Un incontro per delineare un percorso

Condivido l’iniziativa che avete programmato per il 18-19 novembre, ma la scelta di Torino, troppo distante dalla mia sede, e proprio nel periodo delle lezioni, mi impedisce di parteciparvi.

Ritenevo, comunque, di dover affrontare con voi in parte i temi del convegno, durante l’incontro sull’idea Juche programmato per ottobre a Roma e rinviato a dicembre. Spero per quella data se si farà l’incontro di avere la possibilità di vedervi e di discuterne.

In merito al convegno del 18-19 ritengo valide le preoccupazioni da voi evidenziate nell’editoriale dell’ultimo numero di Aginform. E’ chiaro che in un incontro non si possono realizzare tante cose, superare tante divergenze ideologiche e politiche e diverse visioni di cosa fare in futuro. Però si può delineare insieme un percorso, si potranno prendere alcune decisioni, coinvolgendo tante forze disperse nel territorio in forma di gruppi o circoli o militanti che lavorano dentro il PRC, lo stesso PdCI oppure non votando a seconda delle situazioni locali, delle candidature nei collegi o nei consigli o dei loro umori personali.

Una di queste decisioni, la più immediata, dovrebbe essere a mio modesto avviso l’unificazione di tutte le riviste che partecipano al processo unitario e farne una di ampia diffusione, anche se mensile, aperta al dibattito e che sproni la ricerca scientifica (e non ripeta la solita fraseologia m-l per evidenziare l’incorrosibile coerenza di ognuno ai "Principi"!), per sviluppare una Piattaforma teorica di interesse generale.

Il marxismo, il leninismo e altri contributi di grandi pensatori rivoluzionari rappresentano una parte del pensiero scientifico, oltre ad essere ideologia. Anzi, in quanto ideologia hanno una validità temporale o spaziale limitata, od a volte anche erronea; in quanto scienza hanno una validità universale. Ovviamente, come disse Lenin: «Nella teoria della conoscenza come in tutti i settori della scienza occorre ragionare dialetticamente, cioè non presupporre che la nostra conoscenza sia bell’e fatta e invariabile, ma esaminare in qual modo dalla non conoscenza si passa alla conoscenza, in qual modo una conoscenza incompleta, imprecisa diventa più completa e più precisa. (...) Per far progredire il materialismo, bisogna smettere il giuoco banale con la parola "verità eterna" e bisogna saper porre e risolvere dialetticamente la questione della correlazione tra la verità assoluta e la verità relativa. (...) Anche l’"essenza" delle cose o la "sostanza" sono relative. Esse esprimono soltanto il grado di profondità della conoscenza che l’uomo ha degli oggetti, e se ieri questa profondità non andava oltre l’atomo, e oggi non va oltre l’elettrone o l’etere, il materialismo dialettico insiste sul carattere transitorio, relativo, approssimativo di tutte queste tappe della conoscenza della natura da parte della scienza umana che progredisce» (Materialismo ed empiriocriticismo 100-129-257).

Per quanto concerne la mia posizione, fanno testo gli interventi sulla nuova serie di Aginform oppure sulla Via del Comunismo (pubblicati come contributo, pur dissentendo con molte posizioni e non condividendo affatto le iniziative politiche intraprese da questa rivista come la costituzione del Comitato per l’unità dei m-l ...). Quindi non mi ripeto, anche perchè nella sostanza non ho altro da aggiungere, almeno per il momento. (...)

          Giuseppe Amata

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