Appello della Fondazione Pasti

Per una grande mobilitazione di massa contro la guerra

La memoria, personale per chi quell’esperienza ha vissuto, storica per i meno anziani, corre a quel giugno del ’40 in cui l’Italia, smaniosa ora come allora di non rimanerne fuori, entrò in guerra. Ancora una volta il nostro paese è trascinato in guerra dalla ribalderia e dall’infamia di un ceto dirigente senza principi e senza vergogna.

Cadute tutte le pseudogiustificazioni delle "spedizioni umanitarie" e persino della "fedeltà alla NATO", in voga negli anni trascorsi, adesso è guerra e basta e la Costituzione repubblicana viene messa definitivamente in archivio. I tempi, i modi, gli obiettivi, i nemici, sono indefiniti: ci penserà il grande alleato-padrone, dall’alto del suo strapotere militare, a stabilirli strada facendo e forse, bontà sua, a comunicarli a tempo debito. Ben definita e visibile è invece da subito la corsa scomposta e servile a esserci, a mettere un po’ di patria carne da cannone a disposizione del più grande apparato del terrore e della più efficiente fabbrica di terroristi che sia mai esistita sulla faccia della terra.

Ben definita e visibile è anche la grande macchina mediatica che gira a pieno ritmo per vendere la guerra come ineluttabile necessità della lotta del bene contro il male, come "guerra contro il terrorismo". Come la mostruosa macchina militare USA, anche la macchina della propaganda con le sue ignobili mistificazioni sembra un mostro contro il quale sarebbe inutile battersi, perchè troppo potente.

E tuttavia non è così. Milioni di persone, anche nel "mondo occidentale", in Italia come in altri paesi europei e negli USA, non si lasciano convincere e sentono, magari confusamente, che viene imboccata una via senza ritorno e che bisognerebbe muoversi e far qualcosa subito per impedirlo ad ogni costo.

Rivolgiamo il nostro appello alle personalità della cultura e della scienza, agli esponenti politici che si dissociano dalla guerra, alle associazioni, ai partiti, ai singoli, affinchè tutti coloro che hanno la possibilità di promuovere iniziative piccole o grandi, nazionali o locali, contro la guerra e contro le mistificazioni della propaganda di guerra, raccolgano questa esigenza diffusa e le diano espressione unitaria e di massa in tutti i modi possibili.

Novembre 2001
Falco Accame

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