DALLINCONTRO INTERNAZIONALE DI DOMENICA 2 OTTOBRE UNA FORTE RISPOSTA AL DISPOTISMO IMPERANTE IN ITALIA CHE OGNI DEMOCRATICO FACCIA SENTIRE SUBITO LA PROPRIA VOCE!
Comunicato stampa dei Comitati Iraq Libero
Questa mattina, venerdì 29 settembre, Haj Ali, simbolo dei torturarti di Abu Ghraib, si è recato presso lambasciata italiana di Amman (Haj Ali, dopo la sua drammatica esperienza, vive infatti in Giordania) a ritirare il visto promesso e quindi partire per lEuropa. Gli è stato invece comunicato, dopo tre settimane di pellegrinaggi in ambasciata, che il visto non poteva essergli concesso.
Lambasciata si è aggrappata al ridicolo pretesto che risiedendo Haj Ali in Giordania, essa non avrebbe la potestà di concedere il visto dato per concesso. Assurdo! Tutti sanno che il requisito della residenza nel paese di stanza dellambasciata (escogitato infatti allultimo momento) non è affatto necessario per il rilascio del visto. La decisione, esclusivamente politica, viene direttamente dai palazzi del governo di Roma, si spiega senzaltro con la volontà di rispettare lormai famigerato diktat americano, ma in questo caso cè un surplus: si vuole umiliare Haj per ciò che suo malgrado rappresenta (la più umana denuncia della terribile occupazione del suo paese) e con lui il vasto movimento di solidarietà con la resistenza del popolo iracheno.
Secondo il responsabile dellambasciata, Haj Ali dovrebbe semplicemente recarsi alla rappresentanza diplomatica italiana a Bagdad, allinterno cioè della Green Zone, la fortezza americana nel cuore di Bagdad. In sostanza si arriva a chiedere al torturato di andare dai torturatori, naturalmente per ricevere un altro no o magari qualcosa di peggio.
Il governo Berlusconi-Fini ha dunque superato se stesso, impedendo ad un simbolo della brutalità delloccupazione militare dellIraq di venire in Europa, dove è richiesto in decine e decine di città e da numerosi ed importanti organi dellinformazione radiotelevisiva.
E questa una conferma clamorosa tanto dellarroganza del governo, quanto della sua sudditanza agli USA. Questa vergognosa decisione, che il governo non ha avuto questa volta neppure il coraggio di assumersi politicamente, è stata resa possibile dallaltrettanto squallido silenzio sullintera vicenda dei visti (Conferenza di Chianciano) da parte dei dirigenti del centrosinistra che non hanno mosso un dito davanti alla violazione dei diritti democratici, davanti alla negazione del diritto allespressione del pensiero, davanti al bavaglio che oggi viene messo sulla bocca delluomo incappucciato ad Abu Ghraib.
Dobbiamo dunque lanciare un forte allarme democratico. Dopo aver impedito la Conferenza Internazionale per Una pace giusta, con la Resistenza, si vuole impedire ora che la barbarie della tortura venga denunciata in prima persona da chi lha subita.
A questo punto siamo arrivati, a questo non dobbiamo e non vogliamo rassegnarci. E questa una battaglia non solo nostra; sempre di più è una lotta che riguarda tutti i sinceri democratici, perché qui è in gioco lo stesso diritto ad affermare la verità.
La lotta dunque continua. Già oggi stiamo avviando le procedure per richiedere il visto ad Haj Ali da altri paese europei. Haj Ali non potrà essere in ogni caso presente allincontro internazionale di domenica 2 ottobre a Roma, ma certo non rinunciamo al progetto del suo tour europeo, per portare in ogni angolo del continente la denuncia della mostruosa violazione dei diritti umani frutto delloccupazione americana dellIraq.
Il meeting di domenica prossima a Roma sarà dunque unoccasione per una denuncia ancora più forte del dispotismo imperante in Italia, un momento di protesta contro lattacco ai diritti costituzionali, un punto di partenza per il rilancio della lotta per avere Haj Ali in Europa, ed i visti ai legittimi rappresentanti del popolo iracheno per poter tenere quanto prima la Conferenza internazionale.
Comitati IRAQ LIBERO
29 settembre 2005