Fonte: www.resistenze.org
23 settembre 2004

Lettera a "Liberazione" - 22 settembre 2004

Cari compagni,

Sulle esagerazioni delle cifre delle vittime della guerra in Cecenia (vi ricordate la Jugoslavia?) ho avuto modo di scrivere in un articolo apparso recentemente in alcuni siti internet e in una lettera a “Liberazione” che, naturalmente, non è stata neppure presa in considerazione (e in ogni caso te la rispedisco).

Tra le cifre (diffuse in Italia dai nostri amici radicali al servizio della NATO) c’è anche quella dei 40.000 bambini ceceni che sarebbero stati massacrati dall’esercito russo (non sovietico, compagno Bertinotti!). La cifra è stata considerata pienamente attendibile dal nostro segretario, tanto che l’ha ripetuta più volte nella trasmissione [ballarò, rai3, 21-09-04, ndr], in cui Floris ci ha proposto un “toccante” documentario magistralmente preparato con la collaborazione di alcuni “difensori dei diritti umani” russi (le giornaliste e i giornalisti di “Novaja Gazeta”, ad esempio), notoriamente al servizio dei magnati accusati di frode, malversazione e crimini economici, commessi in nome dei propri interessi e di quelli dei loro protettori americani.

Vista la certezza con cui il compagno Bertinotti sostiene la fondatezza di queste cifre, vorrei solo far presente che la popolazione della Cecenia (secondo dati pubblicati dall’ultima edizione dell’ enciclopedia UTET) ammonta a 780.400 abitanti ed è quindi inferiore a quella della città in cui risiedo, cioè Torino. Se poi consideriamo anche l’Inguscezia, di poco si supera il milione. Putin deve essere davvero andato casa per casa come l’Angelo vendicatore o come Erode, per aver eseguito un lavoro così meticoloso, in grado di fare sparire quasi per intero l’ultima generazione della piccola regione caucasica!

Per favore, dite ai vostri informatori russi e ai loro amici italiani di spararle meno grosse. Ma, soprattutto, prima di dar loro credito, informatevi a fondo e con rigore.

Grazie per l’attenzione.
Fraterni saluti

Mauro Gemma
Torino


Segue precedente lettera a Liberazione

Cari compagni,

Incredibile appare l’esaltazione che “Liberazione”del 9 settembre ("Anna Politkovskaya, la giornalista che fa paura al Cremlino" di Sabina Morandi) fa del ruolo dei personaggi che gravitano attorno ai vari comitati e fondazioni “per i diritti umani”, dirette emanazioni delle lobby statunitensi che intendono spartirsi la Russia, e la cui attività è coordinata direttamente negli "States" dal centro diretto dallo stratega della politica russa di Washington, vale a dire Zbignew Brzezinski.

Tali organismi, di cui sono noti i legami con gli attivisti radicali italiani filo-NATO, che da tempo conducono un’isterica campagna antirussa nel nostro paese, hanno il compito, esattamente come è avvenuto nella ex Jugoslavia, di preparare le condizioni per ogni genere di interferenza occidentale negli affari interni della Russia, proponendo uno scenario da “emergenza umanitaria”, ingigantendo i numeri delle vittime e delle distruzioni  che sarebbero provocate dalla presenza militare russa, giustificando di fatto la bestiale ondata terroristica (questa si ad aver provocato ormai migliaia e migliaia di vittime in diverse località della Russia, in particolare tra gli appartenenti ad etnie caucasiche, musulmani e cristiani ortodossi), dimenticando che molti osservatori internazionali sono pronti a riconoscere che le consultazioni condotte dall’amministrazione russa circa la proposta di autonomia alla Cecenia in ambito federale non possono essere considerate una farsa.

Non è privo di significato, poi, che gli stessi personaggi (a cominciare dalla Politkovskaya), così ostinatamente schierati a fianco del micronazionalismo dei banditi ceceni (solo perché così piace ai loro amici americani), non esitino a scagliarsi contro le autonomie presenti all’interno della confinante Georgia (occorrerebbe ricordare che in Abkhasia - dove Sabina Morandi che ha appena esaltato le ragioni dell'apertura all'indipendentismo ceceno, senza preoccuparsi della coerenza delle proprie affermazioni, non ha alcuna esitazione ad accreditare la tesi di Politkvskaya e soci su presunte “pulizie etniche” da parte dei russi - l’80% della popolazione ha tuttora il passaporto della Federazione Russa!), in predicato per entrare nella NATO, frequentata dalle truppe americane e retroterra del terrorismo ceceno, avamposto dell’accerchiamento in atto della Federazione Russa.

Quanto poi al ruolo di "Novaja Gazeta", bastino le sue campagne contro le "persecuzioni" nei confronti del truffatore ed evasore Khodorkovskij e contro le pretese, considerate evidentemente anch'esse lesive della libertà (la pensa così anche Sabina Morandi?), di accrescere il ruolo pubblico nell'economia nazionale, per capire immediatamente da dove può trarre fondi e sostegni politici il giornale "capofila delle battaglie democratiche" in Russia.

Grazie per l'attenzione.
Fraternamente

Mauro Gemma
Torino

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