Qual'è il motivo del contendere?

Cari compagni di Aginform,

l’ultimo numero del giornale ha ospitato, oltre il mio articolo, una serie di stimolanti riflessioni (come quella della compagna Caldera) che denotano un più preciso indirizzo politico da parte vostra; non una cesura, ma sostanzialmente una critica necessaria al velleitarismo gruppettaro di tanta parte dell’arcipelago m-l e contemporaneamente nessuno sconto all’analisi sul PRC.

Io, e credo molti altri, non hanno però ben capito ancora la ‘querelle’ con i compagni di Nuova Unità negli incontri di Torino e di Firenze (specie quest’ultimo).

Noi avremmo dovuto partecipare all’incontro di Firenze come esperienza di lavoro telematico (l’e-group Linea Rossa e le riviste Lavoro Politico e Avanti Popolo) e a questo scopo avevamo inviato alla compagna Francone un articolo-saggio dal titolo Maoismo o linea Li-Li-San?, molto critico nei confronti della variegata galassia maoista italiana, per tentare di definire (contribuire a definire) una linea politico-ideale che servisse ai compagni che intendono lavorare alla ricostruzione del partito comunista in Italia o al ‘progetto della rifondazione comunista’ come si dice nel gergo interno al PRC. La risposta della compagna Francone fu la non-pubblicazione dell’elaborato perchè ‘esterno al dibattito tra i comunisti’. Siccome l’articolo era frutto di lavoro comune, decidemmo di non partecipare all’incontro fiorentino, perchè evidentemente la nostra riflessione era considerata ‘altra’ rispetto alle cose importanti. Dal resoconto su NU, invece, ciò non ci è parso.

Ad ogni modo, non si riesce a comprendere il disaccordo tra voi e NU nè tra le righe di Aginform nè tra le righe dell’ultimo numero di NU (il 6), e quindi forse ci manca un ‘pezzo’ della discussione.

In quanto all’"Ernesto" , credo che le ultime vicende abbiano chiarito più di qualche punto. L’attacco virulento di Mantovani al compagno Grassi su Liberazione di mercoledi 8 agosto, è il culmine della volontà della maggioranza dell’attuale gruppo dirigente del PRC di liquidare la componente. Io sono tra quelli che, all’interno del PRC e della componente, spinge per una mozione autonoma nel congresso della primavera prossima. Ma non sarà facile: la resistenza viene anche dalla paura di perdere posizioni da ceto politico.

Sono comunque convinto che siamo alla vigilia di eventi significativi per la ricostituzione di un soggetto politico leninista nel nostro paese, ma tutti debbono fare la loro parte con serietà e rigore. Per questo ritengo indispensabile l’interlocuzione dialettica con l’area che voi rappresentate, che può spingersi anche ad una collaborazione più frequente o nelle forme che vorrete proporre. Per questo ho ritenuto anche di dover partecipare nei giorni scorsi al Campo Antimperialista di Assisi, ad un dibattito con Stefano Garroni su Per una storia critica del comunismo italiano, in cui ho ribadito le tesi del mio ultimo lavoro edito "Da Gramsci a Secchia" (la cui manchette non è mai stata pubblicata da NU!!, forse anche il mio libro è ‘fuori del dibattito’), sollevando le ire degli zelanti censori del mio partito, oggi capace di dialogare con eclettici pezzi di movimento, ma non con i compagni all’interno che non si associano agli zibaldoni bertinottiani. In che senso dite ‘L’Ernesto ha risolto la questione’? Se il partito è un risultato storico, la capacità soggettiva dei comunisti deve misurarsi con i dati oggettivi che la storia ci ha consegnato, deve verificarsi con la ‘linea di massa’ in senso non ideologico ma concreto. Come affermava Marx, questo della ‘storia determinata’ è il presupposto indispensabile per la sua trasformazione rivoluzionaria: ho francamente a noia il dibattito tra accademici, ritengo indispensabile invece il rigore degli studi, la documentazione, l’analisi di fase, il minuzioso e capillare lavoro tra le masse e le loro contraddizioni.

Tra la classe e le sue contraddizioni. Inevitabilmente lo sviluppo storico porterà gli autentici comunisti - marxisti e leninisti del XXI secolo - a incontrarsi per forgiare lo strumento della definitiva emancipazione del proletariato. Io credo che non passerà molto tempo perchè questo possa accadere in Italia.

Saluti fraterni

Ferdinando Dubla

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