Le nostre primarie

I COBAS hanno aperto le danze con una dichiarazione identica a quella delle precedenti elezioni in cui affermano di non partecipare a liste elettorali e di non spendere il nome dell'organizzazione a sostegno di candidati provenienti dalle loro file. Come è detto nell'Antico Testamento (Genesi) riferito alla creazione, 'è cosa buona'. Ma i COBAS, in crisi strategica e senza strategia, omettono di spiegare per quali ragioni non partecipano alle elezioni, se per vocazione astensionista o per motivi politici che però non vengono evidenziati. Come dire 'nè aderire nè sabotare'. E' nel loro stile più tradizionale di cerchiobottisti.

Invece la discussione sul voto o meglio sul non voto va fatta. Intanto per evidenziare che i fatti sono lì a dimostrare che un voto 'a sinistra' non ha senso. Nè per la natura putrescente del PD nè per coloro, riciclati sotto il nome di Federazione della Sinistra, che stanno in piedi solo nella speranza di acchiappare qualche seggio. Anche costoro, rilanciatisi col vecchio schemino della 'sinistra della sinistra', hanno sbattuto il muso contro i fatti. Il teorema Bersani-D'Alema ha tolto l'acqua al pesce 'di sinistra' e elaborato uno schema nuovo basato sull'UDC, la Bonino e quant'altri. Una nostra vecchia conoscenza ha aperto la sua personale campagna elettorale con lo slogan 'Nieri chi?' Anche noi diciamo 'a sinistra di chi?'

Per concludere il nostro ragionamento da astensionisti per caso, ribadiamo che il voto 'a sinistra' è solo un servizio reso al residuo governismo dei cosiddetti radicali che ritentano l'avventura.

La nostra non è però la posizione altezzosa di chi non si vuole piegare al realismo politico. Tutt'altro. Nel contesto politico che si è delineato, il non voto è una premessa. Una premessa per che cosa? Per la necessità che coloro i quali hanno capito la lezione si interroghino sul futuro e si impegnino a costruirne uno, fuori da ogni logica trotsko-movimentista-rifondarola. Dopo la farsa 'rivoluzionaria', l'opportunismo governista e la tragedia del presente, non dobbiamo gridare il logoro slogan 'comunisti sempre', ma deciderci ad essere comunisti davvero.

Erregi

21 gennaio 2010


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