NOTIZIE DAL PRESIDIO DAVANTI ALLA FARNESINA

Lunedì 12 settembre - ore 17

Siamo così arrivati al tredicesimo giorno di sciopero della fame. Le condizioni fisiche sono stabili. Permangono i problemi ipotensivi di alcuni compagni ed oggi avremo un nuovo controllo medico.

DALLA FARNESINA NESSUNA NOVITA'

Al momento non vi sono novità dal Ministero degli esteri. Anche oggi ci è stato ripetuto che la pratica del visto ad Haj Ali è sul tavolo del ministro Fini. Per ora, però, nessuna decisione. Pensiamo che sia necessario far aumentare la pressione sul ministero proprio in queste ore.

PRESIDIO IN SIRIA

Oltre ai sit-in già annunciati in diverse capitali estere nei giorni scorsi, oggi diamo notizia di un presidio che si è tenuto nella giornata di ieri all'ambasciata italiana di Damasco, dove si è svolta una protesta contro la negazione dei visti decisa da Fini.

ADESIONI ALL'APPELLO PER I VISTI

Particolarmente copiose le adesioni che stanno giungendo in questi ultimi giorni, segno che ormai questa è una battaglia assunta da tantissime persone. Tra le firme giunte nelle ultime ore segnaliamo quella dell'on. Luigi Giacco, DS di Ancona, di Guido Lutrario e Nunzio D'Erme.

Saluti a tutti dai compagni in sciopero della fame


Domenica 11 settembre - ore 10

Per due giorni non è stato possibile inviare il diario degli scioperanti. Il nubifragio di venerdì scorso ci ha distrutto una tenda, impedendoci di lavorare al computer.

PRIMI PROBLEMI NELLE CONDIZIONI FISICHE DEGLI SCIOPERANTI

Ieri, undicesimo giorno di sciopero della fame ad oltranza, alcuni degli scioperanti hanno accusato i primi malori. L'intervento del medico ha evidenziato la presenza di una crisi ipotensiva in questi compagni dovuta al protrarsi del digiuno, unita alla stanchezza causata dalla condizione disagevole del presidio permanente. Questa mattina, tutti gli scioperanti saranno sottoposti a nuovi controlli dei parametri vitali.

RIUNIONE COMITATO ORGANIZZATORE DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE

Risoluzione adottata dalla riunione del comitato organizzatore internazionale della conferenza il 10 settembre

Nonostante questi problemi, ieri alcuni dei compagni in sciopero della fame hanno partecipato alla riunione del comitato organizzatore della Conferenza Internazionale, che ha deciso di convocare una grande assemblea il 2 ottobre a Roma, come momento di prosecuzione della lotta in corso e come passaggio per costruire la Conferenza internazionale "LASCIAMO IN PACE L'IRAQ - SOSTENIAMO LA LEGITTIMA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO". Sulle decisioni della riunione di ieri verrà emesso un apposito comunicato (vedi il testo qui a fianco).

HAJ ALI SUL MANIFESTO E SU REPUBBLICA

La notizia della disponibilità di Haj Ali, simbolo delle torture di Abu Graib, a venire in Italia per parlare della sua storia e delle violenze cui è sottoposto il popolo iracheno, sta avendo finalmente spazio su alcuni organi di informazione.

Venerdì e sabato Il Manifesto ha dedicato due puntate ad un ampio racconto di Haj Ali, scritto da Lars Akheraug, del Comitato Iraq Libero della Norvegia. Oggi Haj Ali viene intervistato da La Repubblica. Il suo caso è ormai davanti agli occhi di tutti. Il suo visto è ancora in attesa. La nostra lotta andrà avanti fino in fondo.

Saluti a tutti dai compagni in sciopero della fame


Giovedì 8 settembre - ore 18

Il punto della situazione sulla lotta in corso potete trovarlo nel comunicato stampa emesso questo pomeriggio, che pubblichiamo di seguito.

Per il resto ci limitiamo a dare notizia del sit-in che si è tenuto questa mattina davanti all'ambasciata italiana di Madrid, durante il quale una delegazione rappresentativa delle forze spagnole che hanno preso posizione per il rilascio dei visti, è stata ricevuta dall'addetto culturale dell'ambasciata, al quale sono stati esposti i motivi delle ferma protesta contro le decisioni di Fini.

Comitati IRAQ LIBERO

Comunicato stampa dal presidio dello sciopero della fame davanti alla Farnesina

Siamo al nono giorno di sciopero della fame ed il Ministero degli esteri continua a prendere tempo. In questi giorni vi sono stati diversi contatti informali, ma al momento non abbiamo ancora avuto nessuna risposta concreta sui visti. Forse imbarazzato dal pasticcio combinato da Fini, il ministero si rifiuta di discutere le stesse motivazioni di una scelta che ha messo in evidenza l'azzeramento della sovranità  nazionale davanti alle pretese americane. E' un silenzio che al momento può giovarsi dell'atteggiamento scelto dalla grande stampa e della confusione che regna nelle forze politiche.

Noi vogliamo rompere questo silenzio! In gioco è il diritto ad opporsi alla guerra.

Le espulsioni che in questi giorni sono state decretate nei confronti di diversi esponenti islamici nel nostro paese, la stessa chiusura della Scuola islamica di Milano, vanno nella stessa direzione: quella di avallare la politica guerrafondaia di Bush, coprendola con misure persecutorie e liberticide in una logica da crociata. E' la stessa ragione per la quale il governo vuole impedire una conferenza internazionale per una pace giusta in Iraq basata sul diritto all' autodeterminazione e sulla cacciata della truppe occupanti.

E' significativo che, al momento, il Ministero degli esteri non si esprima neanche sulla richiesta di visto per Haj Ali, l'uomo simbolo delle torture di Abu Graib, l'incappucciato con i fili elettrici attaccati al corpo, la cui foto ha fatto il giro del mondo. Abbiamo inoltrato questa nuova richiesta venerdì 2 settembre. Ad Haj Ali, oggi libero e residente in Giordania, è stato rinnovato il passaporto iracheno nei giorni scorsi. Tutta la documentazione è in mano alla Farnesina. Si vuole forse impedire che si possa dar voce, in Italia ed in Europa, ad una vittima delle torture americane? E' arrivato a questo punto l'attacco alla democrazia nel nostro paese? Sono domande alle quali pensiamo che tutti, prima o poi, dovranno dare risposta.

E' ora che l'allarme democratico scatti! Vogliono far tacere chi si oppone alla guerra ed alla sua logica. Denunciamo questa situazione affinchè siano chiare le responsabilità  che il governo italiano si sta assumendo. E in quanto a responsabilità  ognuno deve prendersi le proprie. Chi finora ha taciuto non pensi di poter continuare a farlo. Noi ci assumiamo le nostre ribadendo che da qui non ci muoveremo. E per vincere l' ostinazione di Fini stiamo lavorando ad un incontro nazionale di tutte le forze che sostengono la battaglia per ottenere i visti.

8 settembre 2005

Comitati IRAQ LIBERO


Mercoledì 7 settembre – ore 10 - Ottavo giorno

Arrivati all’ottavo giorno di sciopero della fame, dobbiamo denunciare con chiarezza il tentativo in atto di oscurare le ragioni e gli obiettivi della nostra lotta. I grandi mezzi di informazione sono ben informati di quanto sta accadendo, spesso ci cercano per avere notizie e chiarimenti, ma alla fine sembra stia passando di nuovo la linea del silenzio.

Certo, questo non ci stupisce, ma dobbiamo segnalare questo atteggiamento che nega l’elementare diritto all’informazione su una vicenda che sta destando grande attenzione anche fuori dall’Italia. Anche per contrastare questo tentativo di oscuramento chiediamo a tutti coloro che si riconoscono nella nostra lotta di mobilitarsi in tutti i modi.

E’ il momento di battere un colpo!

MOBILITAZIONI ALL’ESTERO

La gravità della decisione di Fini sui visti, e la necessità di una risposta di mobilitazione, va ben oltre i confini nazionali. Alcune iniziative sono già state annunciate. Nei prossimi giorni sono previsti sit-in di protesta davanti alle ambasciate italiane a Madrid, Budapest, Oslo e Santiago del Cile.

IMPORTANTI ADESIONI DALL’ESTERO

Ieri sono arrivate adesioni molto importanti dall’estero. Segnaliamo quelle giunte dalla Spagna, dal Cile, dal Brasile e dal Sudafrica

SPAGNA

Jose Manuel Fernandez, coordinatore generale di Izquierda Unida
Gaspar Llamazares, segretario generale di Izquierda Unida
Francisco Frutos, segretario generale del Partito Comunista di Spagna
Jorge Mª Gracia Fernández-Casadoiro, Dirigente del dipartimento di statistiche sociali dell'Istituto Nazionale di statistica della spagna
Ángeles Maestro, dottore, Corriente Roja
Manuel Espinar Año Nuevo, coordinatore della Asociación Cultura, Paz y Solidaridad Haydee Santa María
Iñaki Gutiérrez de Terán, professoreor del Dpartimento di Studi Arabi e islamici dell'Università Autonoma di Madrid
Jesús Bartolomé Martín, Ecologistas en Acción, Alcorcón
Carmen Ruiz Bravo-Villasante, docente di Studi Arabi e Islamici, Università Autonoma di Madrid

CILE

Lorena Pizarro, presidente della Agrupación de Familiares de Detenidos Desaparecidos
Mabel Peñaloza, dirigente Juventudes Comunistas
Eduardo Artés, segretario generale del Partito Comunista (Acción Proletaria)
Juan Subercaseaux, Fundación Somos Iglesia, Chile
César Quiróz, Direzione Nazionale del Movimiento Patriótico Manuel Rodríguez
Eduardo Contreras, Avvocato difensore dei diritti umani
Jorge Insunza, Portavoce della Commissione per i Rapporti Internazionali del PC del Cile

BRASILE

José Maria de Almeida, coordinatore di Conlutas (Coordenação nacional de Lutas), presidente nazionale del Partido Socialista de los Trabajadores Unificado PSTU, Brasil
Luiz Carlos Prates, presidente del sindacato dei metalmeccanici di São José dos Campos
Edgar Fernandes, vicepresidente di APEOESP (sindacato insegnanti di São Paulo)
Oraldo Paiva, coordinatore dei metalmeccanici di Minas Gerais
Cyro Garcia, presidente del PSTU di Rio de Janeiro

SUDAFRICA

Abie Dawjee, Coordinatore nazionale Iraq Action Committee

TRASMISSIONI RADIOFONICHE

A parziale compensazione dell’attuale silenzio della carta stampata, la voce del presidio dello sciopero della fame si è potuta ascoltare con un’intervista a Radio Città Aperta e in una trasmissione mattutina all’emittente fiorentina Controradio.

Saluti a tutti dai compagni in sciopero della fame



Martedì 6 settembre - ore 10 - Settimo giorno

Siamo ormai al termine della prima settimana di sciopero della fame. Le condizioni degli scioperanti sono ancora buone e riceviamo molta solidarietà.

Prodi deve dire la sua!

Nella giornata di ieri abbiamo diffuso un comunicato stampa sulla richiesta di incontro a Prodi, con la domanda esplicita di un suo pronunciamento sulla negazione dei visti. La gravità della decisione di Fini, sia per quanto riguarda il venir meno di ogni parvenza di sovranità nazionale, sia per l'attacco al diritto costituzionale alla libera espressione del pensiero, richiede infatti un chiaro pronunciamento da parte di tutti, ed in particolare da chi si candida al governo del paese.

Lo sciopero della fame ha anche l'obiettivo dell'apertura di un dibattito alla luce del sole sulle future politiche dell'Italia rispetto alla situazione irachena e sulla difesa delle libertà democratiche nel nostro paese, di fronte al tentativo americano di imporre il proprio diritto imperiale in tutto il mondo.

La lettera degli iracheni

Nello stesso comunicato abbiamo dato notizia che, come organizzatori della conferenza internazionale, abbiamo il mandato a consegnare una lettera indirizzata a Romano Prodi, scritta da 26 tra organizzazioni e personalità irachene ampiamente rappresentative delle forze che si oppongono all'occupazione militare.

I firmatari della lettera si rivolgono direttamente a Prodi affinché si apra la "possibilità di lanciare un dialogo costruttivo e profondo con l'elite politica circa la responsabilità morale del Suo paese nell'attuale tragedia irachena, conseguenza diretta dell'occupazione americana". La stampa ha scelto oggi (con l'eccezione di Liberazione, che per prima volta si occupa della nostra iniziativa) la linea del silenzio su questa lettera, segno di un diffuso imbarazzo politico.

Dichiarazioni di Claudio Martini

Ieri, il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Conferenza internazionale e sulla negazione dei visti.

Martini ha chiesto al governo di "motivare la mancata concessione dei visti ai relatori iracheni" e di sgomberare il campo "da ogni ipotesi di censura preventiva o di limitazione del diritto di discussione".

Ci paiono dichiarazioni piuttosto chiare, che stoppano l'attacco condotto in Toscana da Forza Italia. Infatti, Martini ha anche dichiarato irricevibile la richiesta forzaitaliota (formulata con una mozione in Consiglio regionale), di vietare la conferenza.

Saluti a tutti dai compagni in sciopero della fame



Lunedì 5 settembre - ore 10 - Sesto giorno

Dopo il caldo afoso, alla fine, ieri sera, è arrivato il temporale a causare non pochi disagi al presidio. Ma non saranno certo queste difficoltà a fermarci. Lo sciopero della fame entra oggi nel sesto giorno ed il morale è alto così come la determinazione ad andare avanti.

Ieri al presidio abbiamo avuto la visita di Piero Bernocchi, della Confederazione Cobas. Con Bernocchi, che ha portato il suo sostegno alla lotta in corso, abbiamo discusso a lungo su come sviluppare l'iniziativa - la più larga possibile - per affermare il diritto alla libera circolazione in Italia ed in Europa dei rappresentanti delle forze dell'opposizione e della resistenza irachena. Il punto è in sostanza quello del riconoscimento politico della Resistenza. Su questo obiettivo l'impegno è quello di costruire iniziative forti ed unitarie.

Riunione nazionale sabato 10 settembre

La riunione per fare il punto della situazione sulla lotta in corso e sulla conferenza internazionale è fissata per Sabato 10 settembre, alle ore 10, a Roma. La riunione si terrà presso la sede della Fondazione Pasti, in via Tormarancia 115. Chi arriva in treno alla stazione Termini deve prendere l'autobus 714 per la Fiera di Roma. Chi arriva dall'autostrada deve prendere l'uscita 24 (Ardeatina) del Raccordo anulare, seguendo l'indicazione Fosse Ardeatine.

Saluti dai compagni del presidio



Domenica 4 settembre - ore 10 - Quinto giorno

Siamo all'inizio del quinto giorno di sciopero della fame.

Nella giornata di ieri c'è stato un elevato afflusso di compagni. Il presidio si è cosi rafforzato. Una tenda, un gazebo, un camper e diverse auto consentono il riposo ai compagni in sciopero ed agli altri che partecipano al presidio permanente.

Il controllo delle forze di polizia, dopo le tensioni dei primi due giorni, si è allentato. La nostra manifestazione è stata definita "né autorizzata, né negata, ma non preavvisata". Ovviamente l'autorizzazione, visto il luogo, era impossibile. Al tempo stesso, evidentemente, il governo non se l'è sentita di sgomberare persone in sciopero della fame. Il risultato è che lo scontro politico con il Ministero degli esteri continua ad essere reso ben visibile dalla nostra permanenza davanti alla Farnesina.

L'unica seccatura che abbiamo con la polizia è rappresentata dalla frequente identificazione dei partecipanti al presidio.

ALCUNE NOTIZIE

La sentenza di Perugia

La notizia più importante di ieri è arrivata da Perugia, dove il Tribunale del Riesame ha disposto il dissequestro del materiale relativo al conto della raccolta dei 10 euro per la Resistenza irachena, sequestrato al compagno Emanuele Fanesi il 29 giugno scorso. Il sequestro era avvenuto nell'ambito di una non meglio specificata inchiesta per "associazione con finalità di terrorismo".

Attorno a questa questione si è costruita la campagna di criminalizzazione nei confronti di chi sostiene la Resistenza e la lotta di liberazione del popolo iracheno. Oggi il castello accusatorio è miseramente crollato, rendendo evidente che queste inchieste innescate da input provenienti da oltreoceano, non reggono minimamente - come già avvenne con gli arresti del 1° aprile 2004 - alla prova dei fatti.

Sulla stampa di oggi la sentenza di Perugia è largamente ignorata, salvo Il Manifesto che ne dà notizia già in prima pagina, ed il solito Libero che mastica amaro intitolando "Il giudice sblocca uno dei conti pro terroristi".

Presentata la richiesta di visto per Haj Ali

Nella giornata di venerdì il Comitato organizzatore della conferenza internazionale di Chianciano ha formalizzato al Ministero degli esteri ed all'ambasciata italiana ad Amman la richiesta di visto per Haj Ali, il simbolo dei torturati di Abu Graib. L'ex detenuto, attualmente membro dell'Associazione dei prigionieri vittime dell'occupazione americana, si è messo in contatto con noi la settimana scorsa, offrendo la sua disponibilità a venire a Chianciano. Haj Ali è l'uomo incappucciato con gli elettrodi attaccati al corpo, la cui immagine è ormai nota in tutto il mondo.

Fini negherà il visto anche a lui? Il governo vorrà impedire che in Italia si possa avere questa testimonianza sui lager iracheni, di cui Abu Graib è soltanto quello più conosciuto?

Saluti a tutti dai compagni del presidio



Sabato 3 settembre, ore 10 - Quarto giorno

Siamo all’inizio del quarto giorno di sciopero della fame. Nuovi compagni sono giunti per esprimere solidarietà e per rafforzare il presidio. Le condizioni dei compagni in sciopero sono buone e grande è la determinazione.

ALCUNE NOTIZIE IN BREVE:

Lettera a Prodi

Uno degli scopi dello sciopero della fame è quello di obbligare tutti ad una precisa assunzione di responsabilità di fronte alla gravità delle decisioni di Fini.

Per questo motivo, nella giornata di ieri, abbiamo inviato una lettera a Romano Prodi, nella quale si chiede un incontro urgente.

A Prodi abbiamo inviato anche un’ampia documentazione sulla vicenda.

Assemblea nazionale Disobbedienti

Una delegazione del presidio è intervenuta ieri all’assemblea nazionale dei Disobbedienti, convocata su altri temi. I compagni intervenuti hanno spiegato le ragioni della nostra lotta, invitando alla mobilitazione.

Stampa

Sempre nella giornata di ieri abbiamo dovuto rettificare quanto scritto dal Manifesto che aveva parlato di “sciopero della fame a staffetta”. Non sappiamo il perché di questo errore . In ogni caso abbiamo chiarito che il nostro è uno sciopero ad oltranza. Il Manifesto, nell’edizione di oggi, in un articolo a pagina 6 che da notizia dei vari appelli usciti in questi giorni per il rilascio dei visti, ha rettificato la notizia.

Sulla stampa di oggi è da segnalare un intervento firmato di Margherita Boniver su “Libero”. La sottosegretaria agli esteri, dopo aver ribadito con i soliti argomenti assurdi la negazione dei visti, si esprime sulla lotta in corso con questa frase sibillina:”Il presidio di fronte alla Farnesina e lo sciopero della fame da parte degli organizzatori della conferenza internazionale di Chianciano, non pare proprio possa far cambiare rotta alla nostra diplomazia”. L’intervento della Boniver è intitolato “La troppa tolleranza aiuta i predicatori d’odio”.

Saluti a tutti dai compagni del presidio.



Venerdì 2 settembre - Terzo giorno

Siamo al terzo giorno di sciopero della fame davanti la Farnesina. Fa un certo effetto vedere gli striscioni e le bandiere irachene proprio davanti l'ingresso centrale del Ministero degli Esteri. E' la visualizzazione simbolica della battaglia in corso, della ragione per cui siamo qui, del ricorso ad una forma di lotta per noi assolutamente inedita. Da una parte uno dei luoghi del potere e della guerra, ma anche dell'asservimento al vero centro del potere e della guerra, quello americano; dall'altra le ragioni dei popoli oppressi, le ragioni della democrazia e della libertà.

Come dice un nostro striscione, con un gioco di parole, il nostro è uno sciopero della fame delle libertà negate. Ed è questo attacco alla stessa libertà di parola che dovrebbe far riflettere tutti.

A chi è passato a farci visita, alla stampa come ai compagni, abbiamo ribadito un concetto semplice: siamo estremamente determinati nella nostra azione: i visti devono essere concessi, la conferenza di Chianciano deve potersi svolgere regolarmente, l'arroganza di Fini deve essere battuta.

Sappiamo bene che il risultato finale non può dipendere soltanto da noi, ma sappiamo anche l'importanza dell'azione che stiamo conducendo per smuovere le coscienze. In questi giorni vi sono stati dei primi importanti pronunciamenti a sostegno della nostra lotta. Finalmente si comincia a prendere atto della gravità dei fatti dell'ultimo mese (dalla lettera dei 44 parlamentari americani, alla negazione dei visti, all'aperto tentativo di impedire la conferenza di Chianciano).

Bene, è il segnale che qualcosa si sta finalmente muovendo. Ma occorre di più. Occorre uno stop alle pretese imperiali americane.

La nostra non è dunque una semplice azione di protesta. Siamo in sciopero della fame ad oltranza per ottenere dei precisi risultati. E' per questo che siamo qui e qui resteremo.

CHI STA FACENDO LO SCIOPERO DELLA FAME

Ritorna alla prima pagina