La politica dei capibastone e l'unità a 'sinistra'

Se si va ad analizzare il voto delle ultime regionali per quanto riguarda il PD emerge il dato sconcertante, difficile da ammettere per chi ancora continua a votare a 'sinistra' e cioè che ormai i voti di questo partito vengono raccolti attorno a interessi amministrativi e clientelari. Solo in questo modo i democratici riescono a tenere e questo spiega il voto nelle regioni definite a torto rosse.

Paradossalmente il voto politico è oggi di destra perchè è la destra che lancia temi generali su cui si compattano i ceti reazionari e razzisti italiani. Il PD non parla, balbetta sui grandi temi dello scontro su Berlusconi. Se non ci fossero i guastatori alla Travaglio e alla Santoro, la dinamica politica ruoterebbe attorno agli inciuci dalemiani.

Sconfitti alle regionali, i democratici, invece di ragionare su Bassolino, su Loiero, sulla Bonino, sulla Bresso, prendono atto della sconfitta e aprono il discorso sulle 'riforme', scendendo sul terreno preparato da Berlusconi.

A proposito di elezioni regionali e di logica da capibastone, si può fare l'esempio del Lazio. In Consiglio regionale non è entrata neppure una donna e questo fatto è conseguenza di una situazione che ha visto i capibastone del PD battagliare tra loro incuranti del risultato generale.

Quanto ai rottami dell'unità a sinistra, sembra che non si siano accorti di tutto questo, anzi hanno sostenuto, nel dibattito post-elettorale, che le liste di centrosinistra confermavano la necessità unitaria in quanto in situazioni come Milano e Napoli si è andati ben al di sotto del 2%. A noi viene il sospetto che i risultati milanesi e napoletani dimostrino che in realtà l'elettorato 'alternativo' è legato mani e piedi al discorso del centrosinistra come voto utile, anche se a rappresentarli si trova la Bonino o Loiero. Dove sta dunque l'alternativa? Si conferma in realta quello che andiamo dicendo sulla necessità di sganciarsi dalla contrapposizione elettoralistica imposta dal centro-sinistra e trovare altri strumenti di rappresentanza. A partire dal non voto.

Erregi

11 aprile 2010


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