Astensionismo e Grillismo

Il vento del rifiuto di accettare di essere coinvolti nei riti di un sistema politico vicino al collasso sta cambiando direzione e gonfia le vele delle liste 5 stelle.

Non è certo il caso di analizzare le posizioni del movimento di Beppe Grillo col sistema dell'ortodossia ideologica. Come per l'astensione, cerchiamo invece di valutare il rapporto tra voto ed effetto politico.

Da questo punto di vista ci sembra che, nonostante le sviolinate di destra e di sinistra, lo choc di un'ascesa che, almeno per ora, sta fuori da questo sistema politico, non è stato ancora assorbito. Insomma la situazione per il sistema si va complicando.

La situazione però si va complicando anche per noi che abbiamo visto nella crescita dell'astensionismo il punto debole della crisi politica, quello che doveva, e deve ancora essere utilizzato per impedire che si ritorni alla routine dei partiti e alle manovre di ricomposizione. Si pone quindi il problema di orientarsi e non mettere le ipotesi tutte sullo stesso piano. Dobbiamo rispondere alla domanda: astensionismo o grillismo?

Per noi la risposta è chiara: il rifiuto della logica mafiosa e criminale di questo sistema non può assumere la connotazione di un voto in positivo. Il grillismo non è altro che il tentativo di modificare le cose con l'illusione che oggi si possa cambiare con il voto. Questa illusione - e già se ne vedono le avvisaglie - cadrà sotto il peso di una gestione tutta istituzionale dei problemi posti dalla crisi. Il rafforzamento dell'astensionismo, come tappa di un processo politico di affermazione di un a vera alternativa rimane il necessario punto di partenza per non riportare indietro le cose.

Purtroppo non siamo i soli a pensare come agire nella crisi - e l'esempio della Grecia docet - ma se crediamo veramente a un cambiamento dobbiamo seguire una rotta chiara e non avere grilli per la testa.

Erregi

17 giugno 2012


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