Atene, 15 settembre 2004
Al Comitato internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic
All’Organizzazione SLOBODA di Serbia e Montenegro
All’Associazione internazionale degli Avvocati democratici
Cari amici,
Con grande inquietudine e collera stiamo seguendo gli avvenimenti che avvolgono il « processo » all’ex Presidente della Repubblica Federale di Yugoslavia, Slobodan Milosevic, « processo » che si sta svolgendo presso il celebre « Tribunale penale internazionale per la Yugoslavia » (ICTY), dove i diritti fondamentali dell’accusato vengono violati giorno dopo giorno, e nello stesso tempo ogni senso di diritti umani e democratici.
Dopo due anni e circa 300 giorni di processo, le accuse presentate puntano a legittimare i crimini della NATO durante i bombardamenti barbari e inumani contro la Yugoslavia, nel 1999.
Durante questo periodo si sono moltiplicate le violazioni dei diritti fondamentali che assolutamente sono propri dell’accusato. Slobodan Milosevic ha subito sistematicamente ostacoli che gli hanno impedito di comunicare con la sua famiglia e con i suoi consiglieri legali, i quali, fra l’altro, hanno sgomberato gli intoppi raccogliendo nuovi elementi di prova e risorse destinate ad affermare la sua innocenza. Inoltre, i tempi necessari a questi preparativi e alla sua difesa sono stati tagliati in maniera draconiana, e contemporaneamente il numero dei testimoni a difesa è stato contingentato, mentre al contrario la lista degli accusatori è stata allungata in modo considerevole, perfino quando il processo aveva avuto inizio.
Il punto culminante di queste violazioni consiste nel fatto che, malgrado siano manifesti i riferimenti agli statuti dell’ICTY (Art. 21, paragrafo 4) che affermano che l’accusato ha il diritto di « essere giudicato in sua presenza, e di vedere assicurata a lui medesimo la propria difesa o attraverso una assistenza giuridica da lui stesso scelta », noi stiamo ora assistendo a una violazione flagrante di questo diritto, in quanto il tribunale gli impone un consigliere legale alla difesa, e questo, malgrado le veementi e categoriche obiezioni di Slobodan Milosevic e la sua insistenza a volere difendersi da solo.
Noi pensiamo che questa evoluzione conferma il carattere politico del tribunale e dello stesso processo, che si svolge con una procedura che costituisce una provocazione per qualsiasi avvocato e giurista, come pure per tutto il sistema giuridico che l’umanità ha conosciuto fino a questo momento. Il diritto di cui oggi è stato privato Slobodan Milosevic non era stato rifiutato nemmeno dal regime dell’apartheid a Nelson Mandela, neppure dai nazisti a Georgi Dimitrov.
In nome del Comitato Greco per la Distensione internazionale e per la Pace, in nome di tutte le persone che in Grecia coltivano la pace, noi indirizziamo le nostre proteste, le più veementi, all’Organizzazione delle Nazioni Unite per questa farsa di processo che non fornisce la benché minima garanzia di un processo libero e leale. Dal più profondo del nostro cuore, esprimiamo la nostra solidarietà nei riguardi dei popoli della Yugoslavia nella loro lotta per la pace e il progresso, contro i piani imperialistici che concernono i Balcani.
Per il Comitato Greco per la Distensione internazionale e per la Pace
(EEDYE)
Evangelos Mahairas
Presidente dell’EEDYE
Presidente onorario del Consiglio mondiale per la Pace (WPC)
Ex Presidente dell’Associazione degli Avvocati e dei giuristi di Atene