Gli amici di Berlusconi

La crisi del berlusconismo che sembra sempre sul punto di provocare la crisi del governo, riesce sempre, sul fisco come sulla giustizia, a ricomporsi non per motu proprio, ma per l’insipienza della opposizione di centro sinistra. E’ vero che esiste una netta maggioranza della destra in parlamento, ma quello che manca è una opposizione nel paese.

Rutelli, come Prodi e Fassino, affidano nei fatti ai poteri forti il compito di raccogliere le contraddizioni che maturano del centro destra e trasformarle in prospettiva politica. Questo modo di fare, frantuma il movimento di opposizione che si esprime contro Berlusconi e lo rende confuso rispetto alle prospettive.

L’insipienza e la irresponsabilità fanno il resto. A partire dal balletto delle sigle, da Uniti per l’ulivo, alla Gad, all’Alleanza, alle cosiddette primarie, che rendono paradossale anche il significato delle alleanze. In sostanza il paese reale, quello attanagliato dalla crisi economica e dalle controriforme di destra, manca di una adeguata direzione politica. Lo squallido teatrino delle dichiarazioni televisive dei vari leaders di centro-sinistra non riesce ad arginare il progetto spregiudicato, anche se cialtronesco, delle forze di governo.

Per affrontare Berlusconi non sono sufficienti i pannicelli caldi, ma occorre uno scontro duro e l’organizzazione delle forze sociali che sono interessate a questo scontro. La destra, come i fatti dimostrano, non si fa intimidire dalle proteste generiche, per batterla ci vuole ben altro.

In questo contesto una grave responsabilità grava sul PRC e sulla sua leadership. Proprio nel momento in cui era necessario serrare le file e unire le forze di alternativa, Bertinotti ha iniziato il balletto dell’alleanza di governo senza nessuna garanzia. I primi effetti si sono visti con la votazione in parlamento sul ritiro delle truppe italiane dall’Iraq che è diventato richiesta di conferenza internazionale con avvicendamento delle truppe di occupazione. Su queste questioni, non sapendo più che pesci prendere, ci si è inventati la petizione sull’art.11 della Costituzione per richiedere al capo dello stato la sua applicazione, quando proprio costui è responsabile della sua violazione.

Sicchè, tra una guerra e l’altra, tra una controriforma e l’altra, l’italietta dei politicanti va avanti. Stavolta non bisognerà aspettare un Nanni Moretti per interrompere il gioco. Occorrerà ricreare le condizioni per un movimento politico che sia all’altezza della crisi e che impedisca al centro-sinistra e al PRC di rafforzare Berlusconi e di portarci a nuove sconfitte. Dobbiamo combattere Berlusconi e gli ‘amici’ di Berlusconi che sono nelle nostre file.

R. G.

Ritorna alla prima pagina