Il filo rosso della Rifondazione

La valutazione che si può dare delle 63 tesi congressuali di Rifondazione ha diverse possibilità di angolatura. Si possono discutere punto per punto oppure si può valutarne l’impostazione rispetto alla natura di classe e rivoluzionaria di una formazione comunista e la sua capacità di individuare i nemici di classe e il carattere del loro dominio sulle classi sfruttate, senza cui parlare di rivoluzione e di trasformazione sociale anticapitalistica non ha senso nè basi scientifiche.

Certamente si può anche pensare che le 63 tesi siano una nuova summa del marxismo, ma a giudicare dagli assunti ascientifici e dai precedenti (ricordate la storia del subcomandante Marcos?) sarebbe arduo paragonare il sodalizio Fausto Bertinotti-Alfonso Gianni a quello sia pur ottocentesco di Marx e Engels oppure al pensiero di Lenin, Luxemburg, Lukacs, Gramsci, ecc. Per questo, invece di discutere di particolari, ci siamo permessi, "schematicamente", di valutare il documento in questione sulla base di presupposti storico-teorici che ci appaiono non solo solidi, ma anche i soli capaci di caratterizzare una formazione comunista. E’ vero che la storia non è finita, ma tra Marx, Lenin, Stalin, Mao, ecc. e Cohn-Bendit una sostanziale differenza esiste.

Si dirà, ma il documento congressuale è fortemente innovativo della tradizione e si adegua alla nuova fase storica. La risposta, semplice ma efficace, è questa: può una posizione comunista adeguarsi a parametri come:

1) L’ESTINZIONE DELLO STATO SENZA RIVOLUZIONE (tesi 10) "gli stati nazionali crescono di numero, ma vanno progressivamente smarrendo di potere".

2) IL SUPERAMENTO DELLA NOZIONE DI IMPERIALISMO (tesi 14) - "la nozione classica di imperialismo... appare oggi inadeguata. Essa sintetizzava gli scontri anche militari per il controllo di risorse, territori mercati".

3) IL TORTO DI MARX E’ DI AVER SOSTENUTO CHE LA CLASSE OPERAIA LIBERANDO SE STESSA LIBERA TUTTE LA CLASSI SFRUTTATE (tesi 50) e IL MOVIMENTO DEI MOVIMENTI (Porto Alegre) è la forza strategica di questo XXI secolo (tesi 22).

4) IL COMUNISMO E’ CONTRO LO STALINISMO (tesi 53) - "il progeto di rifondazione comunista implica una rottura radicale con lo stalinismo. Nel comunismo italiano, la rottura è avvenuta, prevalentemente, in nome dei diritti della persona e della necessità della democrazia rappresentativa."

5) LA DEMOCRAZIA E’ UN VALORE IN SE’ (tesi 55) - "la democrazia non è uno strumento, ma un valore in sè, una strategia di società organicamente plurale".

Se accettassimo queste posizioni, che cosa rimarrebbe di una posizione comunista? Ovviamente non si tratta di essere "nostalgicamente" legati al passato, come si vuol far credere, bensì di riaffermare posizioni di classe e rivoluzionarie. Le tesi di Rifondazione ci portano lontano da queste posizioni.

Per andare dove? Questo è il punto.

Quando si afferma che gli stati nazionali vanno smarrendo di potere, oppure che il concetto di imperialismo è superato, oppure non è la lotta di classe il fulcro delle trasformazioni sociali e istituzionali, ma il popolo di Seattle che lotta per la democrazia in sè, qual’è il vero obiettivo politico dell’operazione? La presenza di Veltroni a Porto Alegre dà il senso dell’operazione in corso.

Utilizzando un movimento di protesta nato dalle condizioni della nuova fase imperialista, i cattivi maestri del no-global innestano nel progetto della cosiddetta rifondazione comunista una nuova corrente riformista che cerca di farsi largo dal ventre di quella socialdemocrazia che ha partorito le guerre umanitarie e la nuova fase liberista.

Menare scandalo per questo non è il caso, ma condividere l’idea che si tratta di comunismo è altra cosa. Insomma, presentare il comunismo come un pranzo di gala ci sembra eccessivo.

Andiamo quindi alla conclusione.

Il filo rosso che unisce tutti i punti da noi evidenziati ci porta alla domanda finale: a che punto siamo di quella rifondazione che da un decennio ci è stata promessa e mai realizzata? Ci sembra che con questo congresso siamo arrivati ad un punto conclusivo di una vicenda che ha avuto i suoi meriti, ma anche le sue ambiguità. Ora queste ambiguità sono sciolte e non si può barattare per comunismo formulazioni di sinistra che appaiono tanto avanzate che rischiano, come si è detto del trotskismo, di passare dall’altra parte.

Dunque questo congresso di Rifondazione fornisce molto lavoro ai comunisti, a condizione che siano capaci di sfruttare la situazione con intelligenza e non scambino il comunismo per un emendamento.

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