Mi dissocio dall'articolo "Come valutare la proposta di Giulietto Chiesa? " e firmato: "La redazione di Aginform".

Di questa redazione faccio parte anch'io e non condivido il modo in cui viene presentata la lettera (che e' un manifesto politico) con cui Chiesa chiama a raccolta "in nome del bene comune" tutti gli scontenti della sinistra tradizionale e non. Se fossi stato consultato (cosa estremamente semplice con la posta elettronica - per non parlare del telefono) avrei vivamente sconsigliato di pubblicarla o, quanto meno, di accompagnare questa pubblicazione con una presentazione diversa da quella che e' stata scritta.

Aginform e' una testata comunista che dovrebbe prendere le distanze da chi, come Chiesa, ha definitivamente perduto la fiducia nel comunismo e intende salvare il mondo partendo da altre ipotesi. Per quanto serio, sincero e inorridito dai pericoli che incombono sul nostro pianeta (di cui pero' non cita la fonte primaria: l'imperialismo Usa); per quanto indignato, scandalizzato nauseato e schifato dalla sinistra cosiddetta radicale che siede in parlamento assimilandola (a giusta ragione) alle oligarchie politiche autoreferenziali (ma anche qui egli evita di fare nomi), Chiesa rimane pur sempre un uomo che ha dato il benservito al comunismo dopo averlo sostenuto per una vita.

Voglio ricordare un'ovvieta': il comunismo e' l'unica alternativa al sistema borghese-imperialista, e' la sola possibilita', nel concreto mondo nel quale viviamo, dimostratasi storicamente, ideologicamente e politicamente possibile ed attuabile. Le mirifiche alternative che si richiamano ai grandi valori della civilta' (pace, diritto, coerente rispetto delle Costituzioni, salvaguardia ecologica del pianeta) ma che eludono "il piccolo dettaglio" della inevitabilita' della guerra civile e della presa del potere comunista, queste mirifiche alternative, dicevamo, si rivelano un'eterna illusione, l'eterna illusione del riformismo di arrivare a cambiare il mondo con piccoli passaggi graduali, usando un linguaggio piu' fascinoso e poetico del "duro" discorso del comunismo rivoluzionario.

Dopo il fallimento dei due partiti parlamentari che si richiamano indebitamente al comunismo, i quali sulla faccenda della guerra si sono coperti di vergogna, ecco che scendono in campo gli Strada e gli Chiesa per raccogliere il malcontento, che c'e' ed e' fortissimo . Scriviamo su Aginform che "non possiamo valutare la prospettiva della proposta di Giulietto Chiesa". Invece io sono convinto che Il giorno in cui (ammesso che cio' abbia il tempo di avverarsi) siedera' anch'egli in parlamento, andra' incontro allo stesso destino di Bertinotti e Diliberto. E cio' avverra' non per un malefico sortilegio ma semplicemente perche' ogni prospettiva di radicale mutamento di sistema deve fare i conti con il comunismo storico (che e' un complesso di preziose esperienze rivoluzionarie pratiche e teoriche), e che non puo' essere sostituito (ammesso che Chiesa lo voglia fare, e sembra proprio di no) da un comunismo immaginario. Lungi dal "superare le miserie del trotsko-movimentismo", l'assemblea di Roma alimentera' in nuove forme proprio il trotsko-movimentismo dei Turigliatto, Cannavo' Malabarba ecc.

Il riformismo evolve storicamente, adegua il suo linguaggio, e il trotskismo, che e' una variante di riformismo neanche troppo di sinistra, subisce anch'esso delle modificazioni, da Maitan a Ferrando. Naturalmente evolve (dovrebbe evolvere, accidenti!) anche il comunismo rivoluzionario. Ecco, E' questa la battaglia che noi, nella piccola trincea di Aginform dovremmo fare con maggiore lucidita' ideologica, invece di fingere di credere, anche noi, in qualche modo, alla dolce illusione proposta da Giulietto Chiesa con i suoi appelli a:

-riscossa popolare e democratica;
-visione alternativa (quale?);
-guida politica democratica (??);
-un nuovo tessuto unitario e democratico di sinistra;
-una riforma della politica (?).

E tutte queste belle cose, si badi bene, non devono essere etichettate di comunismo o qualcosa di simile, se no, per carita', il "nuovo soggetto politico" (cioe' il partito che sogna Chiesa e forse anche Strada e quelli presenti all'assemblea di Roma) diventera' minoritario".

Chiedo ai compagni di pubblicare questa mia lettera.

Amedeo Curatoli


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