Alla ricerca del partito perduto

Nella situazione politica italiana gli orfani del comunismo continuano ad agitarsi alla ricerca del partito perduto. Per molti anni la scena è stata occupata dai gruppi marxisti-leninisti fino al loro pratico esaurimento.

Oggi va di scena un'altra rappresentazione di cui ci siamo occupati in diversi commenti sulla nostra agenzia. Finora ci siamo però limitati a fare considerazioni sullo'spessore' politico di coloro che lavorano per quella che viene definita l'unità dei comunisti. Ma parlare di questo non centra il problema vero, quello che si può definire oggettivo.

Difatti, per capire se quello che è in atto è un tentativo di rinascita oppure un finale di una storia arrivata all’epilogo, dobbiamo porci alcune domande e due in particolare, per inquadrare la questione. La prima domanda riguarda il ruolo di un partito nel contesto sociale in cui opera.

Il PCI ha incarnato dal 1921 fino agli anni’60 il ruolo di avanguardia interpretando quanto di meglio è esistito in termini di internazionalismo, di lotte sociali, di resistenza al fascismo, di rivendicazioni democratiche. Questo ha fatto del PCI un grande partito che si è poi liquefatto sotto i colpi della controrivoluzione interna e internazionale.

La rifondazione comunista, lungi dal costituire un punto di rottura col processo controrivoluzionario, lo ha rafforzato accettando per buona la tesi bertinottiana del novecento come secolo di errori ed orrori. C’è stato forse qualche settore comunista, tra quelli che oggi auspicano la ripresa di un progetto di partito, che non abbia partecipato all’orgia bertinottiana sulla contaminazione politica col centro sinistra? Quindi dove erano i comunisti? Qualcuno potrebbe suggerire che erano nel governo D’Alema a bombardate la Jugoslavia. Ma queste sono cose note.

Quello che è meno noto, e che non emerge dal dibattito, è che la crisi del PCI è stata una parte della crisi del movimento comunista, all’Ovest come all’Est, e che questa crisi è figlia dell'incapacità del movimento comunista di affrontare la situazione alla fine degli anni ’50. Era possibile evitare questa crisi? Quali condizioni interne al movimento comunista lo hanno impedito? Gli orfani italiani del comunismo sono rimasti alla famosa intervista di Togliatti a Nuovi Argomenti. E il resto?

Così andiamo alla seconda domanda. Quella finale. In che cosa consiste la ripresa del movimento comunista? In Italia, come altrove, questo tentativo di ripresa appare più che altro un circuito di supporto agli schieramenti parlamentari riformisti e a questo circuito tentano di aggrapparsi i sostenitori nostrani dell’unità dei comunisti. Il resto della storia lo commenteremo a breve, dopo gli effetti delle elezioni di marzo.

Erregi

1 marzo 2010


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