Lettera di Natale a Piero Bernocchi

Caro Piero,

vedo che negli ultimi tempi stai alzando i toni nei confronti delle scelte governiste del PRC. A mio parere non c'è molto da gridare allo scandalo, almeno per coloro che sulla vicenda Rifondazione hanno avuto le idee chiare da lungo tempo. Come si usa dire, dalle rape non si può cavare il sangue.

           Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che il PRC non fosse e non sia un luogo di rifondazione di comunismo e neppure di seria alternativa allo stato di cose esistenti. Non che al suo interno non vi siano dei compagni, ma la sostanza del suo essere era e rimane di tutt'altra pasta. Penso sostanzialmente che Rifondazione sia un luogo politicista di essere di sinistra e in definitiva di corruzione politica. Altro che compagni!

Non so se, aldilà delle denunce su singole questioni, la pensi allo stesso modo. Però da questo bisogna partire per decidersi sul che fare. In epoca non sospetta mi ero permesso di dirti che dopo le elezioni bisognava decidersi. A fare che cosa? A creare un fronte non occasionale di autonomia politica dal centro sinistra su cui far convergere tutte le esigenze che la parte non corrotta della sinistra ritiene punti irrinunciabili per definire una prospettiva di cambiamento dello stato di cose presente. In altri termini era il momento di uscire dalla dialettica un po’ scontata tra entusiasmi antiberlusconiani e delusioni verso il centro sinistra e proiettarsi verso un progetto positivo.

A mio parere i tempi per una simile operazione sono maturi. Tra tante operazioni di rifondazione di comunismi e di blocchi ‘alternativi’ in cui si ritrovano Pecoraro Scanio e Diliberto, mi sembra che in Italia manchi una forza politica che sappia esprimere, non con qualche corteo del sabato sera, ma con un’azione politica sistematica e intelligente, una seria opposizione su questioni come gli interventi ’di pace’ delle truppe italiane, il rapporto tra Italia e UE, la laicità dello stato, la politica economica, le condizioni di classe ecc. ecc.

Mi immagino che la tua risposta può essere del tipo: 'ma i COBAS non fanno questo?' E a questo punto mi viene in mente Totò quando risponde, "ma mi faccia il piacere!". Come si può pensare che con i livelli politici e organizzativi attuali si possa raggiungere un obiettivo come quello di diventare una seria forza politica di opposizione?

Quella che si definisce sinistra di movimento non solo non è in grado di svolgere questa funzione, ma è la matrice di tutti gli opportunismi che abbiamo registrato dal ’68 in poi. Ultimo in ordine di tempo quello degli ‘ernestini’ del PRC. Mi rendo conto che la soluzione non è facile, ma continuare a prenderci in giro e alzare la voce non porta a nulla. Forse varrebbe la pena di aprire la discussione.

Buon Natale.

Robero Gabriele


 
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