Il 17 si replica

La fotografia dell'abbraccio di Bertinotti con Ferrero nel corso della manifestazione dell'11 e l'intruppamento dei partecipanti sotto le bandiere dei partitini del defunto Arcobaleno, danno la misura di ciò che l'evento ha rappresentato effettivamente. Dovremmo dire: 'siamo alle solite'. I vecchi maneggioni della sinistra, il forchettonismo rosso, si ripresentano in piazza, stimolando l'emotività di alcuni settori di compagni e di compagne per ritentare l'operazione di rilancio elettorale. Non sappiamo con quale squadra si presenteranno, ma l'abbraccio Ferrero- Bertinotti dà il senso delle manovre in corso. Si aggiunga al quadro iniziale la fugace apparizione di alcuni esponenti del PD, Vita e la Turco, a margine del corteo, e si capirà da cosa si riparte politicamente. Tutto questo a prescindere dalla consistenza del corteo che passa, a seconda delle valutazioni, da trecentomila a ventimila.

Il 17 si replica col sindacalismo di base, il quale si presenta all'appuntamento dopo la firma dell'accordo Alitalia. Solo pochissimi hanno fatto una riflessione su come un sindacato di ‘base’ ha firmato un accordo capestro dentro una condizione politica capestro. L’importante è essere considerati un vero sindacato, anche se al tavolo delle trattative unitario si era seduti con una maggioranza di sigle che giocavano sporco e si sapeva quale poteva essere l’esito. Si dirà che al sindacato spetta il compito di contrattare e firmare accordi. Certo, ma questo ha ben poco a che fare con le esigenze con cui sono nati i movimenti di base dei lavoratori, soprattutto se si accetta una condizione di palese inferiorità che rende formale il ruolo della ‘rappresentanza’. Possibile che dagli anni ottanta in poi non si sia ancora fatta una riflessione su cosa è successo nei posti di lavoro e fuori e di quanto abbia poco senso illudersi di poter fare sindacato a tutti i costi, anche se si assume la definizione di sindacalismo di base?

In realtà, per chi non lo avesse ancora capito, l’attuale sindacalismo di base è speculare a una sinistra radicale che ha fatto bancarotta ad aprile. Si cerca di distinguerne le sorti, ma nei fatti si passa dagli acchiappavoti agli acchiappatessere.

Erregi

16 ottobre 2008


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