Roma, 22 novembre 2005


Dott. Gianni Riotta
c/o "Corriere della Sera"
MILANO


Perché in questi giorni una campagna del "Corriere della Sera" (16, 17, 18, 20, 21 novembre 2005) sul processo Milosevic? Forse perché l'italiano Fausto Pocar è divenuto presidente del Tribunale dell'Aja? Checché si dica, siamo di fronte a un processo politico, dato che politico per eccellenza è l'organo, il Consiglio di sicurezza delle N.U., che ha istituito un tribunale ad hoc senza avere la relativa competenza: gli studi di uno dei più illustri internazionalisti italiani, Gaetano Arangio-Ruiz, lo argomentano irrefutabilmente. Nella logica seguita per l'istituzione di quel tribunale, il C.d.s. potrebbe instaurare una dittatura mondiale. Con buona pace del Collega Pocar, e si tratta di una considerazione non quantitativa, bensì concettuale, le N.U. non sono la "comunità internazionale" (nozione comunque per sé ambigua): certe decisioni che urtano contro principi fondamentali non possono venire imposte neppure dalle N.U., che sono vincolate a uno Statuto pattizio. Oltre che illegittimo, si tratta anche di un tribunale iniquo, che ha preso di mira essenzialmente la componente serba, ha lasciato finire indenni i loro giorni il croato Tudjiman e il bosniaco-musulmano Izebetgovic; non ha ricevuto, tra le competenze (illegittimamente) conferite, quella sul crimine di aggressione o contro la pace - le mene occidentali che hanno portato o contribuito poderosamente allo sfascio della Jugoslavia socialista; non ha neppur sfiorato i crimini NATO in Jugoslavia, pur letteralmente ricompresi nella sua (illegittima) sfera di competenza; ha sorvolato sul rapimento e sequestro di Milosevic, contro promesso danaro al nuovo governo jugoslavo, da un carcere di Belgrado e sulle violazioni delle Costituzioni jugoslava federale e serba; sta costruendo il teorema della joint criminal association (con istituzione di una responsabilità oggettiva, Milosevic era il capo e non poteva non sapere tutto). Si tratta in realtà, nella logica dei "vincitori", di esibire al mondo il colpevole di tutto, con una decisione che possiamo considerare già scritta, per far sparire, dietro gli (pseudo)-giudizialmente condannati crimini di un "mostro", le responsabilità criminali di chi ha attizzato le guerre civili in Jugoslavia già con gli illeciti riconoscimenti delle secessioni.

Ma attribuire i connotati di un "mostro" a un uomo che ha solo difeso il suo Stato, ne ha comunque accettato e fatto accettare la diminuzione territoriale (Dayton), ha promosso l'unica Costituzione non etnicamente ispirata nella Jugoslavia frantumata e a proposito del quale non esistono elementi per affermarne una personale responsabilità generale, è moralmente, politicamente e giuridicamente inaccettabile. In particolare per chi conosce, come il sottoscritto, membro del Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic, una personalità coraggiosa, indipendente, patriottica ma non nazionalistica, di piena ispirazione umanistica.

Purtroppo le campagne mediatiche intossicano le menti di tanti lettori, che nulla sanno e tutto danno per scontato.

Prof. Aldo Bernardini


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