Sintesi con chi?

Cari compagni e compagne,

la vostra iniziativa e’ ispirata dalla giusta logica del confronto dialettico mirato al raggiungimento di una sintesi. Spero che essa sia d’esempio e contribuisca ad interrompere certe perverse abitudini che alla dialettica preferiscono pure enunciazioni, contrapposizioni, sciovinismi intellettuali o individuali, e cosi’ via.

Il problema della costruzione del Partito e’ sempre piu’ sentito ed azioni concrete sono sempre piu’ urgenti. Alcune mie considerazioni sullo stesso tema sono state pubblicate sul numero di maggio scorso di Aginform, al quale rimando, come anche ai tanti ottimi contributi di altri compagni che scrivono sulle vostre testate, per quanto riguarda l’analisi della fase ed i compiti del nuovo Partito Comunista. Mi limito qui al alcune brevissime note su altre questioni che mi premono molto.

La disposizione alla dialettica costruttiva e’ necessaria per arrivare ad una sintesi, che consiste nella elaborazione vdella "linea", cioe’ analisi e prassi concreta.

L’area di riferimento alla quale guardare per continuare sulla buona strada deve a mio avviso comprendere tutti quelli che, avvertendo la necessita’ della costruzione del Partito, siano anche disponibili a tale dialettica costruttiva. Io credo che lo siano innanzitutto i compagni marxisti-leninisti interni al PRC. Inoltre, apprezzo il lavoro del Movimento Proletario Anticapitalista, che si sta tra l’altro impegnando in campo internazionalista in modo non superficiale.

Bisognera’ poi guardare a tutti quelli che ruotano attorno alla rivista "L’Ernesto", cioe’ alla parte sana del PRC, nonche’ agli ambienti vicini alla Rete dei Comunisti ed al sindacalismo di base. Per arrivare alla sintesi occorrera’ che ciascuno superi, via via, quei "blocchi" che congelano la dialettica nella pura affermazione delle tesi e delle antitesi, soprattutto su questioni di lana caprina, inattuali o pretestuose.

Per un ulteriore allargamento dell’area di consenso ci sara’ bisogno, in particolare, di dimostrare di avere fatto proprio il metodo che attiene ai comunisti: quello della analisi materialista dialettica, cioe’ il metodo scientifico nell’affrontare i problemi. Purtroppo il materialismo dialettico e scientifico di solito non vengono usati dai compagni, che preferiscono, ad esempio, liquidare questioni cruciali della storia e della politica con affermazioni perentorie.

Esempio: "Tizio aveva torto e Sempronio aveva ragione" e’ una affermazione a-dialettica, che allontana irrimediabilmente tutti quelli per qualche motivo affezionati a Tizio. Invece: "Nel 1948 Tizio, trovandosi nel contesto tal dei tali, entro’ in rotta di collisione con Sempronio, il quale viceversa agiva nel contesto talaltro. Allora Sempronio decise di cacciare Tizio dal Cominform" e’ una affermazione non superficiale, che mira a STORICIZZARE le questioni e dunque aiuta lo sviluppo di uno scambio dialettico tra gli interlocutori con il conseguente arricchimento culturale e politico degli stessi.

Italo Slavo

Ritorna alla prima pagina