Una collana
per la critica dell'ideologia borghese

Lettera di Domenico Losurdo a tutti i compagni impegnati nella lotta contro l’offensiva politica e ideologica dell’imperialismo e per la ripresa dell’iniziativa comunista

Cari compagni,

mentre la "Collana di interventi e documenti" da me diretta, "Per la critica dell’ideologia borghese", giunge al n. 6 e comincia a farsi conoscere anche fuori del nostro paese, mi sembra opportuno, a nome anche dei compagni impegnati nel lavoro, chiarire brevemente il significato e gli obiettivi di questa iniziativa. In primo luogo: perché se ne avvertiva il bisogno? Per chiarire questo punto conviene prendere le mosse da alcuni temi al centro del dibattito politico e ideologico dei giorni nostri.

Stando alle cifre fornite da organismi dell’Onu, la durata media della vita nell’ex-Unione Sovietica ha subito un crollo verticale, come avviene solo in occasione di guerre e di guerre totali. Ci sono stati giornalisti borghesi (Duverger) che, a proposito della Russia, hanno parlato persino di "genocidio" a danno degli anziani. Ebbene, quanti, anche nella sinistra che si dichiara "comunista", hanno il coraggio di proclamare apertamente che in Europa orientale, tra il 1989 e il 1991, si è verificata una vera e propria controrivoluzione?

Recentemente, l’ex-primo ministro australiano, Malcolm Fraser, ha scritto che gli Usa si stanno preparando attivamente ad una guerra con la Cina, approntando fra l’altro lo scudo spaziale chiamato a ridare a Washington il monopolio di fatto dell’arma nucleare. Per riconoscimento esplicito della stampa borghese, l’obiettivo dell’imperialismo è di smembrare il grande paese asiatico in una molteplicità di Taiwan, tutte soggette sul piano economico, politico e militare ai voleri degli aspiranti padroni dell’universo. Ebbene, quanti, anche nella sinistra che si dichiara "comunista", sentono la necessità di lanciare un grido di allarme e di sviluppare un movimento di lotta contro i pericoli di guerra e in difesa dell’integrità territoriale della Repubblica Popolare Cinese?

Dire Repubblica Popolare Cinese significa dire un quinto della popolazione planetaria, che però dispone solo del 7% delle terre agricole mondiali. Fidel Castro ha osservato: "Solo il socialismo poteva nutrire 1. 250 milioni di cinesi e dare un’abitazione, un televisore, altri utensili domestici e soprattutto le risorse essenziali per la vita di ogni famiglia cinese". E, ancora una volta, s’impone la domanda: quanti, anche nella sinistra che si dichiara "comunista", hanno preso visione di questa importante dichiarazione e si sono impegnati a diffonderla? Soprattutto, quanti hanno sentito il bisogno di conoscere e far conoscere la linea ideologica del Partito Comunista alla guida del paese che assicura lo sviluppo di un quinto della popolazione mondiale e che costituisce il bersaglio principale dell’imperialismo?

A colmare queste e altre lacune sta cercando contribuire la nostra Collana. Sono chiare le tre direttrici fondamentali del nostro lavoro:

1 Intendiamo intensificare la lotta contro l’ideologia borghese e sviluppare il dibattito tra i comunisti sul modo migliore per condurre questa lotta.

2. Rifiutando di accodarci alla tendenza oggi assai diffusa di liquidazione della vicenda storica iniziata con la rivoluzione d’Ottobre, ci proponiamo di ripresentare testi e documenti del movimento comunista che possono servire meglio alla comprensione della situazione e dei compiti del presente.

3. Ma la storia di cui stiamo parlando non è terminata. E’ ora di dar spazio alle voci, oltre che delle forze e dei partiti comunisti all’opposizione, anche dei partiti comunisti al potere. Con ciò, non intendiamo certo indulgere né all’agiografia né all’apologetica. Anni luce ci separano ormai da una pratica infausta che non è proprio il caso di riesumare o di rimpiangere. Ma non meno infausto è l’atteggiamento di quanti danno già per avvenuta o scontata l’omologazione planetaria. Nella migliore delle ipotesi, si tratta di una profezia auto-realizzantesi. E cioè, ci si accoda alla formidabile pressione che l’imperialismo esercita sulla Cina, su Cuba e altri paesi, per poter poi dire che un paese vale l’altro, un gruppo dirigente vale l’altro e che il "pensiero unico" ha ormai trionfato dappertutto; nei fatti si lavora per la resa dei comunisti e la vittoria dell’imperialismo, nella speranza di potersi poi vantare di aver sempre avuto ragione. I documenti che di volta in volta pubblicheremo saranno l’occasione per un dibattito aperto e spregiudicato. Per parte nostra, intendiamo avvalerci di una criticità senza timidezze di sorta, ma priva anche di qualunque saccenteria, una criticità, quindi, che non ci impedisce di sentirci e di essere simpatetici nei confronti di partiti e movimenti che, con tutte le debolezze e gli errori che, a ragione o a torto, vengono loro rimproverati, rappresentano comunque una grande causa che è anche la nostra.

Senza esclusivismi, crediamo fermamente che la nostra Collana possa essere utile alla causa comune. Proprio per questo chiediamo un contributo di idee, di proposte, di redazione e di collaborazione pratica a tutti i compagni già impegnati o decisi a impegnarsi nella lotta contro l’offensiva politica e ideologica dell’imperialismo e per la ripresa dell’iniziativa comunista.

Domenico Losurdo

Ritorna alla prima pagina