Verso le elezioni del 9-10 aprile

Abbiamo qui due grandi bande di speculatori politici
che alternativamente entrano in possesso del potere,
e lo sfruttano coi mezzi più corrotti e ai più corrotti scopi;
e la nazione è impotente contro queste due grandi bande
di politici, che apparentemente sono al suo servizio,
ma in realtà la dominano e la saccheggiano.
(Friedrich Engels)

Il 9 e 10 aprile, la politica per dirla con Louis Althusser, ci “chiama in causa”, ma per carità non ci mettiamo in testa strane idee, la nostra partecipazione al festival della democrazia è prevista solo in veste di elettori, che al giorno d’oggi è come dire tifosi calcistici; anzi per farci sentire meglio in  queste vesti, i contendenti si sono divisi in due squadre e hanno organizzato pure il derby: il “cavaliere nero versus il professore bianco”; siamo autorizzati come Fantozzi a metterci in mutandoni  e seguirlo con la frittata, la birra e il rutto libero.

Con la stessa ossessione con cui la pubblicità tenta di convincerci ad acquistare un prodotto, la battaglia elettorale con toni che si fanno sempre più parossistici e senza esclusioni di colpi, in un vorticoso giro di dibattiti, spot pubblicitari, programmi elettorali gonfi di ipocrita moralismo, ha unicamente lo scopo di carpire il nostro voto.

Di fronte a ciò  il primo impulso più che giustificato è una reazione di disgusto e di rifiuto, ci si sente come il nipote di Rameau , preso tra il cavaliere e l’abate “di piatto in piatto, uno a destra uno a sinistra, qui siedo sempre come un maestoso cazzo fra due coglioni ”(Denis Diderot). Ma l’attimo di cui sopra sappiamo appunto che tale deve durare lo impone il nostro essere comunisti sebbene non organizzati ancora nel nostro partito; le nostre ragioni, le nostre azioni non sono dettate da valutazioni emotive esse sono dettate da analisi che hanno come unico interesse la nostra classe di riferimento, votare e spingere a  votare in questo momento è l’interesse dei comunisti e della classe operaia. E’ chiaro a tutti e a noi prima degli altri che certamente non andremo a dare l’assalto al cielo, la nostra scienza e l’esperienza storica del movimento operaio ci permettono di conoscerne le ragioni:

quindi la nostra scelta non è dettata perchè affetti da cretinismo parlamentare. Ma sappiamo pure da leninisti che “bisogna tenere conto dei fatti e per ora il parlamento è ancora un’arena della lotta di classe”. “Per i comunisti il parlamentarismo è “politicamente superato”; ma si tratta precisamente di non ritenere ciò che è superato per noi come superato per la classe, per le masse”. Nei primi punti, la nostra strategia, negli altri la nostra tattica, cioè l’azione politica, sempre vista in concreto mai in astratto.

Da comunisti siamo ben coscienti che con queste votazioni non andremo a votare “un’Italia onesta che lavora” opposta ad “una classe politica che  sperpera e ruba”, ci è chiaro che la lotta elettorale copre la realtà dei diversi settori della borghesia che si combattono, magari a colpi di scandali, intrighi, intrallazzi e correità che non escludono nessuno dei responsabili del capitale e i loro referenti politici.

Ci è ben chiaro che oggi il Capitale limitato com’è a trarre il massimo del profitto è costretto a manifestare tutte le sue contraddizioni interne; “ Fino a che gli affari vanno bene, la concorrenza esercita, a proposito del tasso generale di profitto, un’azione di fratellanza sulla classe capitalistica che praticamente si ripartisce il bottino comune, in proporzione del rischio assunto da ognuno. Appena non si tratta più di ripartire i profitti, ma di suddividere le perdite, ciascuno cerca di ridurre il più possibile la propria quota parte della perdita, e di riversarla sulle spalle degli altri. La perdita, per la classe nel suo insieme, è inevitabile, ma quanto di essa ciascuno debba sopportare, in quale misura debba assumersene una parte, diventa allora questione di forza e di astuzia, e la concorrenza si trasforma in una lotta tra fratelli nemici. l’antagonismo tra l’interesse di ogni singolo capitalista e quello della classe capitalistica si manifesta allora nello stesso modo come nel periodo di prosperità si era praticamente affermata, per mezzo della concorrenza. I capitalisti che si comportano come dei falsi fratelli. (K.Marx).

In questa battaglia purtroppo data la nostra attuale situazione di estrema debolezza (sarebbe meglio dire di inesistenza, almeno come forza politica organizzata) non possiamo fare altro che dare l’indicazione del voto per il centro- sinistra perché in mancanza del suo Partito la classe operaia è ancora e solo “massa di manovra guidata e diretta dallo stato maggiore di un’altra classe sociale” “…nelle varie fasi del suo sviluppo, la classe operaia ha appoggiato i partiti politici più diversi. Ha cominciato con l’appoggiare i partiti liberali…per annientare i residui del feudalesimo economico nelle campagne…in un secondo periodo i partiti democratici piccolo-borghesi e lottò per allargare i quadri dello Stato borghese, per introdurre nuove istituzioni, per sviluppare le istituzioni esistenti.” A. Gramsci.

Battere  Berlusconi, mandare via il centro destra, è la nostra più impellente necessità.   Certamente  non abbiamo dimenticato  le scelte del centro sinistra: CPT, legge Turco-Napolitano, riforma Amato, pacchetto Treu, guerra in Jugoslavia, riforma del titolo V della Costituzione, Riforma Berlinguer, maggioritario elettorale. Ma voteremo per il centro sinistra e più precisamente per la sinistra cosiddetta radicale, perché è quella che agita la questione del salario, della scala mobile, del lavoro etc. evito di dire per R.C. o PdCI  essendo iscritto al secondo potrebbe sembrare un discorso interessato. Lo  schieramento di centro-destra è il governo più reazionario dal 1945 ad oggi e non ha ancora mostrato tutto il suo carattere eversivo. Se solo ci fermassimo a riflettere sulla sua composizione evidenzieremmo subito che le sue maggiori componenti cioè F.I., A.N. e Lega sono partiti che non hanno derivazione Costituzionale e guarda caso sono quelli che maggiormente hanno agito per il suo affossamento; sono canagliescamente contro la Resistenza, basti ricordare le assenze di Berlusconi alle celebrazioni del 25 aprile, la sospensione dei finanziamenti all’ANPI, le continue offese ai partigiani e  a rafforzare questo schieramento si sono aggiunti Rauti, Mussolini, Tilgher, Fiore, Saya, Romagnoli. Né va dimenticato che questo governo è quello che ha realizzato il cosiddetto Piano di rinascita democratica ovverosia il piano della P.2 ed ancora dalle sentenze emesse dalla magistratura i legami che legano alcuni suoi uomini con la criminalità organizzata e la gran lena che questo governo ha messo in campo per colpire la stessa magistratura, né va sottaciuto il rilevante numero di suoi parlamentari che hanno sentenze passate in giudicato, e che dire dello strettissimo legame con la componente più estrema dei neocons USA cioè con i teorizzatori della guerra preventiva al “ terrorismo” che vuole dire per il nostro paese essere coinvolto in nuove guerre.

Non va dimenticata poi che ci sarà pure l’elezione del Presidente della repubblica con tutto quello che ne consegue sulla difesa dell’integrità nazionale, della difesa della Costituzione etcc.; ed ancora il referendum sulla devolution e la riforma costituzionale.

Mi fermo qui per non dilungarmi oltre ma già quanto detto è più che sufficiente a che da comunisti ci mobilitiamo per una sconfitta cocente del centro-destra, questa battaglia è la battaglia di difesa delle libertà democratiche borghesi compito che tocca ai comunisti in caso di latitanza di quelli. Per noi non va bene il concetto bordighista del tanto peggio, tanto meglio. Siamo  coscienti che una cosa è lottare, vivere ed organizzarsi in una società che riconosce sia pure con grossi limiti l’esistenza di diritti , un’altra cosa è doverlo fare in una società dittatoriale, in modo clandestino per essere stati messi fuori legge o peggio ancora di doverlo fare in una società tipo quella del ventennio fascista.

Luciano Bronzi

marzo 2006


Ritorna alla prima pagina