La nuova fase imperialista

Finora si si è parlato di crisi finanziaria e di mancata crescita, ma se guardiamo le cose nel loro insieme vediamo che non ci sono solo i sermoni di Obama e le rigidità della Merkel che fanno ballare l'euro, ma che il quadro in cui la situazione mondiale evolve fa prevedere un futuro di guerra. Diciamo di guerra e non di guerre perchè la dimensione che si prepara emerge come una strategia più complessiva.

E' vero che finora, a partire dalla prima guerra dell'Irak, le guerre hanno riguardato singoli obiettivi tesi a normalizzare i punti di crisi dell'area a dominio occidentale permettendo un consolidamento relativo, con qualche sconfitta, degli USA e della NATO. Mentre però le forze imperialiste faticano a mantenere i capisaldi conquistati e sembra che il loro dominio vacilli, si sta muovendo un fronte più vasto che tende a preparare un più alto livello di confronto.

Dopo aver digerito l'Europa dell'Est e il controllo dei Balcani, mettendo la più grossa base americana nel Kosovo, la strategia imperialista si è mossa agilmente nei paesi arabi, costruendo un fronte di alleanze che ha soverchiato di molto il tradizionale blocco attorno all'Arabia Saudita. Dopo la Libia, si sta assediando la Siria con l'ausilio della Turchia e da lì si minaccia il Libano. In questo disegno c'è l'articolazione dello scontro con l'Iran di cui si occupa Israele col concorso tecnologico della Germania.

La linea del nuovo fronte dunque prevede un'area occidentale rafforzata, il controllo del mondo arabo iniziato con le 'primavere' e finito con le guerre in Libia e in Siria, uno schema allargato che va verso l'Asia e l'Africa, ma soprattuto a Obama interesse il Pacifico orientale. Su questa linea del fronte si giocano le sorti dell'imperialismo occidentale nel suo confronto con la Cina e i sistemi di alleanze che si stanno determinando attorno ad essa, dal BRICS al forum di Shangai.

La debolezza dell'Europa preoccupa gli americani perchè indebolirebbe il disegno strategico complessivo ed è per questa ricomposizione imperialista che lavora il governo Monti.

Di questa strategia imperialista è parte integrante il PD e il suo sistema di alleanze. Di questa medesima strategia è complice la sinistra imperialista, come ha dimostrato con la Libia e la Siria, e di questa medesima strategia è connivente 'a sua insaputa' una sinistra movimentista che si agita nel ventre molle dell'occidente in modo corporativo e trade-unionista.

Erregi

9 giugno 2012


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