Mercoledì 7 gennaio 2015 un gruppo armato di fanatici jihaidisti ha
attaccato a Parigi la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo,
massacrando la sua redazione. Dodici i morti e numerosi i feriti. Alle
famiglie e agli amici dei giornalisti assassinati vanno le nostre
condoglianze, ai feriti gli auguri di pronta guarigione, assieme alla
solidarietà politica e umana. In seguito al barbaro attentato
terroristico si sono svolte manifestazioni popolari in numerose città
della Francia per esprimere vicinanza a Charlie Hebdo e il rifiuto della
barbarie. In molti hanno alzato cartelli con lo slogan “Je suis
Charlie”, a difesa dei valori e dei diritti democratici. Ci associamo
alle dimostrazioni di solidarietà, denunciando il clima di intolleranza e
la crescente diffusione delle idee reazionarie, nazionaliste e xenofobe in
tutta Europa, alimentate da simili atti. Da parte loro i capi di governo
delle potenze imperialiste con altisonanti dichiarazioni hanno condannato
l’attentato e si sono eretti a paladini delle libertà attaccate.
Farabutti e ipocriti! Questi cinici rappresentanti del grande capitale
sono gli stessi che hanno sostenuto e armato gli islamisti radicali in
Afghanistan, in Siria, in Libia, in Iraq, come pretesto per nuovi
interventi “umanitari” diretti a perseguire i loro disegni di rapina e
di nuova ripartizione del Medio Oriente e del mondo. Sono gli stessi che
con le loro politiche neoliberiste e di austerità sopprimono i diritti e
le libertà democratiche ottenute dalla classe operaia con decenni di
lotte e sacrifici, che tentano di soffocare la libertà di stampa e di
espressione dei lavoratori, di distruggere la cultura e l’istruzione
umanistica e scientifica. Sono gli stessi che mettono in piedi Stati
sempre più autoritari e polizieschi, che rafforzano la militarizzazione
della società, che varano leggi emergenziali e securitarie, che reprimono
e criminalizzano le lotte e le proteste degli sfruttati e degli oppressi.
Sono gli stessi che tollerano il razzismo, la xenofobia e il fascismo, che
teorizzano e coltivano il progetto di una “guerra di civiltà” per far
scannare i popoli fra di loro e mantenere il potere dell’oligarchia
finanziaria.
E’ ora che emerga tutta la verità sull’utilizzo del
terrorismo islamista da parte degli imperialisti e dei governi reazionari
loro alleati. Al Qaeda è stata messa in piedi, addestrata e armata dalla
CIA in Afghanistan. Ha sempre svolto uno sporco ruolo colpendo la lotta
nazionale progressista dei popoli arabi e imponendo loro il terrore. I
criminali jihaidisti che si fanno chiamare ISIS (Stato islamico), così
come Al-Qaeda e Al-Nusra, hanno la stessa origine e scopo: aiutare
l'imperialismo occidentale e il sionismo, in alleanza con i regimi più
reazionari del Medio Oriente. Questi gruppi banditeschi sono appoggiati e
finanziati da governi e potenti gruppi economici di Arabia Saudita, Qatar,
Kuwait, Turchia e Israele (alleati degli USA). Edward Snowden, ex spia
della NSA, ha rivelato che i servizi segreti nordamericani e inglesi hanno
collaborato col Mossad per creare l’ISIS. Secondo i documenti NSA
pubblicati da Snowden "l'unica soluzione per proteggere lo Stato ebraico
è creare un nemico vicino ai suoi confini. E’ noto che il capo
dell’ISIS, Abu Bakr Al Baghdadi, ha ricevuto addestramento militare dal
Mossad, oltre alla formazione in teologia e retorica; è noto che
“ribelli siriani” sono stati curati in Israele e poi rispediti al
fronte. Altrettanto risaputi sono i rapporti del senatore Mc Cain,
battistrada della destra repubblicana USA, con i capi di ISIS e Al Nusra,
restauratori del “Califfato islamico”.
Anche l’imperialismo
italiano, vassallo degli USA, ha contribuito in diversi modi per
alimentare queste bande, in particolare fornendo assistenza ai gruppi
islamisti in Libia e in Siria. L’ISIS e Al-Qaeda sono strumenti utili
della borghesia internazionale e dell'imperialismo, che appoggiano la
reazione, particolarmente quella medievale, e la convertono in base
fondamentale della loro dominazione. Sono armi puntate contro tutte le
forze comuniste, rivoluzionarie, laiche e progressiste e democratiche del
Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia, che combattono la politica
dell’imperialismo e delle forze reazionarie. Queste forze reazionarie e
terroriste, come il mostro di Frankenstein, non possono essere
completamente gestite da chi le ha create e perseguono propri obiettivi di
potere, disturbando i piani di questa o quella potenza, di questo o quel
gruppo di briganti finanziari in lotta fra loro, amplificando i fattori di
guerra. Ma ciò dal punto di vista imperialista fa poca differenza,
perché sostanzialmente il fondamentalismo islamico serve i suoi interessi
strategici e gli fa da paravento. Non solo devia la lotta dei lavoratori e
dei popoli oppressi per la liberazione sociale e nazionale, non solo
alimenta guerre civili reazionarie, divisioni e fratture dei popoli su
basi confessionali o etniche, ma fornisce ottimi pretesti per nuovi
interventi militari da parte delle potenze imperialiste, volti a
soggiogare e smembrare gli Stati dipendenti, saccheggiare le loro risorse
naturali e controllare aree strategiche. Al tempo stesso il terrorismo
islamista viene usato come un mezzo per preparare il letto al fascismo,
per favorire i piani delle forze oscurantiste che vogliono creare una
“Europa di crociati”, per tenere legata la classe operaia alle catene
del capitalismo con la propaganda reazionaria della “unità nazionale”
e della “difesa della patria”. Le potenze imperialiste non possono in
alcun caso rappresentare un baluardo allo sviluppo delle forze islamiste
reazionarie e medioevali. Al contrario, le loro bombe che riducono paesi
interi a cumuli di rovine, la miseria dei lavoratori e dei popoli
provocata dalle loro criminali politiche economiche, i cinici discorsi
sulla «democrazia» a geometria variabile secondo i loro interessi (si
veda l'appoggio fornito nella guerra condotta da Israele contro il popolo
palestinese), permettono ai gruppi islamisti radicali di strumentalizzare
una parte della frustrazione e della collera di milioni di oppressi, in
maggioranza giovani, che subiscono le conseguenze di questa politica. La
lotta contro il fondamentalismo islamico, così come quella contro il
fascismo e la reazione, è parte integrante della lotta contro
l’imperialismo che li genera costantemente. Difendiamo con l’unità di
lotta della classe operaia le conquiste e le libertà democratiche, il
diritto di sciopero, gli spazi e le agibilità politiche, ideologiche,
culturali, dall’assalto imperialista e reazionario! No al terrorismo
antipopolare e alle guerre di rapina imperialiste! Solidarietà con la
lotta dei popoli palestinese e curdo! Costruiamo un ampio Fronte popolare
contro l’offensiva capitalista, la reazione politica e le minacce di
guerra! L’imperialismo e la reazione saranno sconfitti, la classe
operaia e i popoli oppressi vinceranno!
8 gennaio 2015
Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia