Comunisti di Rifondazione:
Se ci siete battete un colpo

Non siamo abituati a praticare come sport la caccia al bertinotti-pensiero, ma riteniamo che sulle questioni di potitica internazionale sia arrivato il momento di lanciare un serio allarme sugli orientamenti che quotidianamente vengono espressi su «Liberazione». Anche se recentemente, per bocca di Raul Mantovani, abbiamo appreso, («Liberazione» del 19/3), che purtroppo nel partito esistono settori di compagni che si rifiutano di considerare Milosevic un nemico, riteniamo che le campagne che vengono gestite periodicamente su una serie di avvenimenti siano non solo vergognose, ma dei veri e propri cavalli di Troia del pensiero imperialista. Sulla Cecenia ad esempio. Che i russi abbiano deciso per motivi loro (di tenuta statuale e di controllo del petrolio) di arrivare allo scontro con i cosiddetti islamici non può certamente riempirci di entusiasmo come se fosse l’armata rossa che si batte contro i tedeschi. Ma che su questo si debba gestire una campagna umanitaria stile Kosovo ci sembra fuori di ogni parametro di ‘sinistra’. Se poi questa campagna viene fatta attraverso le corrispondenze de «l’Humanité» ci sembra troppo. Difatti non è forse il PCF che ha sostenuto il governo Jospin nella guerra contro la Serbia (al pari del ‘compagno’ Cossutta) e affermato che le responsabilità di questa guerra ricadono sui serbi? Non è forse il PCF quello che si è rifiutato di invitare Ziuganov al proprio congresso perchè il PCFR ritiene che vada difesa l’unità statuale della Russia? Dal momento che non ci consta che il PCF si batta per l’indipendenza della Corsica (questo partito ‘comunista’ non ha avuto neppure il coraggio di appoggiare la guerra di liberazione degli algerini), dobbiamo credere che tanto accanimento umanitario sia perlomeno sospetto. E il sospetto che abbiamo è che le campagne di «Liberazione», anche se mascherate con g1i articoli di «Le Monde» e de «l’Humanité» facciano parte di quel pensiero occidentale che serve tanto all’imperialismo per preparare le proprie aggressioni. Non abbiamo dubbi che «Liberazione» sia contro la guerra, ma proprio per questo non è tollerabile che assecondi la guerra propagandistica degli imperialisti. I quali, come ben sappiamo, utilizzano cinicamente i nazionalismi per provocare guerre o, come i loro stretti alleati israeliani, i campi di concentramento nazisti per far passare altre operazioni o altri genocidi. D’altronde un orientamento come quello sulla Cecenia si ripete su altre questioni, come ad esempio l’atteggiamerdo verso la Cina. E’ la rivoluzione ‘non russa’ che con Rina Gagliardi in testa si è ben insediata nel quotidiano del PRC e conduce la sua campagna devastante con l’appoggio attivo dei trotskisti che sono stati sempre in prima fila in simili battaglie. Sarebbe il caso, dunque, che quei compagni che Mantovani denuncia come contrari alla linea del partito uscissero un po’ più allo scoperto e si impegnassero apertarnente e pubblicamente nel denunciare la connivenza di «Liberazione» con certe campagne orchestrate dall’imperialismo USA e dai suoi servizi segreti. Oppure dobbiamo sorbirci anche i discorsi sul Tibet e sul Dalai Lama?

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