IL BASTONE E LA CAROTA
nella trappola del Cavaliere

Credo che tra i più lucidi analisti politici di questa fase molto complessa ci sia Eugenio Scalfari. E' lui che per definire le caratteristiche dello scontro politico e del gioco di Berlusconi ha riusato l'espressione “il bastone e la carota”. Per dire che cosa? Che nonostante la grande conflittualità che sembra dispiegarsi nella politica come nella società, la tela di ragno del Cavaliere non molla la presa e tiene sempre l'iniziativa. Usando la tecnica della durezza, ma anche del buonismo quando la corda è troppo tirata. Nel frattempo il capo del governo prepara i colpi bassi che sono i più micidiali e lasciano stordito l'avversario. Si è avuto prova di questo in due casi: l'elezione di Villari alla presidenza della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e l'invito a cena di Bonanni e Angeletti che ha messo la parola fine ad un movimento unitario di opposizione dei sindacati concertisti.

Quando i colpi inferti hanno raggiunto e tramortito l'opposizione PD, ritorna il volto buono di Berlusconi per recuperare la simpatia del buon padre di famiglia. La palla torna a sinistra e più in generale nel campo dell'opposizione. Il PD sta subendo un travaglio interno che non è solo lotta di potere, ma anche di strategie. I collaborazionisti alla Villari non sono un'eccezione tra i democratici, ma un'area che intende l'opposizione come una istituzione speculare al governo, anche se a capo di questo c'è Berlusconi Nel frattempo mentre Bossi olia i fucili, Di Pietro viene definito un fuorilegge.

Nessuno a livello politico ha lanciato veramente la sfida. In crisi il PD e il suo grottesco governo ombra, mentre a sinistra navigano gli ectoplasmi di quella che fu la sinistra radicale. Di Vendola si è persa traccia, mentre il resto si barcamena tra le litanie di Ferrero e le sempre più stentoree, vuote di peso politico, dichiarazioni di Diliberto.

Il terzo attore della scena sono le spinte di movimento che, come più volte abbiamo detto, sono il vero protagonista dell'opposizione. Ma i movimenti e le situazioni di lotta nascono da un contesto che non consente di portare i colpi fino in fondo. Lo si è visto nel caso dell'Alitalia dove si è accettato il terreno di una trattativa quando non c'era nulla da trattare e, in parte, nel caso del movimento degli studenti che è caduto nella trappola del discorso meritocratico. D'altronde la situazione è questa e da questo bisogna partire. Avendo però di mira due cose. Non cedere alla tentazione di accettare coperture politiche e sindacalesi di vario genere e studiare attentamente i passaggi delle lotte. Le possibilità di battere la destra e il padronato stanno nella forza materiale che si può creare nello scontro e nell'intelligenza politica di chi lo pratica.

Erregi

24 novembre 2008


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