Moriremo socialdemocratici?

A proposito della manifestazione del 20 ottobre

Ci sono due cose abbastanza chiare che emergono dalla manifestazione del 20 ottobre indetta da Liberazione e Manifesto, un modo questo di depotenziarla dalle responsabilità degli organizzatori veri dell'evento. I quali hanno anche evitato il palco trasformandolo in un luogo di lamenti categoriali.

Questi sono però dettagli. La questione vera, anzi le questioni vere, sono due. La prima, quella che ha colpito la fantasia anche dei media, è la partecipazione, una partecipazione molto superiore alle aspettative. Se questa partecipazione c'è stata e praticamente sotto le bandiere del PRC e del PdCI, vuol dire che questi partiti sono stati capaci di superare la crisi di credibilità per il loro ruolo governista con una grande operazione di recupero a sinistra che si è svolta parallelamente e specularmente all'operazione Veltroni.

Il sistema 'democratico' funziona, eccome!

Se il merito è di chi ha messo in piedi l'operazione recupero - ed è indubbio che la casta sa fare il suo mestiere - la colpa sta anche in quel ciarlare dei movimentisti che vivono di maldipancia programmatici, ma non sanno fronteggiare lo scontro politico. Quindi le manipolazioni, anche le peggiori, riescono a passare.

La seconda questione riguarda i soggetti manifestanti. Se centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in un momento come questo, vuol dire che la tensione è reale e che la destra non riesce ad egemonizzarla. Però tutto avviene in un ambito di lamentele rivendicative che non intaccano la sostanza della deriva politica di un'area che si definisce a volte comunista e a volte sinistra. Se la sostanza politica della manifestazione è che Prodi deve ascoltare il popolo che soffre, siamo ben lungi da una impostazione politica all'altezza dei problemi. Peraltro, basta leggere i giornali sulla crisi incipiente per capire da che parte tira il vento e quanto Prodi sia in grado di ascoltare il grido di dolore dei manifestanti.

Gli spingitori di turno, quelli che per professione cercano sempre di spostare 'a sinistra' l'esistente, ci diranno 'le masse si sono mosse tocca a noi fare il resto'. In questo le categorie dei movimentisti e degli ortodossi si ritrovano, facendo inconsapevolmente del leninismo una caricatura. Senza un'analisi oggettiva della situazione oggettiva non si va da nessuna parte. Nel caso migliore, quando il ruolo di' sinistra' non è strumentale, si riesce solo a fare la mosca cocchiera.

A mio parere, la situazione oggettiva ci dice che, nonostante la crisi politica interna e internazionale, i comportamenti di massa sono di natura socialdemocratica e istituzionale e che il rosso delle bandiere copre solo la nascita di un nuovo partito della 'sinistra'.

Se vogliamo guardare in faccia la realtà usciamo dalle mistificazioni e discutiamo seriamente del 'che fare'.

Erregi

22 ottobre 2007


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