Le posizioni dei comunisti sulla Cecenia

Da "Falce e martello", organo del Partito Comunista Pansovietico dei Bolscevichi dell’Ossezia del Nord.

La guerra in Cecenia è riesplosa nell’agosto ’99, quando gruppi di combattenti ceceni, ben addestrati e armati fino ai denti, hanno attaccato in forze il Daghestan partendo dal territorio ceceno. Il Daghestan, che fa parte della Repubblica Russa ed era una repubblica autonoma nell’URSS, è precipitato in una tragedia di dimensioni mai viste con più di 20.000 persone hanno dovuto fuggire in seguito agli attacchi ceceni.

Il Caucaso è una regione ricca ed è anche il ponte che unisce la Russia Centrale all’Ucraina e l’Occidente all’Asia e il Mar Caspio al Mar Nero. E’ una regione in cui convivono molte lingue e molte etnie, tra cui le cosiddette "minoranze oppresse". Gli organi di informazione dell’ex Unione Sovietica hanno parlato tutti, praticamente senza eccezione, di attacchi terroristici. Si è visto però che questa definizione non corrispondeva alla realtà. Non di gruppi di banditi si trattava, ma di forze ben addestrate ed equipaggiate e inquadrate da osservatori e consiglieri stranieri. Non si trattava affatto di un conflitto locale con qualche banda di terroristi animata da sete di bottino o altro, ma di varie migliaia di combattenti addestrati da stranieri nelle più sofisticate tecnologie di guerra. Era una guerra contro un esercito regolare ceceno con consiglieri stranieri e più di diecimila soldati regolari inquadrati da stranieri. Ci sono numerose prove di lauti finanziamenti dall’Arabia e dal miliardario Ben Laden. Secondo fonti britanniche, per finanziare la guerra sono stati stanziati migliaia di miliardi a favore di fondamentalisti islamici e di interessi petroliferi occidentali.

A organizzare, sostenere e finanziare la guerra sono soprattutto gli USA. Dato che ci sono ancora missili intercontinentali in mano russa, gli Stati Uniti aspettano l’occasione per intervenire e istigano i conflitti interni nella regione che è parte essenziale del dispositivo di difesa dell’Unione Sovietica... senza contare le ricchezze ancora nascoste nel sottosuolo, il gas e il petrolio su cui grandi sono gli appetiti dell’imperialismo USA.

I ceceni nel corso della seconda guerra mondiale furono deportati in massa in un altro territorio perchè in maggioranza avevano aiutato Hitler e ucciso i soldati e gli avieri dell’Armata Rossa che cercavano di liberarli. Fu una misura che lo stato sovietico dovette prendere e che mirava a una risistemazione della popolazione che, se fosse rimasta nelle zone di guerra, sarebbe stata sterminata e con l’aiuto offerto ai nazisti tedeschi avrebbe causato pesanti perdite all’Armata Rossa che si doveva difendere non solo dai tedeschi, ma anche dai capi nazionalisti della popolazione cecena. La deportazione causò soltanto 13 morti, dovuti per lo più a malattie, e non le migliaia di cui parlò la propaganda tedesca delle SS di allora e quella americana oggi.

L’idea di fondo che sta dietro a questi conflitti (e che ritroviamo anche in altri luoghi) è quella di provocare uno sconquasso nel tentativo di creare nella regione una Repubblica Islamica fondamentalista che si estenda ai confini meridionali della Russia saldandosi dall’Asia Minore col fanatismo religioso attualmente praticato in Afganistan. Sarebbe un ritorno al medioevo e anche peggio... un ritorno alla barbarie.

Anche gli attentati teroristici a Mosca, Leningrado, Volgodonets e in altre città fanno parte di una campagna organizzata di destabilizzazione, per spingere i popoli sovietici al nazionalismo e fare in modo che il conflitto locale si proietti su tutta la Russia... finchè qualche minoranza locale non faccia appello alla NATO per aiuto, delinenado così una situazione di tipo jugoslavo.

L’attuale dirigenza borghese della Russia pretende stupidamente di sconfiggere l’aggressione cecena come se tutto finisse lì ... senza rendersi conto che l’imperialismo occidentale animerà altri conflitti locali per arrivare allo smembramento della Russia, così come è riuscito per il momento a fare per la Jugoslavia. Se riguardiamo ai conflitti etnici interni che si sono prodotti in Georgia, Armenia, Azerbaijan e altrove, ... possiamo riconoscere la politica del divide et impera e ci rendiamo conto che anche il regime di Eltsin è responsabile di questi conflitti. Quando c’era l’URSS non c’erano conflitti in questa regione e se conflitti si manifestavano, venivano affrontati secondo quanto previsto dalla Costituzione Sovietica. Nel Caucaso a causa dell’economia di mercato ci sono attualmente, secondo i dati a nostra disposizione, non più di 200 ricche famiglie che controllano l’80% di tutte le ricchezze.

E’ assolutamente certo che gli USA e la NATO alla prima occasione spediranno le loro forze in qualsiasi regione della ex Unione Sovietica in cui pensino di poter fare quello che hanno fatto in Jugoslavia. Per questo c’è un disperato bisogno di unità tra i comunisti e le organizzazioni popolari, prima che sia troppo tardi.

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