La "sinistra" in piazza contro Putin

E' successo a Bari in occasione dell'incontro Putin-Prodi: la sinistra "rivoluzionaria" di stampo trotskista e rifondarolo è scesa in piazza per protestare contro il capo del governo russo in visita in Italia.

I "comunisti" di casa nostra si sono perfettamente allineati alla campagna di stampa orchestrata dai media italiani che ha accompagnato rumorosamente l'evento. Le varie reti e testate italiane (in prima fila anche Il Manifesto, che in questi casi non perde un colpo) e naturalmente i radicali con il ministro del commercio estero Bonino che diserta l'incontro, si sono impegnate in una di quelle operazioni che caratterizzavano certe associazioni pagate dagli americani come quella che portava il nome di "Pace e Libertà" negli anni '50. Chi non ricorda i manifesti con l'orso russo responsabile di delitti ed efferatezze, che tappezzava i muri delle città italiane? Ebbene, l'operazione si è ripetuta con Putin. Un'operazione a freddo, in rapporto a una visita che era dedicata alla collaborazione tra Italia e Russia sul piano economico e ad un confronto politico sul principio del multilateralismo nelle relazioni internazionali, in evidente contrapposizione con un altro principio, quello seguito oggi dagli americani, alla base della "guerra infinita".

Che cosa avevano da obiettare su questo i giovani sedicenti comunisti del PRC e i loro compagni trotskisti? Perchè hanno scelto la Cecenia e i diritti umani per scendere in piazza contro Putin a Bari?

E' evidente che alla base di queste scelte ci sono due motivi convergenti.

Il primo riguarda la sinistra imperialista occidentale, che segue sempre il direttore d'orchestra americano sulle vicende internazionali. Si tratti del Darfur o dello Zimbabwe, della Cina o della Russia, la musica è sempre la stessa. L'impero del male è sempre identificato secondo lo stereotipo che vuole la parte civilizzata del mondo contro i barbari di ogni genere. Questo concetto accomuna ormai da tempo la sinistra e la destra italiane. Invece di mettere in rilievo la posizione della Russia contro i progetti di riarmo stellare che coinvolgono l'Europa, l'opposizione alla soluzione euro-americana sul Kossovo e le dichiarazioni di Putin contro la pretesa americana di gestire le relazioni internazionali secondo la logica unipolare, che cosa fanno i "comunisti" rifondaroli e i loro compari trotskisti? Scendono in piazza contro Putin!

La seconda questione riguarda il trotskismo. E' evidente ormai che la battaglia contro il trotskismo come agente internazionale dell'imperialismo ritorna di attualità. Sono molti i segnali che indicano che, nella delicatissima fase che stiamo attraversando, il trotskismo viene utilizzato come copertura di "sinistra" per denunciare situazioni e movimenti che si muovono contro il sistema di controllo imperialista statunitense e occidentale. Ovviamente il trotskismo non combatte il principio dell'indipendenza e della lotta all'imperialismo. Per questo ci sono le forze tradizionali della destra. Al trotskismo è riservato il compito di combattere le manifestazioni reali dell'opposizione all'imperialismo egemone, così come si manifestano concretamente nel contesto storico. Si ripete l'operazione già collaudata contro il socialismo reale e contro il movimento comunista reale che abbiamo conosciuto per lunghi decenni.

E' bene che i compagni e le compagne si rendano conto con chi abbiamo a che fare e si attrezzino per combatterli. Con questa "sinistra" non dobbiamo avere nulla a che spartire.

Erregi
19 marzo 2007


Ritorna alla prima pagina