Afganistan:
mandati a morire invano
per una causa sbagliata
che non fa onore al nostro paese

Comunicato stampa de Il Cantiere per il Bene Comune

Com'era purtroppo prevedibile, l'Italia ricomincia a contare i morti in Afghanistan. Morti invano, e per una causa sbagliata, che non fa onore al nostro paese.

Ormai perfino le valutazioni più autorevoli degli stessi servizi segreti americani, confermano che la guerra al terrorismo, così come l'ha impostata l'Amministrazione di Washington, produce e moltiplica altro terrorismo. E l'Italia ha rifinanziato una missione di guerra che si colloca all'interno di una grande menzogna. Perchè abbiamo saputo, ormai inequivocabilmente, che la Nato fu trascinata in Afghanistan con l'inganno, invocando l'articolo 5 del trattato e proclamando che gli Stati Uniti avevano la prova certa che l'autore dell'11 settembre fosse Osama bin Laden. Anche le Nazioni Unite furono costrette a ratificare la guerra in base allo stesso inganno.

Adesso neppure l'FBI è in grado di sostenere quelle certezze. E nemmeno la versione ufficiale dell'11 settembre sembra reggere alla prova delle più elementari constatazioni e verifiche.

Affermare che adesso bisogna restare perchè andandocene sarebbe il caos, significa mentire a noi stessi, agli afghani e agli iracheni. Il caos in Afghanistan già è in atto. E in Irak, per ammissione degli stessi comandi USA, siamo già in piena guerra civile.

Ci si chiede per quale ragione l'Italia resti imprigionata in quel pantano. Per tenere fede a impegni con alleati che si sono rivelati inaffidabili e avventurosi? Per combattere una battaglia non solo senza prospettive, ma tale da screditare per generazioni coloro che la compiono?

Né il popolo afghano, né quello iracheno, faranno un passo avanti verso la democrazia in queste condizioni, cioè messi sotto tutela armata. Bisogna venirsene via, da entrambi i paesi. come prima condizione per una, completamente diversa, iniziativa di pace nei loro confronti.

Giulietto Chiesa, Diego Novelli, Achille Occhetto, Elio Veltri

27 settembre 2006


Ritorna alla prima pagina