«No alla guerra, no al terrorismo»?

Dal discorso di Aleka Papariga, segretario del CC del PCG al Congresso della Gioventù Comunista (Atene, 17/1/2002)

«...Le alleanze comportano la necessità di scendere a compromessi, perchè non possiamo pensare che tutti condividano le nostre posizioni. Ma compromessi su che cosa? Ci sono dei criteri.

Prendiamo per esempio la questione della guerra. Qualcuno ci ha chiesto come mai non abbiamo partecipato alle iniziative che avevano come slogan fondamentale "No alla guerra, no al terrorismo". Ma questo è proprio lo slogan che i nostri avversari volevano. Contro la guerra in generale. Con uno slogan di questo tipo, dovremmo sconfessare i palestinesi, i colombiani e via dicendo. In pratica si sarebbe accettata fin dall’inizio l’idea che da una parte sta l’umanità tutta e dall’altra i terroristi, salvo poi dire che la guerra non era la risposta giusta di fronte al terrorismo e che insomma sarebbe stata forse anche lo strumento giusto se non ci fossero i "danni collaterali". Perchè ci siamo opposti a quello slogan? Perchè stabilire un’alleanza su quella base significava rinunciare a dire no alla guerra imperialista. E allora, per quanto il movimento potesse acquisire consensi e moltiplicare i concerti nelle piazze delle città, la coscienza della gente non sarebbe cresciuta di un milligrammo.»

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