La resistenza è la continuità del legittimo stato iracheno presideduto da Saddam Hussein

E' generalmente sfuggita un'importante notazione espressa da Giulio Andreotti in Senato, dopo la relazione di Berlusconi sul caso Calipari. Con l'usuale causticità ha detto a Berlusconi: "Ho ascoltato la sua difficile relazione, Presidente. Se per ritirare le truppe si deve aspettare che la situazione in Iraq si normalizzi ho l'impressione che se ne riparlerà nelle prossime legislature. Le Scritture insegnano: errare è umano, perseverare è diabolico".

Questa espressione simpaticamente spiritosa, e veritiera, è stata ripresa anche dal "Manifesto". Ma la generalità della stampa ha ignorato la parte più importante, che riprendiamo da "Repubblica" del 6 maggio 2005.

Dopo aver notato che "forse nella Commissione (Calipari) sarebbe stato opportuno coinvolgere anche un iracheno per sottolineare la loro condizione di paese non occupato" (con il che Andreotti evidentemente ne sottolinea a ragione la situazione di paese occupato), l'arguto senatore a vita prosegue: "In ogni caso, appurato che non esistevano le armi di distruzione di massa, bisogna ritenere senza arrossire che Saddam Hussein non avesse neanche un esercito?... a meno di non pensare che siano passati alla guerriglia, nella quale ci sono certo anche infiltrazioni terroristiche, e che tuttora sia in atto questa strategia". Ai noti precedenti di questa tattica (Stalin durante la seconda guerra mondiale, Vietnam, ecc.) Andreotti aggiunge: "Durante la Repubblica romana Giuseppe Garibaldi avrebbe voluto seguire questa linea di sparpagliamento armato rispetto alla resistenza campale ai francesi che altri invece volle, con il risultato del ritorno del Papa".

Dunque, Andreotti riconosce quanto da tempo andiamo dicendo, ma che viene occultato da quasi tutti, a cominciare dai "quotidiani comunisti": riconosce come un fatto innegabile che l'attuale Resistenza è la continuazione della guerra da parte del legittimo Stato iracheno presieduto da Saddam Hussein e si legge fra le righe un giudizio sulla efficacia di tale tattica e, probabilmente, data la nota (e apprezzabile) spregiudicatezza del Senatore Andreotti, sulla fondamentale giustizia sostanziale di tale scelta della dirigenza irachena. A totale scorno dei "comunisti" istituzionali.

Aldo Bernardini

23 maggio 2005


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