Cogliere l'occasione

Ci sono due dati che corrono in parallelo e si condizionano: il dato della crisi economica e la crescita della propensione all'astensione per le prossime elezioni politiche. Marco Travaglio, parlando alla TV La7, sostiene che i non votanti oggi sono più del 50%, salvo ovviamenti ripensamenti. Più la crisi morde, e Monti ne gestisce gli effetti, e più la gente capisce che non ci sono sbocchi credibili e rifiuta le motivazioni politiche ai sacrifici. Sullo sfondo agisce anche il succedersi degli scandali finanziari che investono i partiti e gli esponenti dei partiti 'costituzionali' il cui tasso di credibilità si mantiene attorno al 5%. La crisi della Lega di Bossi non ha modificato il quadro, anzi lo ha aggravato.

Illudersi che da questa situazione si possa uscire con un'alternativa elettorale all'esistente è fuori dall'ordine delle cose e per due buoni motivi. Il primo è che inventarsi un'alternativa elettorale non ha nessuna credibilità considerando i soggetti che dovrebbero rappresentarla .Forse qualcuno crede che la gente non si sia accorta che ruolo sta giocando Bersani rispetto al sostegno a Monti e all'inciucio con Alfano e Casini per il mantenimento dello status quo? E qualcuno ritiene che Vendola o Grillo possano andare oltre il ruolo di giullari?

La tendenza maggioritaria dunque è quella che tende a rifiutare in blocco il gioco sporco dei partiti e ad esprimersi col non voto. Qualcuno metterà in ballo la favola del qualunquismo, ma l'argomento non attacca. Il problema semmai è impedire che il rifiuto del voto si trasformi in qualunquismo e sfiducia e costituisca in tempi brevi la base per nuove avventure reazionarie.

Quindi esprimere il non voto come forma vera di opposizione basata sulla lotta alla politica della BCE e ai sacrifici che essa impone alle classi più disagiate diventa il centro della riorganizzazione politica nei prossimi mesi. Per questo bisognerà convincere migliaia di persone a impegnarsi nella mischia per arrivare al fatidico 51%.

E poi? Questa è soltanto la premessa per affrontare il tema del cambiamento, ma se non sappiamo fare questo passaggio il resto si ridurrà a qualche corteo del ceto alternativo, quello abituato a parlarsi addosso.

Erregi
11 aprile 2012


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