Non pubblicata
Roma, 18 novembre 2005
Spett.le Liberazione
allatt.ne del Direttore
Piero Sansonetti
Fax 06 441 83 254
Caro Direttore,
capisco le esigenze di semplificazione, ma nel tuo articolo del 17 novembre 2005, nella
grande sostanza assolutamente da condividersi, vi sono affermazioni che lasciano perplessi.
Certo, il senso generale è che gli anglo-americani, da ultimo con le armi chimiche usate a
Falluja, compiono proprio quei crimini di cui accusano altri. Ma, per Saddam Hussein, non mi
pare esatto dire che sia stato condannato da tutta la comunità internazionale (i palestinesi e
in generale le masse arabe non lo hanno certo condannato, e con qualche ragione) né può
accettarsi che i fatti attribuitigli avevano spinto lamministrazione Bush allaggressione e
alloccupazione dellIraq (perché i veri motivi sono ben altri). Contesti e portata dei fatti
attribuiti a Saddam Hussein e del complesso dei crimini anglo-americani sono comunque
completamente diversi. Mi lascia poi assolutamente basito laffermazione per cui è molto
difficile credere che Milosevic non avesse ordinato leccidio di Sebrenica. E il teorema della
Del Ponte, colei che ha impedito che si giudicassero i crimini NATO in Jugoslavia. La vita può
riservare molte sorprese, ma non si può dar facile credito alle tesi di un tribunale voluto dagli
aggressori nei confronti di chi ha inteso difendere il proprio paese e un minimo dellidea
jugoslava. Per chi lo ha conosciuto di persona, come il sottoscritto, Milosevic è uomo di
grande civiltà, che mi ha espresso il suo totale ripudio nei confronti delle azioni criminose
compiute da forze estremiste di tutte le parti del conflitto jugoslavo, delle quali però vengono
chiamati a rispondere, dallo pseudo-tribunale, in maniera assolutamente prevalente i serbi.
Lineffabile Del Ponte ha fatto in modo che non fossero neppur sfiorati Tudjiman e
Izebetgovic, capi croato e bosniaco-musulmano protetti dallOccidente.
Aldo Bernardini
Roma, 29 novembre 2005
Spett.le "Liberazione"
all'att.ne del Direttore
Piero Sansonetti
Fax 06 - 441 83 254
Caro Direttore,
la posizione dell'Unione sul ritiro delle truppe italiane dall'Iraq è
assolutamente improponibile: trattare, come si è letto, con le "autorità
irakene" (le virgolette, doverose, sono mie) significa trattare con un
regime quisling e quindi porsi nel solco di quell'occupazione che a parole
si rigetta. E significa naturalmente schierarsi contro la legittima
Resistenza irakena.
Aldo Bernardini