CUL DE SAC
considerazioni elettorali

Ci sono due cose evidenti nell'esito delle elezioni europee, le contraddizioni in cui si dibattono i protagonisti e il rafforzarsi della destra come espressione sociale dei peggiori istinti fascistoidi che l'Italia ha espresso in questi decenni del postfascismo.

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Parliamo della questione elettorale. Franceschini ha detto: abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, bloccare Berlusconi e tenere aperta la prospettiva del Partito Democratico. E' vero questo? In apparenza sembrerebbe di sì. Il PDL non è andato oltre il 35% rispetto alla previsione di un risultato ben oltre il 40%. Anche il secondo obiettivo, quello di un 26% che stabilizza la situazione del Partito Democratico, in apparenza sembra ragionevole. Ma come stanno veramente le cose? Se è vero che Berlusconi è rimasto al disotto delle aspettative, la marea montante della destra nelle elezioni locali ha ridotto e di molto le affermazioni di Franceschini sui risultati ottenuti. Non solo, ma le cronache di queste ore ci consegnano una situazione che potrebbe preludere alla fine stessa del PD. Se non per implosione potrebbe essere per separazione, nella prospettiva che un Casini rafforzato da un lato e un partito di stampo più socialdemocratico dall'altro possano preparare l’alternativa a Berlusconi. Questa prospettiva però non è indolore perché deve fare i conti con una destra razzista e anticomunista che sta egemonizzando le scelte elettorali e i comportamenti di massa. Quindi coloro che giustamente spingono per la sconfitta di Berlusconi sappiano cosa li aspetta alla fine del percorso.

E la sinistra? Che abbia fallito l’obiettivo del 4% è noto, ma questo non scoraggia la sinistra governista. Cesare Salvi, interloquendo con Bruno Vespa a Porta a Porta ha detto chiaramente: che cosa dobbiamo fare di questo 6%? La risposta della Finocchiaro è stata esplicita: cercate di unirvi. Questo sembra sia l’andazzo che la discussione sta prendendo sia dentro SL che nel PRC. I nostalgici della falce e martello, a conferma della strumentalità della loro scelta elettorale, si preparano alla grande svolta dell’unità a sinistra, mentre SL lavora sapendo che la crisi del PD e i nuovi scenari di centro-sinistra possono aprire spazi che Veltroni il perdente aveva chiusi. Ancora una volta quei compagni che ancora credono che ci sia un partito della falce e martello prendano atto di come stanno le cose e soprattutto si tengano alla larga dalle due varianti trotskoidi, quella movimentista di Bernocchi e quella partitica del PCL.

Il disordine sotto il cielo è grande, i pericoli sono molti, però conviene uscire dalle certezze che hanno sempre favorito i furbi.

Erregi

10 giugno 2009


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