Analisi dei cambiamenti
e ricostruzione dell’organizzazione di classe

Il lavoro interinale e i contratti a termine sono la forma dominante di assunzione oggi. Otto assunzioni su dieci avvengono ormai su questi nuovi canali. Questa affermazione è di Tito Boeri, economista dell’università Bocconi ed è riportata sul "Corriere della sera" dell’11 settembre. Se a questo dato aggiungiamo il lavoro nero e l’uso degli extracomunitari si può avere un’immagine chiara di che cosa significhi lavoro salariato oggi. A questo si aggiunga che anche nel pubblico impiego e nei servizi la trasformazione giuridica del rapporto di lavoro galoppa velocemente: nei servizi di base, come la telefonia, elettricità e trasporti e negli enti locali, dove gli appalti di servizi essenziali sono ormai la norma. Ora, anche nel pubblico impiego è stato introdotto il lavoro interinale.

Di queste cose si parla molto nella sinistra cosiddetta antagonista e tra i comunisti, ma ci sembra che una discussione di fondo su come affrontare la nuova fase non sia ancora veramente avvenuta. Tutto ruota ancora tra esaltazione del cobasismo e condizionamento confederale a sinistra, senza mordere davvero il nodo della questione.

In questi anni a livello di lotte e di organizzazione sono emersi solo quei settori che hanno potuto esprimere una forza in rapporto alla loro collocazione produttiva (servizi) o sociale (scuola). Anche in questi settori, ovviamente, stanno marciando le trasformazioni, ma esse seguono solamente la fase che ha investito il centro del lavoro salariato.

Ciò ha avuto conseguenze profonde nella logica dello scontro politico e della riorganizzazione della sinistra. Senza una forte presenza proletaria il discorso politico si fa confuso o velleitario e ciò spiega la situazione attuale. Un recupero solo ideologico o politico non è sufficiente.

Paradossalmente, anche la trasformazione del PCI/PDS è stata condizionata dalle trasformazioni di cui stiamo parlando che, se certamente sono state volute dal suo gruppo dirigente, alla fine ne hanno travolto l’insediamento sociale.

Nella ripresa della discussione tra comunisti occorre perciò, da questo punto di vista, rimettere al centro la questione operaia e noi inizieremo dal prossimo numero pubblicando due interviste con compagni impegnati nel lavoro sindacale.

Ritorna alla prima pagina