Dalla parte dei palestinesi
o dalla parte di Hamas?

Non abbiamo mai dubitato che gli 'amici' dei palestinesi con le loro ambiguità favorissero un clima nel quale non si capisce chi è il nemico, quale la sua natura e sopratutto chi veramente va sostenuto. Ecco dunque che per il 17 gennaio è convocata una nuova manifestazione a favore dei palestinesi dove certamente convivono una spinta di sincera solidarietà, la consueta strumentalizzazione di chi cerca di sfruttare gli avvenimenti politici per darsi un ruolo e le ambiguità di sempre.

Il manifesto di convocazione della manifestazione del 17 gennaio titola DALLA PARTE DEI  PALESTINESI. E' lecito domandarsi di quali palestinesi? Il fantoccio Abu Mazen non è forse palestinese? La polizia comandata da questo personaggio alleato degli israeliani e degli americani che ha duramente represso il movimento di solidarietà con Gaza non è forse composta di palestinesi? Dire quindi dalla parte dei palestinesi non individua i punti essenziali della solidarietà da esprimere e gli obiettivi della lotta.

Che, non ci stanchiamo  di ripeterlo, in questo momento sono ben diversi dal dire 'dalla parte dei palestinesi'. Il punto è che bisogna scendere in piazza per sostenere Hamas che combatte. Ricordate lo slogan 'coi Vietcong fino alla vittoria'? Ebbene oggi bisogna dire a fianco di Hamas che rappresenta l'unica organizzazione palestinese che lotta contro lo stato colonialista e razzista di Israele. Non scendere in piazza su questo significa favorire la vasta operazione di criminalizzazione che l'imperialismo occidentale conduce contro l'avanguardia armata dei palestinesi che ha osato denunciare le collusione dell'OLP con i sionisti, con gli americani e coi becchini del movimento di liberazione rappresentati dai governi egiziano e giordano. E che ha rilanciato la lotta per l’indipendenza della Palestina.

I sionisti e gli imperialisti occidentali non sono contro i palestinesi. Uccidono i palestinesi fino al limite del genocidio quando questi dimostrano di non voler essere colonizzati e definiscono lo stato d’Israele, giustamente, uno stato colonialista e occupante un territorio che non appartiene agli ebrei. I redattori del manifesto per il 17 gennaio hanno difficoltà a scendere in piazza per Hamas? Conoscendoli non ne dubitiamo.

Inoltre, contro chi si scende in piazza? La parola sionismo, questa nuova forma di nazismo assassino mercenario dell’occidente imperialista e anche comprimario nella strategia globale dell’imperialismo non è il vero nemico dei palestinesi? Il sionismo non è israeliano, il sionismo è un movimento nazionalista internazionale che fa di Israele il suo punto di rappresentanza etnico-religioso, ma che è ramificato in tutto l’occidente imperialista. E allora perché non si scende in piazza contro i sionisti sono loro i veri nemici del popolo palestinese?

P.S.
Queste nostre considerazioni non sono un invito a non scendere in piazza. Sono un invito a fare i conti col solidarismo piagnone che non si misura, per scelta, con le questioni in ballo.

Erregi

14 gennaio 2009


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