Comunisti, scampoli di dibattito

Che il dibattito tra 'comunisti', per l'unità dei comunisti, sia arrivato alla frutta è noto. Dall’orizzonte, man mano che passa il tempo, scompaiono i temi che erano al centro della discussione.

In primis è scomparso l’obiettivo di creare un partito di comunisti tra PRC e PdCI dopo la defezione del vecchio gruppo dirigente di Rifondazione. Si è cercato di nascondere il fatto con le pressanti necessità elettorali, quelle delle elezioni europee. Passate le elezioni però, il discorso sulla Federazione della Sinistra da tattico è diventato strategico. La prospettiva non è quella di creare un nuovo partito comunista, bensì di mantenere in vita un cartello elettorale che unisca, sul programma, ciò che resta in vita dell’elettorato storico di Rifondazione.

Questo ‘aggiornamento’ strategico ha trovato l’opposizione dei molti compagni e compagne che sotto il nome di Comunisti Uniti avevano preso sul serio le intenzioni di Ferrero e spingevano per i tempi rapidi dell’unificazione. In realtà spingevano anche per l’azzeramento del gruppo dirigente della Federazione, responsabile dei fallimenti e delle scelte gravissime all’epoca del governo Prodi.

I comunisti unitari però non hanno avuto successo, visto che contro di essi è stato pubblicato anche un manifesto di sostegno al nuovo gruppo dirigente della Federazione da parte di esponenti di spicco della rivista L’Ernesto e di professori come Domenico Losurdo. Nel manifesto si giustificava la vicenda storica di Rifondazione anche rispetto al governo Prodi e si invitavano i comunisti 'di base' a non cadere nella demagogia.

La nascita di 'Marx XXI secolo' non ha modificato la situazione e piano piano anche l’associazione scompare dall’orizzonte.

Cosa rimane oggi di tutto questo parlarsi addosso di comunismo? Per consolazione si è elaborato il teorema dei tre cerchi concentrici (sia da parte dell’Ernesto che di Diliberto). Il primo è quello largamente unitario della difesa repubblicana, di Bersani. Comunque e a tutti i costi purchè contro Berlusconi. Il secondo cerchio è rappresentato dall’unità della sinistra, cioè dalla Federazione e il terzo è il motore di tutto cioè il nucleo dei comunisti. Il ragionamento sembrerebbe quasi convincente se non venisse fuori con sempre più evidenza che manca proprio il soggetto fondante, cioè i comunisti e manca, soprattutto, la dimostrazione della capacità di far ruotare i cerchi nel verso giusto. Questo teorema somiglia piuttosto alla linea della contaminazione bertinottiana che ha riproposto l’interrogativo di chi contamina chi?

Il nucleo d’acciaio comunista, immaginato dall’Ernesto e da Diliberto, perde continuamente pezzi. Si vada a leggere la cortese polemica di Fosco Giannini con personaggi come Valentini e Steri, vecchi dirigenti di Essere Comunisti, esponenti del bolscevismo rifondarolo. La richiesta angosciante di Fosco Giannini ai suoi interlocutori è questa: perché non parlate di partito comunista? Una domanda retorica conoscendo il processo di rifondazione comunista iniziato da Armando Cossutta.

Erregi

2 maggio 2010


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