Il programma del Pentagono

Gli obiettivi strategici della guerra

Manlio Dinucci, Tommaso De Francesco

Il Manifesto, 10 ottobre 2001

"Oggi ci concentriamo sull'Afghanistan, ma la battaglia è più ampia. In questo conflitto non c'è terreno neutrale. Qualsiasi governo sponsorizzi i fuorilegge e uccisori di innocenti, diviene esso stesso fuorilegge e assassino» (The Washington Post, 7 ott): con queste parole il presidente Bush ha sottolineato che quella iniziata è solo la prima parte di una guerra che colpirà anche altri paesi. Quali siano i suoi obiettivi strategici sembra non apparire in queste ore concitate che fanno tremare la terra, ma emerge assai chiaramente dal più importante rapporto del Dipartimento della difesa - la Quadrennial Defense Review (Revisione quadriennale della difesa) - pubblicato il 30 settembre 2001, quasi tre settimane dopo gli attentati terroristici di New York e Washington una settimana prima dell'inizio della guerra «di lunga durata».

Il rapporto indica senza mezzi termini che l'operazione «Libertà duratura» costituisce non una azione militare limitata all'annientamento dell'organizzazione di bin Laden, ma il primo passo di una strategia di lunga durata attraverso cui gli Usa vogliono imporre il loro ruolo di «potenza globale», impedendo che in «regioni cruciali», a partire da quella asiatica, si formino potenze in grado di sfidare quella statunitense. Significativo è che, facendo il primo passo nell'operazione mirante a ridisegnare gli assetti dell'area asiatica (v. il Manifesto del 27 sett), gli Stati uniti abbiano scavalcato perfino la Nato, la quale solamente «è stata informata in anticipo degli attacchi statunitensi e britannici di ieri sull'Afghanistan» (The Washington Post, 8 ott.). Ciò spiega la sollecitudine con cui Germania e Francia si sono offerte, non richieste, di partecipare alla guerra, ben sapendo che il suo fine è quello di una nuova spartizione di aree di influenza, come è già avvenuto nei Balcani.

Fondamentale, per comprendere la vera natura della guerra, è la conoscenza della strategia Usa: abbiamo a tal fine usato la forma di una immaginaria, ma realissima, intervista al segretario della difesa Donald Rumsfeld, in cui solo le domande sono immaginarie, mentre le risposte sono le citazioni integrali tratte dalla Quadrennial Defense Review (il cui testo integrale di 71 pagine si trova nel sito ufficiale del Dipartimento della difesa, http://www.defen-selink.mil/pubs/qdr2001.pdf).

Parla il segretario della difesa Usa

Quali sono gli scopi dell'America?
«Gli scopi dell'America sono promuovere la pace, sostenere la libertà e incoraggiare la prosperità».
Che cosa è indispensabile perché tali scopi siano realizzati nel mondo?
«La leadership degli Stati uniti è la premessa per sostenere un sistema intemazionale che sia rispettoso del principio di legalità. La leadership politica, diplomatica ed economica dell'America contribuisce direttamente alla pace, libertà e prosperità globali».
E la vostra forza militare?
«La forza militare degli Stati uniti è essenziale per il conseguimento di questi scopi. Il ruolo di sicurezza dell'America nel mondo è unico. Esso fornisce un senso generale di stabilità e fiducia, decisivo per la prosperità economica che reca beneficio a gran parte del mondo».
Qual'è lo scopo delle vostre Forze armate?
«Lo scopo delle Forze armate degli Stati uniti è proteggere e promuovere gli interessi nazionali degli Stati uniti e, se la deterrenza fallisce, sconfiggere decisamente le minacce a questi interessi. Quando gli interessi Usa sono sfidati, la Nazione deve possedere la forza e determinazione di provvedere alla loro difesa».
Perché gli interessi degli Stati uniti vanno protetti?
«Quando gli interessi Usa sono protetti, l'America e i suoi amici prosperano nella pace e libertà».
Dove gli Usa hanno interessi da proteggere?
«Come potenza globale, gli Stati uniti hanno importanti interessi geopolitici in tutto il mondo. Gli Stati uniti hanno interessi, responsabilità e impegni che abbracciano il mondo».
Qual è un modo per attuare i vostri impegni intemazionali?
«Precludere il dominio di aree cruciali, particolarmente l'Europa, l'Asia nordorientale, il litorale dell'Asia orientale, il Medio Oriente e l'Asia sudoccidentale».
E qual è il vostro contributo al benessere economico globale?
«Contribuire al benessere economico comprende l'accesso ai mercati e alle risorse strategiche chiave».
Ci può fare un esempio?
«Gli Stati uniti e i loro alleati e amici continueranno a dipendere dalle risorse energetiche del Medio Oriente, una regione in cui diversi stati pongono minacce militari. Questi stati stanno sviluppando capacità nel settore dei missili balistici, stanno appoggiando il terrorismo internazionale ed espandendo i loro mezzi militari per esercitare coercizioni sui paesi amici degli Stati uniti e negare alle forze militari Usa l'accesso alla regione».
Ritenete che qualcuno oggi possa minacciare gli interessi Usa nel mondo?
«Anche se gli Stati uniti non avranno di fronte nel prossimo futuro un rivale di pari forza, esiste la possibilità che potenze regionali sviluppino capacità sufficienti a minacciare la stabilità di regioni cruciali per gli interessi statunitensi».
C'è in particolare una regione in cui questo si può verificare?
«L'Asia, in particolare, sta gradualmente emergendo come una regione suscettibile di competizione militare su larga scala. Lungo un vasto arco di instabilità che si estende dal Medio Oriente all'Asia nordorientale, la regione contiene una mistura volatile di potenze regionali in ascesa e in declino».
C'è quindi la possibilità che in Asia si formi una potenza in grado di rivaleggiare con quella statunitense?
«Esiste la possibilità che emerga nella regione un rivale militare con una formidabile base di risorse. Il litorale dell'Asia orientale - dal Golfo del Bengala al Mar del Giappone - rappresenta un'area densa di sfide».
Qual è la presenza militare Usa in questa regione e come intendete eventualmente potenziarla?
«La densità dell'infrastnittura fissa e mobile degli Stati uniti è minore che in altre regioni cruciali. Ciò rende importante assicurare agli Stati uniti ulteriori accessi alla regione e sviluppare sistemi capaci di effettuare operazioni impegnative a grandi distanze con un minimo supporto basato sul teatro di operazioni».
E quella che definite «proiezione di potenza»? Ci vuoi spiegare in che cosa consiste e a cosa serve?
«La strategia della difesa si basa sul presupposto che le forze Usa abbiano la capacità di proiettare potenza su scala mondiale. La capacità di proiettare potenza a lungo raggio contribuisce a scoraggiare le minacce verso gli Stati uniti e, quando necessario, a spezzare, bloccare o distruggere entità ostili situate a distanza».
Quale capacità complessiva devono avere le vostre Forze armate?
«Le Forze armate statunitensi devono mantenere la capacità, sotto la dirczione del Presidente, di imporre la volontà degli Stati uniti e dei partner della loro coalizione a qualsiasi avversario, inclusi stati ed entità non-statali».
Quale può essere un modo per imporre la volontà degli Stati uniti?
«Cambiare il regime di uno stato avversario od occupare un territorio straniero finché gli obiettivi strategici statunitensi non siano realizzati».

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