Not in my name

L'imperialismo di sinistra colpisce ancora. Su Liberazione del 13 luglio appare un articolo di Francesca Marretta [qui] perfettamente allineato con la propaganda occidentale contro la resistenza somala. Candidamente, l'articolista parla di un aumento di 2000 soldati ugandesi in Somalia come probabile movente degli attentati, tutti avvenuti in circoli esclusivi dove si ritrovano 'volontari' ONG americani e organizzatori filooccidentali dell'occupazione.

Ci sarebbe più di un motivo per comprendere la dinamica degli avvenimenti, ma questo non interessa ai 'non violenti' di Liberazione. A loro basta partecipare al coro interessato sull'Uganda insanguinato dai fanatici estremisti islamici. Le guerre dell'occidente nel Corno d'Africa e le invasioni telecomandate dei suoi servi africani, come i governi dell'Etiopia e dell'Uganda, non sono un problema: sono le forze della civiltà contro la barbarie. I "nostri", i buoni sostengono le 'truppe regolari somale' con la benedizione dell'ONU e parteciperanno con i loro esperti alle indagini sull'attentato. Peccato solo che gli estremisti dilagano: adesso anche l'Eritrea sostiene non la resistenza si badi - che la parola non induca fraintendimenti - ma l''insurrezione islamica' somala.

Che dire? L'imperialismo di sinistra ormai ha messo radici profonde e ha attecchito bene nei giornali come Liberazione e anche il Manifesto che in genere non è da meno.

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