Condoleeza Rice in Cina

Condoleeza Rice in visita nei giorni scorsi a Beijing ha sollevato quattro problemi particolarmente spinosi per gli americani:

1) La legge antisecessione approvata dall'Assemblea del Popolo della Cina che ipotizza anche un intervento armato nell'eventualità della dichiarazione di indipendenza di Taiwan e mette allo scoperto i giochi dietro le quinte che Usa e Giappone hanno fatto negli ultimi anni per mantenere in forme nuove il loro predominio nell'Asia del sud-est. Indirettamente, la legge, sanzionando l'integrità territoriale della RPC nei suoi confini storici, precedenti ai trattati diseguali subiti nell'Ottocento ad opera dell'imperialismo inglese, portoghese e zarista, e realizzati con il ritorno di Hong Kong e Macao ed il recente accordo cino-russo sulle frontiere, a futura memoria interviene sulle pretese indipendentistiche del Dalai Lama per il Tibet, sorrette da molti circoli reazionari mondiali e guarda caso anche da "prestigiosi progressisti" di casa nostra, e sulle rivendicazioni autonomistiche a colpi di atti terroristici da parte di gruppi integralisti islamici della regione del Sinkiang-Uigur.

2) La questione dell'armamento difensivo della Repubblica popolare democratica della Corea, già in possesso di missili a lunga gittata ed armi nucleari, che non va giù agli Usa perché non possono ricattarla con il loro potenziale aggressivo e pertanto sollecitano la Cina ad intervenire sui compagni coreani per limitare il loro armamento. Su questo argomento RPC e RPDC nel passato hanno avuto diversi contatti ed oggi il primo ministro Pak Pong Ju si è recato in visita a Beijing. Una posizione comune enunciata negli incontri passati, anche se non identica, ha stabilito che la non proliferazione nucleare deve riguardare tutto il territorio coreano, compreso il Sud dove gli americani hanno delle basi nucleari da 50 anni, e che i problemi di comune interesse tra RPDC e USA devono essere trattati in incontri bilaterali e non nei colloqui a sei (USA, Giappone, RDC, Russia, Cina, RPDC).

3) La pressione sulla Cina per modificare l'assetto costituzionale a favore di un regime parlamentare "più rispondente alle scelte economiche fondate sulla liberalizzazione dei mercati". Siccome la crescita economica della Cina continua galoppante e nello stesso tempo il sistema politico-statuale non dimostra alcuna incrinatura, a differenza di quanto successe nell'Unione Sovietica (dove stagnazione e poi crisi economica si associarono a logoramento e crollo dell'assetto costituzionale e statuale), gli USA sono molto preoccupati e pensano che la competizione USA-CINA non diventerà problema dei prossimi decenni, ma addirittura dei prossimi anni.

4) L'interscambio commerciale USA-CINA sfavorevole agli USA in questo momento e la richiesta di modifica della parità fissa dello yuan rispetto al dollaro, una geniale misura che ha permesso al governo cinese di facilitare l'incremento delle esportazioni quando il dollaro cala e di aumentare le riserve valutarie quando il dollaro si apprezza.

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