Organizzazione comunista: da che cosa partire

Cari compagni,

sono un vostro abbonato e vi scrivo questa lettera per inviarvi i miei saluti e per segnalarvi che da due anni a questa parte, insieme ad una decina di compagni genovesi di ispirazine marxista-leninista, provenienti da diverse esperienze politiche, abbiamo dato vita al Circolo Culturale Proletario di Genova che, nella sua breve vita, ha già realizzato, nella nostra città, una serie di iniziative che devono aver provocato allarme nelle forze di governo, dato che il 4 dicembre 2001 io, assieme ad altri due compagni del circolo siamo stati oggetto di una perquisizione dei ROS.

(...) Il nostro circolo non ha la pretesa di essere un gruppo politico, ma è un circolo culturale che si batte perchè i principi base che hanno animato la Resistenza e le lotte operaie nel nostro paese restino sempre vivi nella memoria e nel ricordo delle giovani generazioni e ne possano trarre utili insegnamenti per il presente e il futuro. I compagni del nostro circolo sono particolarmente attenti e interessati a ciò che avviene nel variegato mondo degli m-l d’Italia, ben consapevoli delle difficoltà oggettive, delle profonde e talvolta inspiegabili divisioni che esistono in questo mondo. Tutti questi particolarismi e distinguo non fanno certo onore a tutti coloro che, come noi, si sentono comunisti. Tutto ciò impedisce di fatto il costituirsi di un vero partito marxista-leninista nel nostro paese, la cui assenza è sentita, ogni giorno di più, non solo nei militanti dei vari gruppetti, ma soprattutto tra i lavoratori e tra le masse impoverite del nostro paese, specie dopo la caduta del muro di Berlino e la indecorosa fine del vecchio PCI, finito nello squallore liberaldemocratico dei DS. La nostra attenzione al dibattito in corso nell’area m-l, circa la ricostituzione di un nuovo PCI, fa sì che siamo attenti a tutte le novità e le proposte che appaiono e le discutiamo tra noi, con la consapevolezza dei limiti oggettivi esistenti oggi in Italia per chiunque si dovesse accingere in un’impresa di questo tipo. Noi del Circolo Culturale Proletario di Genova pensiamo che compito principale, oggi, per ogni marxista-leninista è coinvolgere il numero più ampio e convergente possibile di compagni per dare vita, anche nel nostro paese, ad un vero partito comunista marxista-leninista, di cui si sente tanta necessità tra i compagni e tra le migliaia di lavoratori che, ogni giorno, subiscono di persona lo sfruttamento capitalistico e sono merce per i giochi di dominio di questa attuale classe dirigente, formata per lo più da mafiosi, fascisti, clericali e affaristi senza scrupoli.

Se, oggi, le conquiste ottenute con le lotte di popolo, come la Resistenza o gli scioperi degli anni ’50 e ’60, stanno per essere lentamente smantellate dala borghesia imperialista è perchè non c’è più un vero partito comunista, di massa, come quello che esisteva prima, nel bene o nel male, anche se guidato da forze revisioniste. Ed è proprio questo, cioè la mancanza di un vero partito comunista, che ha fatto arretrare il movimento operaio e che, oggi, vede sia l’emergente movimento operaio che il movimento no-global monchi e privi di un partito politico, che sappia tradurre in politica attiva e concreta tutte quelle energie che si esprimono in modo contraddittorio e variegato, non uniforme, contro gli attuali governi capitalistici e contro il neoliberalismo in generale. Manca, quindi, un partito comunista che sappia tramutare nella pratica politica la forte spinta contestatrice e di disagio che proviene dal movimento operaio odierno e dalle giovani generazioni dei no-global. Ed è questo tipo di nuovo partito comunista che occorre costituire, forgiato dell’esperienza fin qui acquisita dalla storia del movimento comunista internazionale. Non pensiamo che si tratti di dar vita ad un partito comunista come era il vecchio PCI, in cui era latente quel revisionismo che, dal 1970 in poi, ha dominato la scena e ha condotto il PCI al naufragio liberaldemocratico che ben conosciamo, con la totale svendita di un patrimonio di lotte e il totale voltafaccia verso qualsiasi forma di ideologia socialista. E, al riguardo, non pensiamo neppure che l’attuale Partito della Rifondazione Comunista possa assolvere a questo compito, imbevuto come è, nelle sue strutture, di militanti trotzkisti e la cui direzione, con a capo Bertinotti, ha fatto sua la neo-kautskiana teoria dell’ultraimperialismo, divulgata dal piccolo borghese Toni Negri, le cui elucubrazioni filosofiche pseudo socialiste sono funzionali al potere dominante borghese, più di molti riformisti nostrani con cui è satura la politica odierna del nostro paese. Neppure pensiamo si debba dare vita ad uno dei tanti raggruppamenti comunisti, come è d’uso negli ultimi tempi per tutta la penisola, in cui ogni gruppo in maniera autoreferenziale pretende di aver formato il vero partito comunista, solo perchè si è unito con qualche gruppo simile di un’altra città o perchè ha aumentato il numero di militanti. Noi pensiamo che occorra dar vita ad un vero ragruppamento comunista per approdare, con il tempo, alla nascita di un vero partito marxista-leninista, ben sapendo che realizzare ciò è un grande e difficile compito, la cui realizzazione richiede tempo e dispendio di energie, ma soprattutto una elaborazione ideologica costantemente confrontata con le lotte e con la realtà effettiva, che sappia mettere in campo tutte le risorse possibili e disponibili. Noi pensiamo che per tentare di realizzare ciò sia necessario dare vita ad un disegno ben più vasto e di ampio respiro, che riesca ad andare oltre gli steccati di piccolo gruppo che attualmente contraddistinguono le varie organizzazioni esistenti nel nostro apese, per poter coinvolgere, rendere attivamente partecipi ed unire il più possibile tutte le vere forze soggettive della rivoluzione socialista presenti in Italia, per poter, realisticamente, dare vita al vero partito comunista di ispirazione marxista-leninista, che noi tutti vorremmo. (...)

Vogliamo complimentarci per il vostro Foglio che diffondete che ci dà spesso spunti su cui intavolare dibattiti e analisi. (...)

Silvano Ceccoli
Centro Culturale Proletario di Genova

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