L'iniziativa di Ramsey Clark contro i crimini di guerra
e le attività in Italia

Il 31 luglio scorso si è svolta a New York una prima sessione preparatoria per la costituzione di un Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra commessi dalla NATO (e che ancora si stanno commettendo) con l'aggressione alla Jugoslavia. L’iniziativa, assunta dall’International Action Center presieduto dall’ex ministro della giustizia USA Ramsey Clark, ha lo scopo di arrivare alla convocazione entro l'anno prossimo di un tribunale internazionale indipendente, sul modello del Tribunale Russell sul Vietnam, che ebbe un ruolo importante nella mobilitazione contro la guerra. La sessione di New York ha avuto una eco molto vasta per la serietà dell'impostazione del lavoro di raccolta e presentazione di una mole impressionante di analisi e testimonianze e per la quantità (700 persone) e qualità dei partecipanti (tra gli altri gli ambasciatori presso l'ONU dell'Iraq e della Jugoslavia e l'incaricato d'affari cubano). Ne è scaturita non solo una elencazione, già di per s è impressionante, dei crimini commessi dalla NATO, ma anche una visione complessiva e articolata dell'aggressione con cui la NATO ha sconvolto tutto l'assetto delle relazioni internazionali.

Iniziative analoghe sono in corso di realizzazione in molti altri paesi. In Germania una sessione preparatoria è prevista per il 30 ottobre a Berlino, su iniziativa della Società per la Difesa dei Diritti Civili e della Dignità dell’Uomo

Anche in Italia si è costituito un Comitato Preparatorio per contribuire al lavoro del costituendo Tribunale Internazionale. Il comitato italiano sta raccogliendo adesioni per organizzare la raccolta di testimonianze e capi di accusa, con specifico riferimento alla parte avuta dal governo italiano. Si tratta di valorizzare le iniziative di denuncia già presentate da diverse parti contro il governo italiano per violazione della Costituzione e delle norme del diritto internazionale e di raccogliere tutto il materiale possibile sulle menzogne dei mezzi di comunicazione e del governo per giustificare la guerra o farla passare per operazione umanitaria, sul ritorno dell’Italia a una vocazione coloniale nei Balcani (ci sono clamorosi precedenti storici per quanto riguarda proprio il Kosovo), sulla partecipazione diretta italiana ai bombardamenti, sull’uso delle basi, sull'impiego di armi proibite dalle convenzioni internazionali e di armi all'uranio impoverito, sulla assistenza diretta e indiretta all’UCK come tru ppa di complemento della NATO, sugli interessi economici nei Balcani, sulle speculazioni ai danni dei profughi e in genere su tutti gli aspetti dell’intervento. Le adesioni e le offerte di collaborazione si raccolgono presso la Fondazione Pasti (fax 06 8174010 e-mail: pasti-italia@mclink.it).

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