Atene: Documento programmatico
del Consiglio mondiale per la Pace

1. Noi partecipanti alla Conferenza mondiale per la Pace convocata dal Consiglio Mondiale per la Pace e ospitata dal Comitato greco per la Distensione internazionale e la Pace (EEDYE) dal 10 al 12 maggio 2000 ad Atene chiamiamo tutti i movimenti per la pace del mondo a lavorare insieme globalmente per un XXI secolo di pace e sicurezza.

Per il bando totale e l’eliminazione delle armi nucleari
e per un sostanziale disarmo

2. Ci sono ancora circa 30.000 testate nucleari nel mondo. Per i movimenti per la pace di tutto il mondo l’obiettivo di un mondo libero dalle testate nucleari è un’assoluta priorità. La 1ª risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (1946) chiedeva la distruzione totale e la proibizione delle armi atomiche. Questa esigenza primaria posta dalla politica del dopoguerra deve essere posta in pratica con urgenza.

3. La 53ª Assemblea generale dell’ONU ha adottato a maggioranza schiacciante una risoluzione, proposta dalla "New Agenda Coalition", che impone agli stati nucleari di impegnarsi senza riserve per il disarmo nucleare in tempi ravvicinati, nonchè una risoluzione, proposta dai paesi non allineati, che chiede l’abolizione delle armi nucleari in un arco di tempo determinato. Nella Conferenza sullo stato di attuazione del Trattato di Non Proliferazione (aprile-maggio 2000) è stata espressa a gran voce l’esigenza che gli stati nucleari rispettino l’impegno vincolante al disarmo. Il segretario generale dell’ONU ha proposto che l’Assemblea del millennio «convochi una grande conferenza internazionale che serva a stabilire attraverso quali processi eliminare il pericolo nucleare». La contraddizione tra le forze che continuano a propugnare una politica di deterrenza nucleare e l’opinione pubblica internazionale contraria alle armi nucleari si sta ulteriormente allargando.

4. Tra l’altro sta crescendo una protesta generalizzata contro l’atteggiamento arrogante del governo USA che considera intoccabile la propria superiorità nucleare mentre attacca i programmi nucleari di altri paesi e rifiuta di ratificare il Trattato per la messa al bando degli esperimenti. Intanto anche l’esigenza di stretta osservanza del Trattato Anti Missili Balistici e di attuazione dello START II si va facendo più pressante. C’è preoccupazione per i pericoli di una nuova corsa alle armi nucleari nell’Asia meridionale e per le capacità nucleari di Israele che possono provocare una proliferazione delle armi di distruzione di massa nella regione.

5. Pretendiamo da tutti gli stati nucleari un impegno senza riserve per l’eliminazione delle armi nucleari e l’inizio di negoziati per la stipula di un trattato che metta totalmente al bando tali armi.

6. Esigiamo misure concrete di disarmo:
a) la creazione e l’allargamento di zone denuclearizzate;
b) il bando totale di ogni tipo di esperimento;
c) il rifiuto delle dottrine di impiego preventivo e di primo impiego delle armi nucleari:
d) la disattivazione delle testate e la loro separazione dai sistemi di lancio.

7. Al di là delle differenze di opinione e di convinzioni politiche e religiose, ci impegnamo per sviluppare un’opinione pubblica internazionale e movimenti che sappiano far pressione sulle forze pro-nucleari per raggiungere gli obiettivi summenzionati promuovendo campagne nazionali, raccolte di firme, ecc. Proponiamo giornate internazionali di iniziativa per l’abolizione delle armi nucleari, come le giornate di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto) e la settimana per il disarmo che inizia il 24 ottobre.

8. Tagli consistenti delle spese militari sono essenziali sia per il miglioramento delle condizioni di vita e per lo sviluppo economico, sia per la pace e la sicurezza. I paesi occidentali stanno accrescendo i loro bilanci militari in rapporto alla loro nuova strategia di ingerenza. Il commercio crescente delle armi rappresenta un pesante fardello per i popoli del terzo mondo e per tutta la popolazione mondiale.

9. Proponiamo una campagna per la riduzione delle spese militari in solidarietà con i movimenti sociali e dei lavoratori per migliori condizioni di vita e per lo sviluppo. In Africa il commercio di armi è cresciuto a causa dei conflitti regionali. Gli stessi che provocano le tensioni traggono poi profitto dalla vendita di armi. Chiediamo la limitazione e la proibizione del commercio delle armi e il controllo delle armi leggere. Respingiamo la militarizzazione dell’Unione Europea e la creazione delle sue forze di intervento. La crisi cecena deve essere risolta pacificamente.

Per un nuovo ordine mondiale di pace

10. La Carta delle Nazioni Unite, basata sulle lezioni della seconda guerra mondiale, afferma che suo scopo è «lo sviluppo di rapporti di amicizia tra le nazioni basati sul rispetto per il principio dell’uguaglianza e dell’autodeterminazione dei popoli e sulla soluzione dei conflitti con mezzi pacifici in conformità ai principi della giustizia e del diritto internazionale» e della non interferenza nefli affari interni. Nostro compito principale come movimenti per la pace nel XXI secolo è la difesa di un ordine mondiale pacifico basato su questi principi. Le organizzazioni dell’ONU dovrebbero funzionare sulla base di questi principi.

11. La guerra della NATO contro la Jugoslavia, definita «intervento umanitrario» è stata un aperto intervento militare che ha violato la Carta dell’ONU e la sovranità della Jugoslavia. E’ stata la realizzazione pratica della nuova dottrina strategica della NATO che sovverte fondamentali principi del diritto internazionale. Il vertice ministeriale dei paesi non allineati nel 1999 ha fermamente respinto l’interferenza negli affari interni di un paese sotto specie di "intervento umanitario". Ciononostante, il governo USA e i dirigenti della NATO hanno pubblicamente dichiarato che in caso di necessità "umanitaria" daranno il via ad attacchi preventivi contro altri paesi.

12. Il "nuovo concetto strategico" della NATO programma la possibilità di attacchi preventivi fuori dai confini dei paesi NATO in collaborazione con gli USA. Con questa nuova strategia, la NATO ha ufficialmente travolto tutti i cardini del diritto internazionale, come il principio della non interferenza negli affari di uno stato e l’astensione dalla minaccia dell’uso della forza. La Carta dell’ONU viene così brutalmente violata dalla NATO (dagli USA e dai loro alleati) e questa organizzazione rappresenta oggi una grave minaccia ed è nemica della pace e della sicurezza. In Asia e nel Pacifico sono stati firmati nuovi protocolli relativi ai vari aspetti della cooperazione militare tra gli USA e il Giappone, tali da consentire al Giappone di partecipare a una guerra provocata dagli USA. La riunificazione della Corea deve essere attuata in modo indipendente e pacifico. La politica interventista degli USA si manifesta anche nel continente latinoamericano.

13. Questa strategia globale di attacco preventivo contraddice l’ordine mondiale di pace delineato nella Carta dell’ONU e costituisce la più grave minaccia per la pace mondiale. Chiamiamo tutti i movimenti per la pace del mondo a lottare uniti e premere sui propri governi e sulle istituzioni internazionali contro questa minaccia e per difendere un ordine mondiale pacifico e la sua realizzazione.

14. Le basi militari degli USA e di altri situate fuori dai rispettivi paesi creano molti problemi ed effetti negativi. L’extraterritorialità delle attività militari che vi si svolgono è una minaccia per la vita e i diritti umani delle popolazioni residenti e attenta alla sovranità e alla sicurezza dei paesi ospitanti con incidenti mortali, crimini, inquinamento acustico a altri problemi ambientali.

15. Noi appoggiamo i movimenti popolari contro gli statuti di privilegio delle truppe straniere USA, per la limitazione delle attività militari delle basi straniere, per il risarcimento e l’eliminazione dei danni alle persone, per la protezione dell’ambiente, per la riduzione e l’allontanamento delle basi. Auspichiamo la cooperazione internazionale e lo scambio con il più ampio arco di forze, mettendo tra parentesi le diversità di opinione sulle questioni delle alleanze militari e dei blocchi.

16. Le alleanze e i blocchi militari servono per mobilitare le nazioni alleate in funzione della strategia mondiale degli USA e riducono la loro sovranità. Sollecitiamo un impegno urgente per sviluppare un’opinione pubblica che chieda la loro abolizione. Sosteniamo inoltre l’idea del movimento dei non allineati e vogliamo rafforzare la solidarietà nei suoi confronti.

Pace, disarmo e sviluppo economico

17. L’importanza dell’obiettivo del «disarmo per lo sviluppo» è stata sottolineata dalla 53ª assemblea generale dell’ONU. Per la pace e la sicurezza è fondamentale che vengano sradicate la fame e la povertà e che si attui uno sviluppo sostenibile. Questa è l’essenza stessa del movimento per la pace.

18. Col nome di "globalizzazione" viene imposto ai popoli del mondo un ordine internazionale che serve solo agli interessi delle multinazionali e danneggia gravemente lo sviluppo socio-economico dei paesi del terzo mondo, la vita dei popoli, l’agricoltura, le risorse naturali e l’ambiente. Questo processo mina seriamente la sovranità nazionale. Il Rapporto annuale del programma ONU per lo Sviluppo (1999) sottolinea gli aspetti negativi della "globalizzazione" e constata che il divario di reddito e di condizioni di vita a livello internazionale è diventato "grottesco".

19. La "globalizzazione" sta però incontrando un’opposizione crescente in tutto il mondo.Le manifestazioni del dicembre 1999 a Seattle e dell’aprile 2000 a Washington sono state uno stimolo per le forze della pace. Sono state mobilitazioni contro le politiche della Banca Mondiale, dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio e del Fondo Monetario Internazionale, che colpiscono le condizioni di vita di tutti i popoli, sia nei paesi sviluppati che in quelli sottosviluppati, e per favorire lo sfruttamento da parte delle società multinazionali provocano povertà, fame e disoccupazione a livelli senza precedenti.

20. Nella lotta contro il sottosviluppo, in particolare mediante il disarmo, chiamiamo a promuovere la cooperazione internazionale in solidarietà con i popoli che lottano contro gli effetti negativi della globalizzazione economica, finanziaria e commerciale.

21. «Il peso del debito è un’arma distruttiva contro lo sviluppo» (parole del segretario generale dell’ONU. Siamo solidali con "Giubileo 2000" per la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo senza condizioni politiche ed economiche.

22. Embarghi e blocchi vengono impiegati in violazione del diritto internazionale come metodi per arrecare gravi danni alle popolazioni. Chiediamo la revoca delle pratiche illegali contro Cuba decretate dagli USA con la legge Helms-Burton. C’è anche un’opposizione crescente dell’opinione pubblica mondiale contro le sanzioni che impongono eccessive sofferenze ai popoli e in particolare a donne e bambini come nel caso dell’Iraq e della Jugoslavia.

23. Lo stato indipendente di Palestina dovrebbe essere proclamato, riconosciuto e ammesso come membro a pieno titolo dell’ONU prima dell’assemblea del millennio del settembre 2000. Chiamiamo i movimenti per la pace a sostenere la proclamazione. Chiamiamo tutti i paesi ad affermare il loro sostegno a questa causa sia individualmente sia tramite l’ONU.

24. La riunificazione di Cipro deve essere attuata senza ulteriori indugi sulla base delle risoluzioni dell’ONU.

25. «Il riconoscimento della dignità intrinseca e dei diritti uguali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo» (dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo). Rafforziamo la solidarietà con i vari movimenti per i diritti politici, economici, sociali, civili e stringiamo i rapporti di cooperazione con loro soprattutto in Africa, in America Latina e in Asia.

La cultura della pace

26. La storia del XX secolo dimostra che il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia, il fascismo, il neofascismo e il neocolonialismo sono stati causa maggiore di guerre e violazioni dei diritti umani. E’ un compito importante del movimento per la pace combattere contro queste tendenze in tutte le forme.

27. Sosteniamo «l’Anno internazionale della Cultura della Pace» e il «Decennio internazionale per la Cultura della Pace e della Non-violenza per i Bambini del Mondo» proclamati dall’ONU. Bisogna intensificare le attività di educazione su pace, disarmo, sviluppo, protezione dell’ambiente, funzione dell’informazione e diritti dell’uomo.

28. Il pericolo del terrorismo di certi gruppi, sette o stati rappresenta una minaccia per la pace, la sicurezza, la sovranità e l’integrità delle nazioni. L’eliminazione del terrorismo è un obiettivo importante del movimento per la pace.

29. Sosteniamo le lotte dei popoli indigeni per il diritto alla terra, all’identità e all’autodeterminazione.

30. Chiamiamo tutti i movimenti per la pace a cooperare e lavorare insieme per gli obiettivi e le rivendicazioni summenzionate per un XXI secolo di pace e sicurezza in luogo dell’attuale ordine mondiale di guerra e di intervento.

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