ABU GHRAIB: SILENZIO SULLE TORTURE

Questo è l’ordine del governo Berlusconi/Fini, che, dopo aver negato in estate il visto d’ingresso in Italia ad esponenti della resistenza irakena, ora ha reiterato il divieto nei confronti di Haj Ali, l’uomo incappucciato e con gli elettrodi attaccati agli arti, simbolo delle torture perpetrate dall’esercito Usa contro gli irakeni nel carcere di Abu Ghraib.

Haj Ali era stato invitato in Italia dal Comitato Irak libero per raccontare in un giro di conferenze ed assemblee la propria esperienza delle torture subite nelle carceri controllate dai militari Usa. Ad Haj Ali è stato negato il visto, regolarmente richiesto, dall’ambasciata italiana ad Amman, città ove si è rifugiato dopo il terribile “soggiorno” nel carcere di Abu Grhaib, con il risibile e falso pretesto secondo cui, per ottenere il visto, è necessaria la residenza nel paese ove avviene la richiesta.

In realtà per il governo Berlusconi/Fini, sempre più servo degli occupanti Usa e sempre più invischiato nella guerra d’aggressione al popolo irakeno, la popolazione italiana non ha il diritto di ascoltare l’agghiacciante testimonianza di chi ha dovuto sopportare sulla propria pelle le peculiari caratteristiche della “democrazia” Usa.

E’ vero che le foto delle torture ampiamente praticate nel carcere di Abu Grhaib (e non solo) hanno fatto il giro del mondo, ma permettere a chi ne è stato vittima di rendere diretta testimonianza di tutto questo è veramente troppo per il nostro “democratico” governo. Ora è meglio che cali il silenzio sulle nefandenzze di cui è capace l’imperialismo Usa, difensore, in nome della civiltà occidentale, della libertà e dei diritti umani.

Quanto poi alla stragrande maggioranza dell’”opposizione” di centrosinistra, che, pure, proprio se è costretta, dichiara che è necessario porre fine alla guerra in Irak e ritirare le truppe italiane, anche in questo caso il silenzio è d’oro; d’altra parte è troppo impegnata nelle primarie e guai ad incrinare i nostri rapporti di fedele alleanza/sudditanza con gli Usa.

I signori della guerra, i signori della tortura, i loro portaborse, adesso gongolano e s’illudono di aver tappato la bocca ad Haj Ali e aver ridotto al silenzio un popolo martoriato e il movimento contro la guerra. Però si sbagliano di grosso.

Deve partire immediata la mobilitazione perchè la voce di Haj Ali arrivi direttamente anche al popolo italiano, perchè dobbiamo riprenderci collettivamente la parola e rilanciare la lotta contro la guerra e per il ritiro immediato delle truppe dall’Irak.

ROMPIAMO IL SILENZIO!
DIRITTO DI INGRESSO E DI PAROLA IN ITALIA PER HAJ ALI !

CONFEDERAZIONE COBAS


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