RINALDINI, LO SLAI COBAS STA DI LÀ

Loris Campetti

Il Manifesto
17 maggio 2009


La rivoluzione non è un pranzo di gala, diceva Lenin, e anche la lotta sociale ha i suoi momenti di asprezza, di scontro. Chi dirige un sindacato come la Fiom è abituato da sempre a vedersela con la rabbia di chi rappresenta. Si può capire chi, dopo giorni e giorni di scioperi e presidi, nel momento in cui si trova di fronte a una proposta di accordo vuole capire, ha paura di essere fregato, magari grida al tradimento perché gli si propone un compromesso, una mediazione. Ci può scappare anche uno spintone, non solo parole grosse. Così capitò a Melfi, al termine di una lotta straordinaria che consentì ai lucani della Fiat di diventare finalmente operai di serie A. Il segretario della Fiom Gianni Rinaldini seppe ascoltare, trattare, mediare, ottenere un risultato. Riuscì a parlare anche ai più incazzati degli operai, dall'alto di un furgone ai cancelli della Sata di Melfi. E' normale. In qualche circostanza possono volare persino bulloni: al di là del giudizio politico sulle forme di lotta e di contestazione, che è giusto esprimere, si tratta di episodi non estranei alla storia del movimento operaio.

Quel che è successo ieri davanti al Lingotto, invece, è intollerabile perché è la strumentalizzazione della rabbia di chi è costretto a subire ingiustizie, come i lavoratori campani deportati a Nola. Quella rabbia è stata scagliata fisicamente da un gruppo organizzato contro chi sta guidando la lotta alla Fiat per evitare che sia un uomo solo a decidere il destino di centinaia di migliaia di lavoratori. Una lotta fatta in solitudine, nel disinteresse di gran parte dell'opposizione a un governo imbelle e subalterno al capitale. Individuare in Gianni Rinaldini il nemico, sottoporlo a un processo sommario, assaltare il palco in maniera squadristica e scaraventare giù il segretario generale della Fiom apre una ferita profonda che deve trasformarsi in uno spartiacque: si sta di qua o si sta di là. Lo Slai Cobas sta di là. Si saranno chiesti: ci si nota di più se ci mostriamo o se ce ne stiamo insieme agli altri? Hanno deciso di mostrarsi, li abbiamo visti. Per conquistare un momento di visibilità hanno tolto visibilità e forza alla lotta e all'unità degli operai della Fiat.

Ritorna alla prima pagina