Il business degli uomini del presidente

di Manlio Dinucci

Il Manifesto, 4 ottobre 2001

Chi ha detto che l'amministrazione Bush non è democratica? Ci sono rappresentati tutti. Tutti i principali gruppi economici. Qualche favoritismo, a dir la verità, c'è: particolarmente agevolate le industrie belliche e petrolifere. D'altronde è sulla guerra e l'oro nero che la famiglia Bush ha costruito le sue fortune, trafficando anche con la famiglia bin Laden (v. il manifesto del 25-26 settembre e 3 ottobre).

La connection delle armi

La General Dynamics, uno dei maggiori contrattisti del Pentagono (costruisce, tra l'altro, sottomarini nucleari) è ben piazzata. Ha fatto fare a Colin Powell, prima che divenisse segretario di stato dell'amministrazione Bush, un ottimo affare. L'ex capo delle forze armate Usa all'epoca della guerra del Golfo, una volta a riposo era entrato nel consiglio di amministrazione della Gulfstream Aerospace, di cui era divenuto anche azionista. Quando la General Dynamics ha acquistato nel 1999 la Gulfstream Aerospace, il pacchetto azionario di Powell, già cresciuto con la vendita di aerei per executive e generali al Kuwait e all'Arabia Saudita, è fortemente aumentato di valore.

Altro affare Powell lo ha realizzato nel campo multimediale. Entrato nel consiglio di amministrazione di America Online, grazie soprattutto all'influenza politica acquistata come capo delle forze armate, ha visto il valore delle sue azioni crescere di 4 milioni di dollari quando la società si è fusa nel 2000 con il colosso dei media Time Warner. Sarà un caso, ma il figlio di Colin Powell, Michael, era stato l'unico membro della Commissione federale per le telecomunicazioni a sostenere che la fusione doveva essere approvata senza essere sottoposta a esame. Per i suoi meriti, Michael è stato nominato da Bush presidente della suddetta Commissione. Powell senior ha anche qualche altra entrata - nel 2000 ha guadagnato 7,7 milioni di dollari (16 miliardi di lire) per 108 conferenze, pagate ciascuna oltre 71mila dollari (150 milioni lire). A remunerare l'arte oratoria di Powell alcune tra le maggiori multinazionali Usa.

Direttore della Gulfstream Aerospace era l'attuale segretario (ministro) della difesa Donald Rumsfeld, il cui pacchetto azionario di 11 milioni di dollari è lievitato quando la società è stata acquistata dalla General Dynamics. Rumsfeld, già segretario della difesa nell'amministrazione Ford, è stato messo a capo della commissione congressuale incaricata di valutare la minaccia dei missili balistici: ha raccomandato la realizzazione dello «scudo spaziale», alimentando un nuovo colossale business dell'industria bellica. La General Dynamics può contare anche sul vicesegretario di stato Richard Armitage, già membro del consiglio di amministrazione della General Dynamics Electronic Systems, e sul segretario della marina militare, Gordon England, già executive della stessa General Dynamics.

Messa bene è anche la Lockheed Martin, tra i principali contrattisti del Pentagono sia per lo «scudo spaziale» (che ha ricevuto sinora fondi per 140 miliardi di dollari), sia per il caccia F-22 (26 miliardi), che per il caccia Joint Strike (4,3 miliardi, ma siamo sono all'inizio), Il Ceo (Chief executive officer) della Lockheed, Anthony Principi, è divenuto segretario del dipartimento per gli affari dei veterani. Uno dei vicepresidenti della Lockheed, Norman Minetta, è segretario dei trasporti, mentre un altro vicepresidente, Michael Jackson, è vicesegretario dello stesso dipartimento. Si aggiungono a questi Otto Reich, già lobbista della Lockheed e ora assistente segretario per gli affari dell'emisfero occidentale al dipartimento di stato, e David Aufhauser, già avvocato della Lockheed e ora consigliere generale del dipartimento del tesoro.

Altre industrie belliche sono ben rappresentate. Segretario dell'aeronautica è James Roche, già executive della Northrup Grumman, società contrattista dei caccia F-22, Joint Striker e F/A-18E/F (finanziato finora con 19 miliardi di dollari). Al posto di sottosegretario della difesa per l'acquisizione, la tecnologia e la logistica, c'è Pete Aldridge, già Ceo della Aerospace Corporation, anch'essa contrattista dello «scudo». Maureen Patricia Cragin, già lobbista della Raytheon (altra contrattista dello «scudo«), è divenuta assistente segretaria del dipartimento per gli affari dei veterani, mentre Leo Mackay, già presidente di una divisione della Bell Helicopters, è divenuto vicesegretario.

La connection del petrolio

Altrettanto ben rappresentate nell'amministrazione Bush sono le compagnie petrolifere. Dick Cheney - già Ceo della Halliburton, la maggiori fornitrice mondiale di servizi per le industrie petrolifere - ricopre la carica di vicepresidente. Capo dello staff del vicepresidente è Lewis Libby, che ha interessi nella Texaco e ExxonMobil. Condoleezza Rice, già membro del Cda ella Chevron (hanno dato il suo nome a una petroliera), occupa l'influente posto di consigliere per la sicurezza nazionale. Donald Evans, che è stato presidente della società petrolifera Tom Brown Inc., è segretario al commercio. Kathleen Cooper, già economista capo alla Exxon, è sottosegretaria per gli affari economici al dipartimento di stato. Gale Norton, già avvocata della Delta Petroleum e rappresentante di una coalizione repubblicana finanziata da BpAmoco e Ford, è segretaria del dipartimento degli interni. Vicesegretario è Steven Griles, già lobbista di varie compagnie petrolifere.

La protezione dell'ambiente è assicurata da Christine Whitman - amministratrice dell'Agenzia per la protezione ambientale - che ha fatto notevoli' investimenti nei pozzi petroliferi della Texas Oil e in altre industrie petrolifere, e da Spencer Abraham, segretario del dipartimento dell'energia, beneficario di grosse donazioni delle compagnie petrolifere alla sua (fallita) campagna elettorale per il senato. La giustizia è amministrata dal procuratore generale John Ashcroft, che ha ricevuto ingenti donazioni da compagnie petrolifere e automobilistiche.

Altri importanti consiglieri del presidente sono Karl Rove, principale stratega politico, che ha fatto grossi investimenti nella BpAmoco e nella Royal-Dutch-Shell; Nicholas Calio, direttore della Casa bianca per gli affari legislativi, già lobbista di compagnie petrolifere e automobilistiche; Gay Johnson, direttore del personale presidenziale, che possiede un grosso pacchetto azionario nella El Paso Energy.

Questi e altri - tra cui la segretaria all'agricoltura Ann Veneman, già membro della Calgene (società biotecnologica acquistata dalla Monsanto) e di un gruppo politico finanziato dalla stessa Monsanto - sono gli uomini e le donne del presidente. Sono loro, e soprattutto chi è dietro di loro, a consigliare e orientare Bush nella «guerra contro il terrorismo», nella «crociata» che parte tra le lacrime di chi piange le vittime degli attentati e la tacita soddisfazione di chi pregusta altri colossali profitti ricavati dalle armi e dal petrolio.

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