che ritenevano utile e necessario contrastare gli effetti della liquidazione dell'URSS, mantenendo salda l'identità storica del movimento comunista nato con la rivoluzione d'ottobre e consolidatosi con la Terza Internazionale e con Stalin.

Dobbiamo dire subito e senza preamboli che il nostro tentativo non ha avuto esito, dal momento che si è andato incagliando in una situazione ormai consolidatasi e che non lascia spazi a tentativi come il nostro. Anche se la vicenda, peraltro prevedibile, di Rifondazione comunista ha apparentemente riaperto la discussione, in realtà a nostro parere le basi oggettive di tentativi alternativi di riorganizzazione politica dei comunisti sono uguali a zero, a meno che non si voglia scambiare il penoso residualismo di alcuni minuscoli gruppi o il dopolavoro movimentista per una possibilità concreta. In quest'ultimo caso a fugare ogni dubbio è intervenuta nel febbraio dell'anno scorso la Convenzione dei Comunisti Autorganizzati, svoltasi a Firenze, unico caso di un gruppo politico morto senza neppure nascere!

A dire il vero, e a nostra parziale discolpa, dobbiamo ammettere che quando uscì Fax eravamo consapevoli che non sarebbe stato facile aprire una fase nuova di discussione e di riorganizzazione tra comunisti, ma ritenevamo che, date le circostanze, qualche elemento nuovo fosse intervenuto. Evidentemente eravamo troppo ottimisti, oppure pervasi da quell'ottimismo della volontà che emerge nei momenti più difficili.

Ora però dobbiamo prendere atto chiaramente di come stanno le cose e, se non vogliamo scambiare un gatto per un leone, dobbiamo rassegnarci a guardare le cose con un'ottica diversa.

Partiamo dunque da quello che abbiamo già affermato e cioè che oggi le possibilità di organizzare i comunisti al di fuori dell'esistente sono pressochè inesistenti. Anzi, non solo l'alternativa immediata ci è preclusa, ma anche uno stato di dialogo proficuo e avanzato al di fuori dei riti e dei miti di quell'area istituzionale e extraistituzionale che usa definirsi comunista. E allora che senso ha questa nuova serie del foglio di corrispondenza comunista? A chi si rivolge e quale fine si propone?

Partiamo innanzitutto da un obiettivo in negativo: distinguersi dagli attuali "comunisti" per riprendere un discorso sui comunisti e il ruolo che essi possono svolgere oggi. Quindi il nostro compito non è di contrapposizione organizzativa, ma di contribuire a fare chiarezza sul comunismo e sui compiti dei comunisti.

Cerchiamo di evitare una domanda ovvia e che consiste nel dire che in fondo tutti coloro che si richiamano al comunismo cercano di definire i compiti dei comunisti, anche se pervengono a risultati e proposte differenziate. Noi diciamo però una cosa diversa. A noi, prima di definire un programma politico (e più avanti cercheremo anche di chiarire il senso di questo programma) interessa compiere un'operazione chiarificatrice su un punto essenziale: che cosa hanno a che fare coi counisti coloro che si definiscono sul piano della pura opposizione istituzionale e parlamentare? Che cosa hanno a che fare i comunisti con quei gruppuscoli che ripetono giaculatorie pseudoleniniste senza confrontarsi con la realtà e con i compiti storici di una vera organizzazione comunista? Che cosa hanno a che fare i comunisti con coloro che dentro i conflitti sociali, da decenni a questa parte, si ritagliano spazi più o meno piccoli per gestirli poi sul mercato della politica traendone vantaggio senza porsi il problema degli sbocchi?

In questi interrogativi c'è già, com'è evidente, la risposta al perchè della ripresa delle pubblicazioni del foglio di corrispondenza comunista. L'uscita di questo foglio è innanzitutto la risposta al "comunismo esistente", sia esso espresso nella sua forma parlamentaristica o in quella movimentista o talmudista.

Quanti compagni si pongono lo stesso problema? Quanti compagni, anche se con poche certezze, sono disponibili ad affrontare con noi una discussione di questo genere? All'interno di questo editoriale abbiamo inserito la lettera del compagno Antonio Dori, per far comprendere che tipo di interlocuzione è ormai necessaria per uscire dalle secche in cui ci troviamo e rendere efficace il pensiero e l'azione dei comunisti.

Il nostro non è però solo un obiettivo contro, è anche un per, dal momento che i dati negativi che caratterizzano certo comunismo nostrano e che ci impediscono di avere una vera organizzazione comunista sono dovuti a dati oggettivi e che dunque, nel fare i conti con l'esistente, bisogna riprendere un cammino scientifico e dialettico rispetto al comunismo, al suo progetto, all'organizzazione di cui abbiamo bisogno.

Difatti, che senso ha parlare di riorganizzazione dei comunisti al di fuori di una capacità di capire i problemi che sono sorti in questi decenni di fronte al movimento comunista e che hanno portato ai crolli e alle degenerazioni che conosciamo? E se è vero che senza teoria non si può avere un movimento rivoluzionario, è anche vero che dal punto di vista teorico i comunisti devono ancora dimostrare di avere intrapreso la risalita Quando quindi noi parliamo di programma dei comunisti, intendiamo non il solito elenco della spesa (salario garantito, riduzione dell'orario, ecc.), bensì prima di tutto l'individuazione della base oggettiva delle trasformazioni entro cui si definisce il compito e l'organizzazione dei comunisti.

Quanti compagni, in senso militante, si sono posti questo obiettivo? Quanti compagni hanno fatto un bilancio delle esperienze passate per trarne le giuste conseguenze e riprendere un percorso rivoluzionario nelle condizioni attuali?

Sottolineando il carattere scientifico e dialettico (cioè rivoluzionario) del pensiero comunista, ci si allontana inevitabilmente da quel pensiero "critico" di marca trotskista e/o neocomunista che è la madre di tutti gli opportunismi. Questo discorso cercheremo di riprenderlo, senza anatemi ma con determinazione.

Quando parliamo di percorso rivoluzionario, non intendiamo forzature soggettivistiche (sia pratiche che ideologiche), ma confronto su su questioni come l'orizzonte storico che può delineare una nuova fase di avanzata del movimento comunista (inteso come movimento reale), la possibilità di creare un'organizzazione comunista che leghi strategia e comportamenti concreti della militanza, rompendo col politicismo, il propagandismo vuoto e il parlamentarismo, capacità dialettica del partito di intervenire nelle contraddizioni per ricavarne il massimo di sviluppo del peso dei comunisti senza rimanere invischiati nella realpolitik del quotidiano, cioè in quel gradualismo economicista che caratterizza l'opportunismo.

Nei prossimi numeri del foglio di corrispondenza comunista cercheremo di dare corpo a questi discorsi non con la pretesa ovviamente di essere il centro del mondo, ma per rompere il circolo vizioso di velleitarismi e di mistificazioni opportuniste che rende impotente la progettualità dei comunisti.

In sostanza, il compito di questo foglio di corrispondenza comunista sarà dunque quello di inserirsi nell'area dei "comunisti" italiani non per tentare composizioni o scomposizioni impossibili, quanto per contribuire alla trasformazione dell'esistente all'interno di una nuova fase storica. le forze sono modeste, ma d'altronde non ci rimane che fare come i protagonisti del serial televisivo Star Trek che, a corto di carburante, accelerano la velocità del veicolo spaziale rischiando di esaurirlo rapidamente. Un non senso, dunque, ma l'accelerazione consente ai navigatori spaziali di entrare in orbita. Noi non sappiamo quale sarà il prezzo della nostra accelerazione, ma, a conti fatti, non abbiamo alternative.

Ritorna alla prima pagina